Quinto capitolo di un franchise che già annuncia i prossimi TRE (a partire dal Bumblebee del 2018), Transformers – L'ultimo cavaliere non si discosta dalle tendenze viste nella saga diretta da Michael Bay. Corso ai ripari dopo il disastro de La vendetta del Caduto, il regista losangelino non sembra riuscire a replicare l'effetto del primo film del 2007. Difficile, anche con un team di sceneggiatori capace di proporre quattordici storie diverse da produrre, trovare una sintesi.
Ma con oltre duecento milioni di budget e due ore e mezzo di montato probabilmente non era quello l'obiettivo, soprattutto dovendo trovare un nuovo presupposto per portare avanti la storia, recuperare i personaggi in sospeso, introdurne necessariamente altri anche per permettere futuri sviluppi… Il problema, al solito, è nella verbosità del processo, nella prolissità di spiegoni inevitabili per una saga che ogni volta deve sostenere la propria ipertrofia (e renderla comprensibile al pubblico) e di scontri interminabili, nei quali a un netto miglioramento delle coreografie sembra corrispondere una sempre meno convincente distinzione tra le parti in causa.
[Bumblebee: Hailee Steinfeld protagonista dello spin-off dei Transformers]
Dopo Autobot, Decepticon e Dinobot nella danza entrano oggi anche un gruppo di reietti, una 'nobile dozzina' di Cybertron, una divertente sezione europea (con i Transformer migliori: lo Squeaks-Vespa, il Cogman-Aston Martin e l'Hot Rod doppiato da Omar Sy in originale) e la subdola Creatrice Quintessa. Un Gran Varietà che se asciugato avrebbe molti più meriti proprio per la gestione di tanto materiale e per la capacità di ritagliare, nel mare magno in tempesta, lo spazio per i divertenti siparietti di Casa Hopkins (ancora una volta relegato al ruolo di narratore logorroico, per fortuna non solo) e per gli accenni a un passato segreto, che ha sollevato non poche polemiche per l'utilizzo della residenza di Sir Winston Churchill per la scena del quartier generale di Hitler.
Alla fine della fiera restano il solito effetto Fast & Furious per i fan più incalliti e le perplessità di sempre sulle scelte narrative di Bay, che avrà tempo per correggere o meno il tiro realizzando qualcun altro dei trattamenti rimasti da affrontare (ma sarebbe una sorpresa lo facesse, basterebbe che evitasse tanto autocompiacimento e la tendenza a replicare un modello ormai decennale). Come resta anche un fondo di curiosità per dove scaverà la saga dopo il Medioevo e cosa comporteranno l'investitura di Mark Whalberg a 'Prescelto' (e quindi irrinunciabile) e le ultime scelte di Optimus Prime…
Transformers – L'ultimo cavaliere, in sala dal 22 giugno 2017, è distribuito da Universal Pictures.
LEGGI ANCHE: TRANSFORMERS, I FILM DELLA SAGA CLASSIFICATI DAL PEGGIORE AL MIGLIORE
Ma con oltre duecento milioni di budget e due ore e mezzo di montato probabilmente non era quello l'obiettivo, soprattutto dovendo trovare un nuovo presupposto per portare avanti la storia, recuperare i personaggi in sospeso, introdurne necessariamente altri anche per permettere futuri sviluppi… Il problema, al solito, è nella verbosità del processo, nella prolissità di spiegoni inevitabili per una saga che ogni volta deve sostenere la propria ipertrofia (e renderla comprensibile al pubblico) e di scontri interminabili, nei quali a un netto miglioramento delle coreografie sembra corrispondere una sempre meno convincente distinzione tra le parti in causa.
[Bumblebee: Hailee Steinfeld protagonista dello spin-off dei Transformers]
Dopo Autobot, Decepticon e Dinobot nella danza entrano oggi anche un gruppo di reietti, una 'nobile dozzina' di Cybertron, una divertente sezione europea (con i Transformer migliori: lo Squeaks-Vespa, il Cogman-Aston Martin e l'Hot Rod doppiato da Omar Sy in originale) e la subdola Creatrice Quintessa. Un Gran Varietà che se asciugato avrebbe molti più meriti proprio per la gestione di tanto materiale e per la capacità di ritagliare, nel mare magno in tempesta, lo spazio per i divertenti siparietti di Casa Hopkins (ancora una volta relegato al ruolo di narratore logorroico, per fortuna non solo) e per gli accenni a un passato segreto, che ha sollevato non poche polemiche per l'utilizzo della residenza di Sir Winston Churchill per la scena del quartier generale di Hitler.
Alla fine della fiera restano il solito effetto Fast & Furious per i fan più incalliti e le perplessità di sempre sulle scelte narrative di Bay, che avrà tempo per correggere o meno il tiro realizzando qualcun altro dei trattamenti rimasti da affrontare (ma sarebbe una sorpresa lo facesse, basterebbe che evitasse tanto autocompiacimento e la tendenza a replicare un modello ormai decennale). Come resta anche un fondo di curiosità per dove scaverà la saga dopo il Medioevo e cosa comporteranno l'investitura di Mark Whalberg a 'Prescelto' (e quindi irrinunciabile) e le ultime scelte di Optimus Prime…
Transformers – L'ultimo cavaliere, in sala dal 22 giugno 2017, è distribuito da Universal Pictures.
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