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Richard Jewell e gli eroi comuni del cinema di Clint Eastwood

Arriva nelle sale il nuovo film del novantenne regista, l'ennesimo incentrato su una persona comune che diventa eroe perché sa fare bene il proprio lavoro

Richard Jewell

17.01.2020 - Autore: Marco Triolo
Nell'anno del suo novantesimo compleanno, Clint Eastwood non accenna a volersi fermare o godersi una meritatissima pensione. Dopo essere apparso nel 2018 nel suo ultimo (ma non è detto) ruolo ne Il corriere – The Mule, ovviamente da lui anche diretto, l'ex Uomo senza Nome torna dietro la macchina da presa per dirigere ancora una volta una storia vera. Quella di Richard Jewell, poliziotto fallito, guardia di sicurezza per necessità, eroe per caso.
 
Nel 1996, durante le Olimpiadi di Atlanta, Jewell scoprì uno zaino sospetto nel Centennial Park e aiutò immediatamente le autorità a sgomberare la zona. Lo zaino esplose poco dopo, uccidendo una donna e ferendo altre centoundici persone. Ma il bilancio avrebbe potuto essere molto più tragico, senza il contributo di Jewell.



Guarda il trailer di Richard Jewell.
 
L'uomo fu in seguito indagato, sospettato di aver piazzato lui stesso l'ordigno per passare da eroe in seguito, date le sue frustrazioni da poliziotto mancato. L'FBI lo escluse dalle indagini tre mesi dopo, ma ormai la stampa ci era andata a nozze. E, nonostante il vero colpevole sia stato poi riconosciuto nel terrorista Eric Rudolph, la reputazione di Jewell non si riprese mai e l'uomo morì poco dopo, a 44 anni, per un attacco cardiaco causato dal diabete.
 
È impossibile non vedere un motivo preciso nella produzione recente di Clint Eastwood. Ormai sono dieci anni che si dedica quasi interamente a storie vere, con l'eccezione di Hereafter (che comunque prendeva il via da un evento reale). Negli ultimi anni è emerso però un nuovo tema portante delle sue opere: da American Sniper ha iniziato a raccontare le vite di persone che sanno fare bene il loro lavoro.



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American Sniper è il più controverso del mazzo, perché racconta di un cecchino infallibile (il Chris Kyle di Bradley Cooper) e affronta il tema della guerra dal punto di vista del singolo. Il film è stato attaccato proprio perché, a differenza di molto cinema bellico, non è interessato a comunicare un messaggio pacifista, quanto piuttosto a mostrare come funzioni la mente di un individuo che quella retorica se l'è bevuta, la trasformata in ragione di vita ed è nato per fare un lavoro sporco, brutto e violento, ma che gli riesce alla perfezione. Eastwood è stato accusato ancora una volta di essere un fascista, un guerrafondaio, ma in realtà è apertamente contro la guerra. Solo che vedendo il film è impossibile capirlo, perché il film parla d'altro.
 
È Sully a esplicitare meglio i temi del nuovo corso eastwoodiano. Tom Hanks interpreta il pilota di linea che, nel 2009, salvò tutti passeggeri del suo volo operando un atterraggio d'emergenza da manuale nel fiume Hudson di New York. In Ore 15:17 – Attacco al treno, Eastwood porta tutto a un livello successivo: per raccontare la storia di tre amici che sventarono un attentato terroristico su un treno diretto a Parigi, ingaggia addirittura i veri protagonisti della storia. In entrambi i film, emergono i ritratti di persone comuni che diventano eroi semplicemente perché sanno fare molto bene il loro lavoro. Conoscono le procedure – il pilota, da un lato, i militari in vacanza dall'altro – e le applicano alla perfezione anche in una situazione di emergenza.



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Dopo The Mule, che torna a parlare di temi più canonici nel cinema americano e in quello di Eastwood – la seconda occasione, il Sogno Americano, per quanto distorto e ribaltato – ma che comunque non rinuncia a parlare di un individuo bravissimo in quello che fa, arriviamo dunque a Richard Jewell. Il protagonista ha il volto e il fisico improbabile (per come ci raffiguriamo un eroe) di Paul Walter Hauser. Non è certamente un vincente, vive con la madre ed è stato licenziato da un lavoro come guardia di sicurezza presso un college. Ma non perché incapace, bensì perché troppo zelante. Ed è questo zelo eccessivo che lo porta, in breve, a lavorare ad Atlanta, ancora come guardia di sicurezza ma per la multinazionale AT&T. Lo stesso zelo lo porta a scoprire lo zaino-bomba e a salvare vite umane.
 
In linea con Sully, Eastwood mostra ancora una volta come l'eroismo possa non essere compreso dall'opinione pubblica. Come, a volte, sia addirittura guardato con sospetto, negato, fatto a pezzi, forse nel tentativo di non sentirsi sminuiti di fronte al raro essere umano che antepone l'interesse comune al proprio. O che sa fare il suo lavoro meglio degli altri.