Poco più di venti ore d’azione, quindici delle quali sono già disponibili in streaming. Fast and Furious diventa adesso una droga da binge-watch con sette degli otto capitoli del franchise appena lanciati su Netflix. Rimangono fuori l’ottavo in cui Dom Toretto affronta Charlize Theron e il debole ma simpatico spin-off Hobbs & Shaw interamente affidato a Dwayne Johnson e Jason Statham.
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Sviluppato nell’arco di due decenni (con il primo capitolo che risale al 2001), il marchio Fast & Furious si è sempre sforzato di compensare freschezza visiva a storie non troppo originali. Trame che però si traducono in una delle migliori “macho-soap” per il grande pubblico.
I sei film interpretati da Vin Diesel - arrivato al franchise prima come attore e poi come produttore – sono un guilty pleasure che si colloca allo stesso livello di Mission: Impossible. Nato come Point Break del nuovo millennio, il marchio "F&F" è diventato velocemente un cugino non troppo lontano della saga con Tom Cruise. Se Ethan Hunt è un super agente segreto in grado di salvare il mondo e farsi strapazzare come un cartone animato, il team Toretto fa esattamente la stessa cosa. Solo dall’interno di un’automobile. Le quattro ruote sono un prolungamento del corpo e dell'animo di questi eroi. Uomini e donne in grado di sfidare le leggi della gravità dietro al volante, completare la missione e quando necessario saltare fuori dalle loro auto in corsa, portando a casa solo pochi graffi. Il loro superpotere è quello di essere una famiglia. Un tema su cui Diesel torna costantemente nei capitoli che ha prodotto, al punto che si potrebbe realizzare uno spin-off interamente dedicato ai pranzi con cui questi personaggi chiudono le loro avventure.
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Sotto la corazza da cattivo ragazzo, il maschio alpha Dom Toretto ha una coscienza che gli permette sempre di fare la cosa giusta. Con la sua lealtà e il suo codice etico è in grado di cambiare la personalità dei suoi nemici. In F&F, infatti, non si butta via niente: i cattivi ritornano e si trasformano in alleati, se non addirittura in eroi (è il caso di Statham, assassino i cui peccati del passato vengono dimenticati e cancellati). I membri stessi della famiglia vengono trasformati temporaneamente in villain, come succede a Michelle Rodriguez nel sesto film o a Toretto in persona nell’ottavo capitolo. I morti tornano dalla tomba, da Letty fatta fuori nel quarto capitolo e tornata nel sesto, a Han che rivivrà nel prossimo nono capitolo.
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Questi eroi si abbracciano, trovano il tempo di ringraziarsi e scusarsi a vicenda. Piangono anche. Ecco perché funzionano. Finché Paul Walker è in scena, Fast and Furious è essenzialmente la storia di un ragazzo che viene accolto in una nuova famiglia. Un clan all'interno del quale diventa un uomo. È Brian il personaggio che ha accompagnato il pubblico nel mondo di Toretto. La morte prematura dell’attore nel 2013 ha costretto la saga a prendere nuove direzioni, perfino ad aprirsi allo humour nel divertente ma pasticciato ottavo capitolo.
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Il settimo film, nonostante sia tutt’altro che compatto per ovvie ragioni produttive (Walker morì nel bel mezzo delle riprese a soli 40 anni), ha un finale che spezza il cuore. Diesel lo ha definito "la scena migliore della storia del cinema". Si esagera, ma si parla certamente di storia del cinema con personaggi e veri attori che si confondono per pochi minuti. E il sorriso finale di Walker (ricreato in digitale) diventa la pietra miliare della saga.
I primi sette capitoli di Fast and Furious sono una vera overdose di azione, incluso il secondo diretto da John Singleton. Un piccolo gioellino del genere poliziesco. E questo nonostante l’assenza di Diesel. Il terzo, Tokyo Drift, è invece quello che ha più difficoltà ad andare avanti. Un capitolo minore che però inaugura l’ingresso nel franchise di Sung Kang nei panni di Han e soprattutto quello di Justin Lin, diventato poi regista dei capitoli quattro, cinque, sei e dell'imminente Fast & Furious 9.
F&F stabilisce un compromesso con lo spettatore: da una parte presenta azione da capogiro al limite della fantascienza, dall’altra non smette mai di servire emozioni. Poco importa il nonsense: l’immagine delle due auto che sfrecciano nelle strade di Rio trascinando un'enorme cassaforte è un qualcosa che il cinema non aveva mai visto prima. La sequenza del carroarmato che corre in autostrada e disintegra tutte le altre auto nel sesto capitolo, merita applausi a scena aperta.
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A maggio saremmo andati al cinema a vedere il nono capitolo. Bisognerà adesso aspettare dieci mesi, dopo il rinvio a causa dell'emergenza Covid. Nel frattempo ci si può consolare facendo un'overdose streaming dei primi sette film. Un must.