
Dieci grandi film del 2018 che non sono ancora arrivati in Italia

Beautiful Boy, di Felix van Groeningen
Un anno di cinema si è appena concluso. Un anno durante il quale abbiamo visto molti grandi film, ma come sempre alcuni ci sono sfuggiti per mancanza di distribuzione in Italia. Alcuni tra questi sono già sulla bocca di tutti, all'estero e nel circuito dei festival, e potrebbero persino finire nominati per svariati Oscar. Abbiamo perciò stilato una lista di dieci titoli ancora inediti in Italia, ma di cui già si parla molto e che arriveranno nel nostro Paese con il nuovo anno.
A partire da Beautiful Boy, diretto dal regista di Alabama Monroe e interpretato da Timothée Chalamet e Steve Carell. Ispirato a una storia vera, racconta la sfida di un padre contro la dipendenza che affligge il figlio. Chalamet è candidato a un Golden Globe e il film si presenta già come uno dei migliori della stagione. Da noi arriverà il 14 febbraio distribuito da 01. Qui la nostra recensione.
GUARDATE ANCHE:
I dieci migliori film del 2018 secondo Film.it
I dieci film più deludenti del 2018
I dieci migliori film italiani del 2018
Mary Poppins, dieci cose da collezionare se siete fan della tata Disney

Burning, di Lee Chang-dong
L'opera del coreano Lee Chang-dong, presentata in concorso al Festival di Cannes e attualmente ancora in gara per entrare nella cinquina dei nominati all'Oscar come miglior film straniero, è un dramma misterioso che si trasforma in un thriller. La storia di un triangolo d'amore in grado di scatenare sentimenti come gelosia, rabbia, violenza ma anche di mettere chi sta a guardare davanti a complesse dinamiche familiari e temi come la differenza di classe sociale e gli effetti collaterali che possono emergere quando queste classi si incontrano. Il tutto avvolto dalle fiamme. Burning non ha ancora una distribuzione italiana.

Diamantino, di Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt
Diamantino, vincitore della Semaine de la critique di Cannes, è semplicemente uno dei film più folli del 2018. Ironico ma allo stesso tempo arrabbiato. E sincero anche. La crisi europea, l'intolleranza per gli stranieri, l'omofobia sono solo alcuni dei temi esplorati all'interno di questa commedia dai toni bizzarri su una star del calcio che dopo un infortunio vede la sua carriera chiudersi bruscamente. Ciò che ne segue è una discesa verso tanti lati oscuri della sua vita, trattati talvolta in maniera psichedelica: le galoppate di Diamantino su campi di calcio invasi da giganteschi cuccioli di cane non saranno più dimenticate. Diamantino arriverà in Italia dal 18 aprile con I Wonder Pictures.

Dragged Across Concrete, di S. Craig Zahler
Al terzo film, dopo Bone Tomahawk e Cell Block 99, S. Craig Zahler si conferma uno degli autori americani da tenere d'occhio. Musicista heavy metal, scrittore, drammaturgo e regista/sceneggiatore, Zahler dipinge un'America violenta e scorretta, eppure dotata di uno strano codice d'onore cavalleresco. Mel Gibson e Vince Vaughn sono la coppia di sbirri dell'anno. Abbiamo visto Dragged Across Concrete a Venezia, e speriamo arrivi presto al cinema (dovrebbe averlo acquistato Adler Entertainment).

Green Book, di Peter Farrelly
Arriverà in Italia il 31 gennaio Green Book, ma ha iniziato già da diversi mesi la sua corsa agli Oscar, lasciando il segno ai Festival internazionali e commuovendo il pubblico in giro per il mondo. Hollywood al suo meglio con un road movie che racconta una storia vera di amicizia. Un legame che nasce dopo il superamento dell'ignoranza, causa principale del razzismo del protagonista Viggo Mortensen. L'attore merita l'Oscar nei panni dell'autista italo-americano che stringe un'amicizia insolita con il pianista di colore interpretato da Mahershala Ali (anche lui perfetto). Dirige Peter Farrelly, ma il regista di Scemo e più scemo abbandona i toni demenziali nonostante scelga di puntare comunque più sulla commedia che sul dramma. Si dice che il film perfetto deve fare ridere e piangere e questo è proprio "l'effetto collaterale" che Green Book provoca nello spettatore.

The Guilty, di Gustav Möller
L'aspirante candidato danese agli Oscar è una delle sorprese dell'anno. Una specie di Locke senza auto, tutto ambientato dentro una stazione di polizia di Copenhagen. Un thriller al telefono che affronta il tema della colpa e del rimorso, con un'ottima tensione. Ne faranno anche un remake americano con Jake Gyllenhaal, segnale che il regista Gustav Moller e il protagonista Jakob Cedergren (premiato a Torino, dove il film ha anche vinto il premio del pubblico) hanno fatto centro. In arrivo a data da destinarsi da Movies Inspired. La nostra recensione qui.

Mandy, di Panos Cosmatos
Nicolas Cage impazza in questo horror surreale e post-moderno, che prende l'estetica anni '80 e la modella per creare una patina angosciante e sulfurea. Un film che non mancherà di dividere e che a volte risulta gratuito, ma che ha indubbiamente un suo fascino.

They Shall Not Grow Old, di Peter Jackson
Il regista de Il signore degli Anelli racconta la Grande Guerra usando vere immagini. Il suo film, presentato alla Festa del Cinema di Roma, è stato realizzato in occasione del centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, ricorrendo esclusivamente a filmati di repertorio originali tratti dall’archivio cinematografico dei britannici Musei Imperiali della Guerra e a registrazioni sonore provenienti dagli archivi della BBC. Da non perdere. Guarda il trailer.

Tramonto, di László Nemes
Dopo Il figlio di Saul, László Nemes torna ulteriormente indietro nel tempo per raccontare la Budapest del periodo precedente alla Prima Guerra Mondiale. Al centro di Tramonto l'odissea di una donna (l'ipnotica Juli Jakab), decisa a reclamare la sua eredità in un mondo dominato da uomini. Lo stile di Nemes confonde e stordisce, lasciando volutamente insolute molte domande. Ma allo stesso tempo stupisce per come riesce a governare il caos, modellandolo per creare un'esperienza cinematografica totale. In uscita nei prossimi mesi da Movies Inspired.

Wildlife, di Paul Dano
La crisi matrimoniale vista attraverso gli occhi di un ragazzino che cresce nell'America povera degli anni Sessanta. Jake Gyllenhaal è un padre che alza un po' il gomito e passa le sue giornate saltando da un lavoro all'altro per combattere il suo sentimento interiore di fallimento. Carey Mulligan è una madre alla ricerca di un posto nella società, una donna moderna imprigionata in un'epoca di povertà. Sarà il loro figlio a tenere in qualche modo saldo il legame familiare nonostante il crollo del matrimonio. L'opera prima di Paul Dano (attore che ricordiamo ne Il petroliere) è sincera e sorprende e atterra verso un finale potente. Il film, presentato a Sundance e alla Semaine de la critique di Cannes, ha vinto l'ultimo Festival di Torino. Wildlife non ha ancora una distribuzione italiana.