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The Conspirator - La nostra recensione

Robert Redford fa luce sull'omicidio del presidente Lincoln con un film molto coraggioso, che adopera la retorica civile in maniera forse un po' superata ma comunque totalmente sincera

The Conspirator - Robin Wright, James McAvoy

22.06.2011 - Autore: Adriano Ercolani
Nei giorni successivi l’assassinio del Presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln, parte il processo al gruppo di cospiratori che hanno messo in atto il barbaro omicidio. Tra loro c’è anche la vedova Mary Surratt, la tenutaria della pensione dove suo figlio ed altri uomini hanno pianificato l’atto terroristico. A difenderla viene chiamato il giovane avvocato Fredrick Aiken (il James McAvoy di “X-Men: L'inizio”), nordista convinto e soprattutto restio ad aiutare una donna che crede colpevole del reato di cospirazione. L’America, scossa dal tremendo omicidio e dai postumi di una Guerra Civile ancora non propriamente conclusa, vuole che il corso della giustizia sia rapido, efficace e perentorio. Man mano che il processo procede , l’avvocato Aiken deve realizzare che per ottenere ciò il suo Paese non esita minimamente a sacrificare anche l’equità di quella stessa giustizia che è disposto ad ottenere ad ogni costo.

Robert Redford sul set con James McAvoy

A quattro anni dall’insuccesso del pur valevole “Leoni per agnelli” torna alla regia l’icona più liberal e schierata della Hollywood moderna, il settantaquattrenne Robert Redford. Uscito ormai da quelle logiche commerciali e politiche del sistema a cui ha imposto per decenni il suo punto di vista, il cineasta continua a proporci la sua visione storica e civile di un’America sempre più contraddittoria. Raccontandoci una vicenda appartenente al passato più oscuro della storia americana, Redford però intende sottolineare come la politica del suo paese, quando viene colpito, è quella di reagire con durezza, anche a scapito dei diritti dei cittadini (o più in generale degli esseri umani) che vuole più o meno giustamente perseguire. Un discorso quanto mai contemporaneo quello del cineasta, che tenendolo ben presente realizza così un film molto coraggioso, che adopera la retorica civile in maniera forse un po’ superata ma comunque totalmente aperta, sincera, diretta al punto.

Robin Wright è Mary Surratt

Redford anche come regista appartiene a un tempo passato, a un’altra concezione di cinema, e “The Conspirator” è di conseguenza impostato sia a livello narrativo che visivo come un film appartenente a un’altra epoca. La confezione però è formalmente ineccepibile (bellissima la fotografia di Newton Thomas Sigel), così come una sceneggiatura che seppure “a tesi” procede precisa e ben scandita verso il climax finale. Per quel che riguarda gli attori, i due protagonisti McAvoy e Wright sono ben calati nei loro ruoli e abbastanza funzionali a ciò che devono rappresentare. Lo spettacolo attoriale vero e proprio deriva però dall’assistere alla prova di grandi caratteristi come Tom Wilkinson, Kevin Kline, Colm Meaney e quel Danny Huston che a nostro avviso è  la “spalla” più sottovalutata della Hollywood contemporanea.

Robert Redford, seppure ormai non incontra più il favore del pubblico americano, continua ad essere un cineasta di impegno indubitabile. Questo importante “The Conspirator” torna a ricordarcelo, e getta coraggiosamente uno sguardo impietoso su un America che ha sempre sistemato col sangue la sua necessità di stabilità e ordine.

The Conspirator” è distribuito dalla 01 Distribution

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