Festiva di Cannes 2014
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Top Ten: vent'anni di Palme d'Oro

I dieci migliori film ad aver vinto il Festival di Cannes dal 1994 a oggi

Pulp Fiction

06.05.2014 - Autore: Marco Triolo
Nel 1994, Pulp Fiction vinceva la Palma d'Oro a Cannes lanciando una nuova era del cinema americano. Vent'anni sono passati e molti altri film, tutti diversissimi, hanno raggiunto il traguardo massimo del Festival di Cannes. All'edizione 2014 mancano pochi giorni ormai, e qui potete dare uno sguardo alle pellicole in gara. Qui vogliamo invece tornare indietro ed esaminare i migliori dieci film ad aver vinto la Palma dal '94 a oggi. Cominciando proprio con...



Pulp Fiction (1994) – Quentin Tarantino
Il capolavoro di Tarantino ebbe l'effetto collaterale di convincere schiere di giovani registi che bastassero un paio di dialoghi con riferimenti pop e un montaggio non cronologico per realizzare un grande film. Ma Pulp Fiction era ben di più: un concentrato di amore per il cinema, personaggi memorabili quanto le loro battute, scrittura e regia ai massimi livelli. Fu anche la fortuna di John Travolta, che a Tarantino deve la sua rinascita negli anni '90.



Underground (1995) – Emir Kusturica
Altro film ad aver segnato l'immaginario cinematografico (e musicale) degli ultimi vent'anni. Underground di Kusturica adotta uno stile grottesco nel mettere in scena la storia di due amici inseparabili durante tre periodi della storia jugoslava, dalla Seconda Guerra Mondiale alla guerra civile. La colonna sonora epocale di Goran Bregovic e il finale surreale fanno il resto.



Segreti e bugie (1996) – Mike Leigh
Mike Leigh, in gara quest'anno con Mr. Turner, firmò uno dei suoi capolavori con Segreti e bugie, film che ottenne ben due premi dalla giuria guidata da Francis Ford Coppola – Palma d'Oro e migliore attrice, l'eccezionale Brenda Blethyn, che vinse anche ai Golden Globe – e il premio della Giuria Ecumenica.



Dancer in the Dark (2000) – Lars Von Trier
Uno dei film migliori di Lars Von Trier, di certo uno dei suoi più famosi. Interpretato da Bjork, nei panni di un'immigrata ceca in America con una malattia che la sta rendendo... cieca, si tratta di un musical sui generis che sposa i tratti cupi dell'autore danese e il suo ben noto accanimento sulle sue protagoniste, con una dimensione onirica salvifica. Palma d'Oro e migliore attrice (Bjork), standing ovation e controversie come da programma quando c'è Von Trier. Bjork dichiarò che non avrebbe mai più lavorato con lui.



La stanza del figlio (2001) – Nanni Moretti
Punto alto della filmografia di Nanni Moretti, La stanza del figlio è anche l'ultimo film italiano ad aver vinto la Palma d'Oro. Meritatissima: l'elaborazione del lutto di una famiglia dopo la perdita del figlio adolescente è commovente senza essere lacrimevole, perché lo stile asciutto di Moretti non concede nulla al melodramma. Anzi, si chiude con una speranza che, per una volta, non sembra una consolazione posticcia. Moretti vinse anche il premio FIPRESCI.



Fahrenheit 9/11 (2004) – Michael Moore
Dieci anni fa, i tempi erano maturi perché Michael Moore ricevesse la Palma d'Oro. Era l'epoca di Bush e della sua bellicosa politica estera, dell'invasione dell'Iraq e delle proteste studentesche. Tarantino, da vincitore, divenne quell'anno presidente della Giuria e premiò il connazionale nel momento del suo massimo splendore. Fahrenheit 9/11, pur con le sue forzature, è un documento ancora valido di quegli anni e una riflessione dolorosa sulla più grande tragedia americana.



Il vento che accarezza l'erba (2006) – Ken Loach
Altro autore che torna quest'anno in competizione – per altro con un film come Jimmy's Hall, che tratta del medesimo periodo della storia d'Irlanda – Ken Loach raggiunse il suo massimo successo al botteghino con un film di guerra emotivamente e visivamente potente, adorato dalla critica e giustamente premiato dalla giuria di Wong Kar-wai.



The Tree of Life (2011) – Terrence Malick
Come ogni film di Terrence Malick, anche The Tree of Life fu un parto, nonché un evento attesissimo da cinefili e critici di tutto il mondo. Non stupisce, dunque, che il suo ambizioso racconto della vita di una famiglia americana anni '60, guidato da un magnetico Brad Pitt, abbia vinto la Palma d'Oro. The Tree of Life è uno di quei film che tenta di parlare di tutto, unendo l'infinitamente grande (la storia della vita sulla Terra) con l'infinitamente piccolo. Ed è uno di quei film che riesce nell'impresa.



Amour (2012) – Michael Haneke
Seconda Palma d'Oro in tre anni per Haneke, che vinse anche con Il nastro bianco nel 2009. Una toccante storia d'amore portata alle conseguenze estreme e uno dei migliori film mai realizzati sulla terza età e il ruolo degli anziani nella nostra società. Con due attori straordinari come Jean-Louis Trintignant ed Emmanuelle Riva.



La vita di adele (2013) – Abdellatif Kechiche
Dopo Amour, un altro lato inedito dell'amore: quello tra due ragazze, Adele (Adèle Exarchopoulos) ed Emma (Lea Seydoux). Una love story travolgente, un ritratto vero e, proprio per questo, ancora più romantico. Il tutto raccontato con stile asciutto e senza concessioni ai luoghi comuni o all'enfasi. La Giuria (guidata da Steven Spielberg) consegnò per la prima volta la Palma al regista Abdellatif Kechiche e alle due attrici.