
Dieci performance che puntavano all'Oscar ma che sono terribili

Gotti (2018)
Vincere un'Oscar non è solo questione di bravura, ma anche di calcolo. Ci sono ruoli che sono praticamente creati per essere calamite per Oscar, ruoli in biopic o in drammi strappalacrime dai temi importanti. Ma a volte un errore di calcolo può portare un grande attore, o una grande attrice, a fare una figuraccia terribile in un film che, in breve, viene dimenticato, o che all'uscita viene aspramente criticato. Ecco dieci casi in cui questo è successo...
A cominciare da Gotti. Il film biografico interpretato da John Travolta e incentrato sulla storia vera del padrino John Gotti, sulla carta poteva rappresentare il riscatto della carriera di Travolta. In realtà l'attore dà un'interpretazione piena di cliché in un film che nei cliché affoga completamente. Essendo appena uscito in USA, Gotti potrebbe ancora farcela a essere selezionato ai prossimi Academy Awards, ma è piuttosto improbabile che accada.
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Chapter 27 (2007)
Jared Leto ingrassò di 30 chili per interpretare Mark David Chapman, l'assassino di John Lennon, nel thriller Chapter 27. Ma il film risulta infine un'operazione anonima e lievemente cinica, e lo sforzo dell'attore cade così nel vuoto.

Mi chiamo Sam (2001)
Sean Penn sembra più la caricatura di una persona che soffre di ritardo mentale così come sarebbe immaginata in una puntata dei Simpson o di Sout Park, in questo dramma invecchiato maluccio. Fu in effetti nominato all'Oscar, ma non lo vinse.

Collateral Beauty (2016)
Will Smith, Kate Winslet, Edward Norton, Keira Knightley e il resto del cast di Collateral Beauty vinsero un Razzie collettivo per la loro performance in questo melodramma in cui un manager di successo (Smith) cerca di superare la depressione per la morte della figlia. Una sorta di favola moderna che, sulla carta, doveva apparire come una scommessa sicura per i produttori. Ma che si rivelò troppo studiata a tavolino per strappare qualche lacrima in sala.

Mr. Church (2016)
Eddie Murphy ha fatto una serie di scelte di ruoli discutibili negli ultimi anni, senza mai riuscire a risollevare la propria carriera. Ma Mr. Church è sicuramente uno dei più discutibili tra i suoi ruoli, in un film che vorrebbe parlare delle relazioni razziali in America, ma che fatica ad andare oltre un livello molto superficiale. E Murphy, che chiaramente puntava alla nomination interpretando un ruolo normalmente fuori dalle sue corde, risulta monocorde.

A Royal Weekend (2012)
Bill Murray dove lo metti sta. Ma anche lui si sente a disagio a interpretare Franklin Delano Roosevelt, uno dei più amati presidenti americani, in questo filmetto che non funziona né come love story leggera né come storia politica.

J. Edgar (2011)
J. Edgar fa parte degli svariati tentativi di Leonardo DiCaprio di vincere un Oscar (prima del tentativo che ebbe successo, Revenant). Purtroppo, fa anche parte delle pellicole meno riuscite della recente carriera di Clint Eastwood, un biopic tradizionale con poca verve. Si capisce perché DiCaprio provasse interesse per il ruolo di Hoover, ma ne esce una performance controllata e accademica.

Diana - La storia segreta di Lady D (2013)
Poco, a parte l'azzeccata pettinatura, si ricorda del ruolo di Naomi Watts in questo biopic abbastanza anonimo su Lady Diana. Peccato, perché solitamente l'attrice è magnetica, ma qui è schiacciata dagli ingranaggi di un genere che, se non propriamente gestito, rischia di sembrare televisivo nel peggiore del modi.

Grace di Monaco (2014)
Un problema simile affligge Grace di Monaco. Si tratta di un biopic troppo standard per lasciare il segno. Difficilmente scende sotto la superficie per arrivare alla vera essenza di Grace Kelly. E la performance da statuina di Nicole Kidman non aiuta di certo.

The Danish Girl (2015)
Eddie Redmayne aveva appena vinto un Oscar per La teoria del tutto e, con The Danish Girl, stava chiaramente provando a fare la doppietta. Peccato che, nel ruolo del primo transgender della storia, Redmayne risulti eccessivo, ruffiano e affettato.