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Il ricatto - La nostra recensione

Un gioco continuo, interno ed esterno, che convince piu' della trama gialla che seguiamo nel suo sviluppo.

Grand Piano - Il ricatto<br>

20.03.2014 - Autore: Mattia Pasquini
Peccato che nella decisione della distribuzione italiana, si perda completamente il titolo originale del film, non a caso 'Grand Piano'. A posteriori, dotato di una sua ironia (oltre che decisamente esplicito riguardo l'importanza dello strumento) che l'italico Il Ricatto rischia di azzerare, spostando l'attenzione e creando aspettative.



Sin dall'inizio del film appaiono singoli elementi, indizi, indicazioni di quello che ci aspetta. Il problema sembra quello di riuscire a riconoscerli. Ci si aspetta un thriller, un teso omaggio agli intrighi hitchcockiani, e a quello si tende a restare aderenti. Mentre il tanto ambito e importante pianoforte viene definito una 'freakin' thing', un gargoyle umano accompagna l'apparizione del titolo in un campo che via via si allarga o mentre finiamo per ritrovarci su un aereo 'pazzo' e malridotto dove l'apparizione di Elijah Wood ci fa pensare a qualcosa di piu' serio di quello che sembrava lasciar presagire l'inizio.

"Cosa ti aspettavi?", e' la domanda che resta sospesa. E in effetti anche lui - performer dimesso dopo esser stato promettente giovane prodigio - si avvicina alla serata di Gala nella quale tutto si dipana (e alla quale accede dall'entrata sul retro) con un passo piuttosto casual e improbabile, cedendo spesso - e niente affatto casualmente - il primo piano della scena a inservienti e generici.



Un continuo abbassamento di tono, che piano convince e si insinua. Ma l'abitudine e' piu' forte, e la tentazione di continuare a vederci un propedeutico camuflage e' forte. Tra accenni ripetuti e insistiti all'abitudine al fallimento del nostro 'eroe' si dipana la trama gialla anche se i duetti tra pianista e cecchino distraggono dall'assolo al centro del film ma non dagli interventi dei comprimari: tanto vittime, quanto maldestri complici del piano (con la minuscola) diabolico.

Intervista a Eugenio Mira - Tra l'omaggio a Hitchcock e l'amore per Spielberg

Gli split screen e i rimandi nelle inquadrature scelte da Eugenio Mira creano una simmetria quasi parodistica, che piano si svela. Lo stesso cattivo ha delle titubanze poco credibili, per quanto minacciose e finalmente letali, inserite in un cliche' apparentemente prevedibile. Eppure il finale a effetto chiude un thriller decisamente anomalo, perfettamente rappresentato dalla espressione sconcertata a fanciullesca di Elijah Wood e nelle riprese del regista, che non spiccano ne' fanno la differenza ma hanno il merito di essere coerenti e funzionali al tono scelto.

L'epilogo e' la definitiva conferma. A sopresa, ma sospeso. E soprattutto nelle mani dell'interpretazione dello spettatore, che potra' scegiere se restare insoddisfatto o meno di una chiusura tanto…

Il ricatto e' distribuito da M2 Pictures, a partire dal 20 marzo 2014.