“Shame” è il film più bello del 2011. È anche quello più atteso, dal momento che la BIM lo distribuirà nelle nostre sale dal 13 gennaio. Perché abbiamo incoronato una pellicola che non è ancora uscita? La regola seguita per tirare le somme del 2011 cinematografico è stata tenere d’occhio i film usciti sia in Italia che all’estero, festival internazionali inclusi. Il dramma sulla sex addiction, diretto dall’inglese Steve McQueen, recensito con entusiasmo all’ultimo festival di Venezia, è il re indiscusso della nostra classifica.
Hot Stuff Made in UK
E’ stato l’anno dei successi britannici. Sul podio, accanto a “Shame”, c’è il magnifico “Tyrannosaur”, splendido esordio alla regia dell’attore Paddy Considine. Un film struggente, interpretato da un grande Peter Mullan e da una magnifica Olivia Colman e presentato nella sezione Occhio sul Mondo - Focus del Festival del Film di Roma. L’augurio è quello di ritrovarlo nelle sale prossimamente, ma potrebbe anche fare la stessa fine del bellissimo “NEDS”, diretto da Mullan e mai arrivato dalle nostre parti. La medaglia di bronzo è tutta per “La talpa”, che Medusa lancerà in contemporanea con “Shame”. Il film tratto dal romanzo di Le Carré non ha soltanto un cast in stato di grazia, ma dichiara una guerra fredda e psicologica a tutti quegli action thriller movimentati che Hollywood clona sempre di più. E poi c’è Gary Oldman tornato protagonista assoluto e pronto a traghettarci in un nuovo franchise nei panni di George Smiley (qui la recensione).
Il maestro Malick, e gli altri
“The Tree of Life” ha ridefinito ancora una volta gli orizzonti cinematografici: soltanto uno come Terrence Malick è in grado di catturare la vita in immagini meravigliose… e scatenare quasi una rissa tra giornalisti e security davanti all’affollatissimo Palais du Cinèma del Festival di Cannes. Sempre dalla Croisette è arrivato “Drive”, una delle sorprese più interessanti del 2011 (qui la recensione). Poi c’è “Warrior” una specie di “Rocky” in chiave irlandese con quello che è forse il miglior cast dell’anno (qui la recensione).
Made in Italy
In Italia vince la commedia, quella intelligente che si apre a sfumature più profonde, in altre parole “Habemus Papam” di Nanni Moretti. Se Paolo Sorrentino ci ha diviso tra enormi paesaggi americani e una trama fin troppo carica di spunti narrativi, la vera sorpresa di fine anno è stata “La kryptonite nella borsa”, piacevole e intelligente esordio alla regia di Ivan Cotroneo (presentato a Roma).
Tempo di Blockbuster
Sarà pure stato un flop al box office, ma “Le avventure di Tintin: Il segreto dell’unicorno” è puro spasso spilberghiano (qui la nostra intervista al signor Spielbergo in persona). Sempre dalla scuola Spielberg, “Super 8” offre momenti di grande emozione e nostalgia. In coda anche “Mission: Impossible – Protocollo fantasma”, visto in anteprima qualche giorno fa: ci voleva la genialità pixariana di Brad Bird per confezionare quello che è il migliore film della serie.
Tempo di sorprese
Non dimentichiamo nemmeno “I guardiani del destino” per la fragilità messa in scena da Matt Damon (un processo che ha continuato con l’ottimo “Contagion” e presto con “La mia vita è uno zoo” di Cameron Crowe). Philip K. Dick liberamente adattato in chiave romantica vince, specialmente quando il cuore da conquistare è quello di Emily Blunt. Da vedere anche “Mr. Beaver”: che sia un folle o meno nella vita, Mel Gibson sullo schermo dà sempre il massimo ed è pronto a mettere a nudo il suo lato oscuro per l’amica regista Jodie Foster. E poi “The Conspirator” di Robert Redford, ottima ricostruzione storica del processo agli assassini di Lincoln e allo stesso tempo potente riflessione sulla ragion di stato e sulle decisioni sporche di chi, pur di stare al potere, è pronto a tutto. Memorabile la scena in cui Robin Wright avanza verso il patibolo, notando già la bara in cui sarà chiusa da lì a pochi minuti.
Lost Pizzas, fuori dai radar
Il grande “assente” dell’anno è Ewan McGregor. Sconfitto solo in Italia, dal momento che sono due i film che l’attore ha recentemente interpretato, mai arrivati sui nostri schermi. “Beginners”, dolce, toccante e notevole è appena uscito direttamente in DVD (qui la recensione). L’apocalittico e romantico “Perfect Sense”, uscito nel Regno Unito, non ha attualmente un distributore. Mentre si aspetta ancora “The Way Back” di Peter Weir, la paura che i film d’autore non trovino un pubblico diventa più grande, dal momento che i distributori nostrani non hanno creduto nemmeno in prodotti per un'audience vasta. Pellicole come lo “scandaloso” “Red State”, horror sociale di Kevin Smith o “Killer Elite”, uno degli action più interessanti della banda Statham interpretato anche da De Niro e Clive Owen. Entrambi mai usciti in Italia.
I peggiori dell’anno
Dire “Dylan Dog” sarebbe come sparare sulla croce rossa. Il noioso “World Invasion” è la dimostrazione che forse è ora di tornare agli alieni buoni, invece che puntare alle distruzioni delle metropoli. Poi ci sono i sequel “Una notte da leoni 2”, fotocopia stanca del primo cult, e “Transformers 3”, che dura un’ora e quaranta di troppo. Segnaliamo anche la noia soporifera di “Cowboys & Aliens” e la ridicola soap opera mascherata da thriller shakespeariano di “Anonymous”, forse il film peggiore di Roland Emmerich.
NOTIZIE
Shame e i campioni del 2011
Prima Fassbender e poi tutti gli altri: vi raccontiamo il nostro anno cinematografico tra grandi emozioni e sonore delusioni
02.01.2012 - Autore: Pierpaolo Festa