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Geek come noi

Abbiamo incontrato Giacomo Cannelli, conduttore su Current di "Geek Retro".

Giacomo Cannelli

13.05.2010 - Autore: Ludovica Sanfelice
Giacomo Cannelli, romano, classe 1981, è il volto di Current (in tv al 130 di Sky) da quando l’8 maggio di due anni fa il canale ha debuttato in Italia. Lui quel giorno era ON AIR, in diretta, mentre Al Gore gli passeggiava nello studio. Da quei live sono poi nati i vari Geek. Ma facciamocelo raccontare da lui...

Come sei arrivato a Current? E cosa facevi prima?
G.C. A Current ci sono arrivato facendo un casting, mi hanno scelto per ultimo, scrivilo! E da un giorno all’altro mi sono ritrovato a vivere a Milano. Non avevo nessuna esperienza di trasmissione in diretta. Nel 2006 avevo fondato la Humor Risk, una piccola casa di produzione low budget di video per il web, prevalentemente sketch comici. Uno di questi, “Tzero”, in cui imitavo Silvio Muccino, protagonista della pubblicità di una compagnia telefonica, aveva avuto molto successo in rete e Gene Gnocchi lo aveva addirittura trasmesso a “Quelli che il Calcio”. Comunque i video mi hanno portato poi a lavorare per N3TV, una web tv dove seguivo il progetto Influenza virale, e per la Rai con “Reazioni a catena”, un programma condotto da Catena Fiorello in cui oltre a fare il blogger, scrivevo, giravo e interpretavo dei cortometraggi in linea con il tema affrontato nella puntata.

E arriviamo al Geek Show…
G.C. Il “Geek Show” era nato come un live show ispirato a Diggnation, una rubrica settimanale basata sulle classifiche del social bookmarking website digg.com. Ci piaceva l’atmosfera informale, i conduttori seduti sul divano con il pc sulle gambe e connessi h24.
Trasmettevamo i Pod inviati dagli utenti e in studio, insieme a Livia (Iacolare n.d.r.), commentavamo l’argomento della puntata con ospiti esperti collegati via Skype. Si parlava della rete e delle sue tendenze più bizzarre. Un esempio? L’esistenza di Hatebook, un facebook al contrario in cui ci si relaziona con i Nemici invece che con gli Amici.
Da quell’esperienza è maturato “Vertigo”, un live notturno che in realtà è il vero antenato di “Geek Retrò”, perché era molto più rivolto alla cultura pop.
Poi è stata la volta di “Geek Files”, magazine di informazione tecnologica che unisce inchiesta e curiosità e lavora sul sottobosco della rete nelle sue innumerevoli forme. La serie ha funzionato e finora conta due stagioni.

E infine Geek Retrò
G.C. Si, che è un pò la sintesi tra il “Geek Show” e “Vertigo”. Una sorta di spin-off incrociato che in maniera più frontale si occupa di quella cultura che nella vita non ti serve a  niente. Argomenti: cinema, fumetto, horror, video games, tv… Tu, per esempio, lo sapevi che Fonzie ha prodotto Mac Gyver? (scuoto la testa n.d.r.) O che il nome Troy McClure (l’attore dei Simpson) è un omaggio a due personaggi che comparivano nella serie western “The Virginian”?

E’ scioccante, non ne sapevo nulla.

G.C. Allora dovresti proprio guardare “Geek Retrò”

L’obiettivo, mi pare chiaro, è di rivolgersi a un pubblico Geek. Ma puoi spiegarci bene di chi stiamo parlando?
G.C. Il Geek è l’evoluzione del  Nerd. Un nerd del futuro, diciamo. Prima la parola nerd era usata con disprezzo per indicare i secchioni maniaci e dissociati dalla realtà.

Adesso la cosa sembra essere diventata un fenomeno di costume. Siete usciti dai tombini…    
G.C. Ahahah, Nerd di tutto il mondo unitevi! No, credo semplicemente che internet abbia permesso loro (e a me…) di conoscersi, di collegarsi, e dai primi commenti sui blog degli acquisti, o pubblicando recensioni e feed back sugli argomenti più vari, hanno cominciato a scambiarsi consigli, ad incontrarsi in spazi dedicati all’approfondimento di un tema specifico. La cultura Geek è fatta di curiosità, di fissazione, di dettagli, di aneddoti strani… roba da Trivial, e nella sua follia può risultare terribilmente utile, come nel caso dei sottotitolatori pirata delle serie tv che spesso sono molto più capaci e precisi di chi lavora nei canali più ufficiali perché, prima di tutto, sono fan delle serie che traducono e si dedicano con cura maniacale alla perfetta aderenza ai testi originali per preservare l’integrità dello show.

Qual è il rapporto tra Geek e tv?
G.C. Mah, i Geek non guardano la tv commerciale generalista, cercano cose più specifiche, si muovono meglio su canali più liberi, e poi tra podcast, registrazioni, download, YouTube e via dicendo.

Eppure sono diventati i protagonisti di numerosi show televisivi. Penso a serie come “Chuck”, in un certo senso “Glee”, o meglio ancora “Big Bang Theory”.
G.C. Ah, “Big Bang Theory” è fantastica pur essendo una sit-com vecchio stile nella struttura, nei dialoghi è intrisa di umorismo nerd che il personaggio di Sheldon porta alle estreme conseguenze. Ecco! Le citazioni sono perfettamente geek perché collegano dialoghi ad altri dialoghi, rimandano ad altri show, e sfidano le conoscenze: gli stessi meccanismi della Rete. Il metalinguaggio in generale, i cross over, gli spin off sono il frutto di queste evoluzioni narrative che contribuiscono ad allargare il campo visivo. La serie tv, per natura, è un prodotto perfetto per questo pubblico perché deve essere seguita. Soprattutto le serie di ultima generazione, quelle fortemente serializzate per intenderci.

Tu che serie guardi?

G.C. Io sono un malato, sono capace di seguire sei o sette serie contemporaneamente. Ero un fan di “X Files”, oggi seguo “The Office”, “Extras” (vedetela!!), “Dexter”, “True Blood”, “Flash Forward”, “Breaking Bad”, “Heroes” (che eperò è scaduto) e ovviamente “Lost”.

Prima di salutarci allora ti chiederei una previsione sul finale di Lost…
G.C. Moriranno tutti. Scherzo, ma devo dire che non ho mai davvero avuto interesse a scoprire la verità, a svelare il mistero, mi piace il viaggio, il racconto, la storia mentre viene raccontata. Credo che "Lost" infondo sia tutta un’ipotesi, un paradosso teso ad elastico. Comunque le realtà parallele sono una soluzione che mi piace.

L'appuntamento con Geek Retrò, lo ricordiamo, è ogni giovedì alle 21:10 sul canale 130 di Sky, anche in replica, o su internet dal giorno successivo.