Festiva di Cannes 2016
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Money Monster, intervista a Jodie Foster: "Vi racconto come ho trasformato Clooney in uno stronzo"

Attrice, regista, icona del grande cinema. La Foster si racconta da Cannes ai microfoni di Film.it

Money Monster, intervista a Jodie Foster

12.05.2016 - Autore: Pierpaolo Festa, da Cannes (Nexta)
Prima di Money Monster Jodie Foster ha diretto altri tre lungometraggi (Il mio piccolo genio nel 1991, A casa per le vacanze nel 1995 e Mr. Beaver nel 2011), questa volta però la vediamo tenere in mano le redini del suo film più grande in termini di sforzo produttivo: "Sono una persona molto calma e molto brava nel prendere decisioni - ci racconta quando la incontriamo nella suite dell'Hotel Carlton di Cannes - Questo film rappresentava una sfida tecnica impossibile: vi mostriamo un'azione che accade in tempo reale ripresa da quattro telecamere TV, una macchina da presa e mandata in onda su venticinque monitor nella sala di controllo e su tanti schermi televisivi che vediamo nelle scene del film. Sincronizzare tutte le azioni in diretta è stato un rompicapo impossibile. Non dormo da due anni!" (sorride).

L'altra missione impossibile che ha compiuto è stata trasformare Clooney in un perfetto str...
Un perfetto stronzo sì. E George si è tuffato nel personaggio. Eravamo tutti consapevoli che ci volesse coraggio per farlo. Lui si rende ridicolo sin dall'inizio: lo vediamo nei panni di un egoista, uno a cui non importa nulla della gente. Non ha un'etica giornalistica, è un vigliacco e beve sul lavoro. Tutto questo succede all'inizio del film. George è stato coraggiosissimo. Soltanto nel terzo atto capisce che tutto questo viene fuori da un odio per se stesso: non sa chi è davvero, anzi pensa di essere un fallito. Il momento in cui questo senso di vergogna emerge è quello in cui lui diventa umano. 
 
A parte la presenza delle star, Money Monster è un film a medio budget, un film che strizza l'occhio a un modo di fare cinema che appartiene al passato. Uno di quei film made in USA sempre più difficili da trovare in sala...
E forse chi lo sa, potrebbe anche essere l'ultimo film così. Oggi ormai al cinema si vedono solo franchise e film sui supereroi. Trovare il budget per Money Monster è stato facilissimo solo nel momento in cui George Clooney ha accettato di interpretarlo. Ci abbiamo messo letteralmente cinque minuti dopo due anni di lavoro sul copione! 

Come mai così tanto tempo per la sceneggiatura?
Perché volevamo metterla a punto senza alcun finanziatore. Non volevamo essere pressati da terzi. Anche questo è un film che si rivolge al grande pubblico e che cerca di spronare l'intelletto degli spettatori, una cosa sempre più rara nel cinema mainstream.

Una volta parlavo con John Turturro e mi raccontava di non essere in grado di riguardare il suo primo film, Mac. Perché si vergogna dei suoi errori da regista esordiente. Quello però è un gran bel film. Succede la stessa cosa a lei con Il mio piccolo genio?  
E' vero, è difficilissimo guardare il primo film che hai diretto. Ma è anche vero che quelle opere prime sono uniche perché sono lavori di pancia. Riguardo Il mio piccolo genio e mi sembra un film immaturo, dove tutto è schematizzato, tutto è bianco o nero. All'epoca avevo solo venticinque anni, non avevo di certo una visione complessa della natura umana, ma allo stesso tempo stavo facendo un film su un bambino, quindi non ce l'aveva nemmeno lui! Direi che è una scommessa sicura fare il primo film con un bambino come protagonista. 

La Foster in Taxi Driver, guarda le foto: i protagonisti del film ieri e oggi

Taxi Driver ha appena compiuto quarant'anni. Il silenzio degli innocenti ventinque. Con quanta nostalgia vive questi anniversari? Oppure è un momento drammatico per lei? 
Con la consapevolezza di essere stata molto fortunata a fare film negli anni Sessanta e Settanta, l'età dell'oro del cinema. E poi ho continuato negli Ottanta, Novanta, Duemila e Duemiladieci, assistendo al cambio generazionale dei registi. Sembra tutto così lontano, ma questi anniversari mi costringono a guardare indietro. D'un tratto mi sento fiera di aver raggiunto tappe importanti nella mia vita.
 
Torniamo dietro la macchina da presa, dove è diretta la Jodie Foster regista? 
Mi vedo tranquillamente mentre alterno film così grossi a prodotti più piccoli o film per la TV. Su Money Monster ho capito di essere in grado di correre dei rischi produttivi di cui prima avevo paura. Per quanto riguarda il futuro mi piacerebbe passare dai miei film molto verbosi dove tutti parlano, a storie più silenziose e più forti in quanto a emozioni. Probabilmente è lì che sono diretta.

Guarda anche: Il silenzio degli innocenti venticinque anni dopo, che fine hanno fatto i protagonisti?

O probabilmente le chiederanno anche di fare un film di supereroi adesso...
E io probabilmente dirò loro di no! 
 
Chiudiamo con la domanda tradizionale: qual era il poster che Jodie Foster aveva in camera da ragazzina?
Borsalino, il film con Jean Paul Belmondo e Alain Delon. Mia madre amava quel poster, lo ha fatto incorniciare e lo abbiamo appeso in camera. 

Money Monster - L'altra faccia del denaro è attualmente nei cinema italiani distribuito da Warner Bros. Italia