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Cinema e traduzione. Quando il titolo originale era meglio

Sono molti i film resi famosi da traduzioni quantomeno fantasiose dei titoli originali, ma spesso si rischia l'autogol.

13.01.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Banale quanto imprescindibile, Se mi lasci ti cancello è l'esempio ormai divenuto classico - e citato fino alla nausea - di come a volte le traduzioni dei titoli originali dei film possano confondere il pubblico e paradossalmente allontanarlo dalla sala o lasciarlo deluso dalla visione di qualcosa che non si aspettava… Ma non è sicuramente l'unico caso. Come confermano settimanalmente gli elenchi delle uscite cinematografiche. E come si rende evidente tornando con la memoria ad alcuni titoli del passato che per un motivo o per l'altro han dovuto subire lo scempio di una versione italiana quanto meno fantasiosa...

Comprensibile che si voglia rendere intelligibile al pubblico non anglofono il significato del titolo selezionato da un regista per presentare la propria opera, ed è difficilmente contestabile la tendenza ad approfittare del titolo utilizzato dagli editori italiani, nel caso di film tratti da libri (anche se in alcuni casi sembra più uno scarico di responsabilità), o a scegliere elementi comunque appartenenti al film e che lo definiscono, ma a volte diventa difficile difendere certe scelte.
 

Per cui, va bene se Intouchables e Road to Perdition diventano Quasi Amici ed Era mio padre, e si capisce - per quanto possano storcere il naso i fan di Tarsem Singh - che si scelga di chiamare Biancaneve il Mirror Mirror del 2012, ma si scivola nel cervellotico per il pur classico L’Esperimento Del Dottor K invece di The Fly (non a caso La mosca nel suo ritorno del 1986 firmato Cronenberg) e per il furbo e 'neo-pruriginoso' Uomini e donne, tutti dovrebbero venire… almeno una volta, molto diverso dall'originario Trust the Man.

Parlando di classici, impossibile non pensare al primo 007, Dr. No, arrivato in Italia nel 1962 come Licenza di Uccidere, che costrinse a trasformare il Licence to Kill del 1989 in 007 - Vendetta privata. Ma anche il Maestro del brivido Alfred Hitchcock dovette accontentarsi di un inatteso - a rischio spoiler - La donna che visse due volte invece di Vertigo, anche se aveva forse più senso l'italiano Intrigo internazionale rispetto all'originale e criptico North by Northwest che lui stesso non seppe spiegare ai suoi attori.
 

Per il resto la lista si allunga di anno in anno, anche se alcuni titoli continuano a procurarci i bruciori di stomaco, quali più quali meno. Su tutti il Prima ti sposo, poi ti rovino (di cui già parlammo) che i fratelli Coen avevano inizialmente intitolato Intolerable cruelty, e che sin dalla sua presentazione al Festival di Venezia del 2003 destò più di qualche perplessità. O il We want sex (2010) che giocava su quanto mostrato da un scena specifica del film rischiando di confondere il pubblico di fronte alla storia di diritti e lavoro femminile di Made in Dagenham.

Il Paradiso amaro (The descendants) con George Clooney e una giovanissima Shailene Woodley è sicuramente più accettabile come rilettura del Blood Story con cui uscì il crudo ed emozionante Let me in, declassato a 'scary movie' sanguinolento con buona pace delle atmosfere create da Matt Reeves nel 2010. O di La promessa dell'assassino di David Cronenberg, che in origine doveva essere Eastern Promises, di Colpo di fulmine: il mago della truffa (nel quale si perdevano tutte le ambiguità del I love you Philip Morris), di L’amore all’improvviso (Larry Crowne), ma soprattutto del quasi vergognoso - per il tentativo 'basso' - Assatanata (Saving Silverman) e di Il ricatto che chiuse il Festival di Torino 2013 senza che si potesse godere del doppio senso dell'originario Grand Piano.
 

Molti titoli, divenuti poi celebri, non suscitano ormai più alcuno scalpore, ma a ben guardare sarebbe da considerare al pari degli altri anche Interceptor (Mad Max, appena riportato al cinema), Terapia e pallottole (Analyze this), Gli Acchiappafilm (Be Kind Rewind), Il Lato Positivo (Silver Linings Playbook), Il buio oltre la siepe (To Kill A Mockingbird), Non aprite quella porta (The texas chainsaw massacre), L’attimo fuggente (Dead Poets Society), Mamma, ho perso l’aereo (Home Alone), Le ali della libertà (The Shawshank Redemption), Pietà per i giusti (Detective Story), Noi siamo infinito (The Perks Of Being A Wallflower), Sogni e Delitti (Cassandra’s Dream), Il ladro di orchidee (Adaptation), Per favore non toccate le vecchiette (The producers), Un bacio romantico (My blueberry nights), Scappo dalla città, la vita l’amore e le vacche (City Slickers) e Belli e dannati (My own private Idaho).

Meno celebri, ma vale la pena citarli - senza alcuna pretesa di esaustività - in ordine sparso anche: Passioni e desideri (360), Benvenuti a ieri (Project Almanac), Posh (Riot Club), La memoria del cuore (The Vow), Come ammazzare il capo… e vivere felici! (Horrible Bosses), Knockout – Resa dei conti (Haywire), Amore a prima svista (Shallow Hal), Sesso e potere (Wag the dog), Piacere, sono un po’ incinta (The Back-Up Plan), Tre uomini e una pecora (A Few Best Men), I segreti della mente (Chatroom), 1921 – Il mistero di Rookford (The Awakening).