The Wolf of Wall Street

The Wolf of Wall Street

Basato su una storia vera, The Wolf of Wall Street segue l’impressionante ascesa e la caduta di Jordan Belfort, il broker di New York che conquistÒ una fortuna incredibile truffando milioni di investitori. Il film segue la folle cavalcata di Belfort, un giovane “nuovo arrivato” a Wall Street che si trasforma via via in un corrotto manipolatore dei mercati e in un cowboy della Borsa. Avendo conquistato rapidamente una ricchezza enorme, Jordan la utilizza per comprarsi un’infinita gamma di vizi: donne, cocaina, automobili, la moglie supermodella e una vita leggendaria fatta di aspirazioni e acquisti senza limiti. Ma mentre la societÀ di Belfort, la Stratton Oakmont, È sulla cresta dell’onda e sguazza nella gratificazione edonistica piÙ estrema, la SEC e l’FBI tengono d’occhio il suo impero contrassegnato dagli eccessi.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
The Wolf of Wall Street
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
01 distribuzione
DURATA
180 min.
USCITA CINEMA
23/01/2014
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2013
di Adriano Ercolani

Il nuovo film di Martin Scorsese ha il sapore violento della vendetta.

La vittima (un tempo carnefice) sono gli anni ’80, un decennio contraddittorio che ha segnato il momento artistico e personale piÙ difficile per il cineasta newyorkese. Dopo essersi aperto con il trionfo di Toro scatenato erano arrivati sonori fiaschi al botteghino, sequel su commissione, incomprensioni della critica, e infine la feroce polemica riguardante il suo film ancora oggi piÙ personale, L’ultima tentazione di Cristo.

Col passare degli anni e dei capolavori Scorsese si È preso il suo tempo, i suoi strameritati premi, e adesso ha servito la sua visione venefica di quel periodo. Senza alcun timore e tanto meno alcun freno. The Wolf of Wall Street È infatti un vulcano smodato di situazioni, personaggi, paradossi umani e sociali messi in scena con funambolico istrionismo. Come fece proprio nel 1985 con un piccolo grande gioiello qual era Fuori orario, Scorsese si scaglia contro lo yuppismo rampante di una generazione superficiale, ingorda, sprezzante le regole. Dietro la facciata perbenista e leccata delle apparenze gli anni ’80 non avevano etica, e questo film mostra proprio questo. Stavolta di condensare la materia tratta, di misurare i toni o le interpretazioni a Scorsese proprio non frega nulla: non cerca un baricentro narrativo nÉ una coerenza estetica, vuole soltanto far esplodere il prodotto filmico perchÉ restituisca proprio attraverso la sua forma non plasmata il vuoto cosmico di quell’epoca scintillante. Ecco allora che in alcuni momenti The Wolf of Wall Street non sembra neppure un film di Martin Scorsese: c’È dentro molto del miglior John Landis, una spruzzata di Zucker, Abrahams & Zucker, forse addirittura alcune spruzzate goliardiche del Tarantino piÙ leggero. La storia di ascesa e caduta del protagonista, votato all’eccesso da una recondita pulsione autodistruttiva, potrebbe essere accostata a quelle molto piÙ strutturate di Toro scatenato o CasinÒ. Possibile, anche se piuttosto improbabile, vista la scelta precisa del cineasta di scardinare il senso del ritmo narrativo e (perchÉ no?) la raffinatezza dell’immagine di quei grandi film. PerchÉ The Wolf of Wall Street si compiace – fin troppo – di essere un mostro sgangherato di tre ore, di essere in alcuni momenti “brutto” nella pura forma filmica. Un prodotto gioioso, immorale, repellente, senza quell’ansia catartica, quel desiderio di redenzione che pervadeva ferocemente il cinema di Scorsese.

Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Kyle Chandler, Margot Robbie, John Bernthal, Jean Dujardin, Matthew McConaughey in uno straordinario cameo: sono tutti perfetti al servizio di questo non-disegno, di questo schizzo violento che metaforicamente ricorda i quadri astratti di Lionel/Nick Nolte in Lezioni dal vero (episodio di New York Stories), paradossalmente uno dei piÙ grandi momenti del cinema degli anni ’80. The Wolf of Wall Street Scorsese non l’ha costruito: in maniera salutare, perfino ammirevole, l’ha vomitato.