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Magic Mike XXL - La recensione in anteprima

Tornano Channing & Co in un sequel dinamico e oversize, ma gli spogliarellisti stavolta sono meno convincente sotto molti punti di vita

01.07.2015 - Autore: Mattia Pasquini (nexta)
"Bigger": questa era stata la parola d'ordine di Channing Tatum quando nel 2012 iniziò a circolare la voce di un sequel del Magic Mike di Steven Soderbergh. Ma non sempre - nonostante il contesto in cui rischiamo di addentrarci - più grande e' sinonimo di migliore. Magic Mike XXL, infatti, amplia il raggio e la durata, ma senza riuscire ad offrire una pienezza di racconto come era stato per il precedente, nel quale il perseguimento dei propri sogni si inseriva in una cornice di precarietà e incertezza che lo rendeva vero e interessante.



E non è solo per l'assenza del Dallas di Matthew McConaughey (che probabilmente avrà fatto prolungati scongiuri per la citazione nella premessa), ma per una generica incapacità di dare corpo al racconto, soprattutto un senso. L'impressione, sin dall'inizio, è di non aver saputo trovare una scusa per mostrare legittimamente i nostri cinque discinti e nerboruti eroi. Eppure aver continuato a procedere.

Emblematico il road trip che costruisce il film, in questo senso, che nelle sue varie tappe offre la possibilità di diversi siparietti e a tutti i componenti del gruppo di mettersi in mostra e di avere il proprio momento. Anche in maniera forzata e stereotipata, decisamente poco convincente, come per i momenti 'Reiki' del simpatico e riflessivo Matt Bomer.



Una lunga esibizione anch'essa, insomma. Che poteva rivelarsi la soluzione giusta, per quanto slegata e disomogenea, ma che - come molti numeri sul palco - denuncia rapidamente le proprie debolezze. Caratterizzazioni e dinamiche personali sono grossolane, spesso limitate alla scena che ci viene mostrata; tutto è secondario, tutto punta all'obiettivo finale: la 'mitica' convention di strippers di Myrtle Beach. In mezzo, una sequela di numeri trascurabili. Salvo, forse, quello appassionato iniziale e la conclusione 'a specchio' del frontman Tatum (e - volendo - la parentesi 'Autogrill', resa divertente dalle espressioni della 'vittima').



Dove erano ironia e riferimenti, troviamo solo eccessi e stereotipi. E una serie di immagini che davvero non fanno onore al Gregory Jacobs di Criminal (e secondo di Soderberg in molti film celebri), tanto le scene di gruppo - non di ballo - appaiono spesso mal inquadrate e fotografate. Paradossalmente, un film fatto di tempi compressi, di temi non sviluppati, o sviluppati con superficialità e fretta, di lunghe preparazioni e riflessioni risolte in pochi minuti; ma insieme un film lunghissimo. Tanto nella durata reale, quanto in quella percepita (soprattutto nella prima metà).

Avrebbe forse aiutato ad alleggerire il carico - e magari a migliorare il ritmo (altra nota dolente, tanto nel macro quanto nelle singole interazioni) - l'eliminare qualche macchietta, magari quella della 'Milf Night' o la parentesi 'Free Style', probabilmente inserite per cavalcare l'ennesima moda o 'parola chiave' buona per un lancio su facebook. O magari abbreviare la lunga 'tappa' al Domina di Jada Pinkett Smith, in versione Fish Mooney di Gotham, o glissare su alcune volgarità decisamente gratuite (su tutte, il mescolare vini rossi pregiati in uno stesso bicchiere).



Un film che voleva forse essere elegia a una vita nuova, celebrazione di nuovi rapporti e occasione di mostrare nuovi numeri di ballo, ma che in definitiva evidenzia la strumentalità dei singoli elementi di una missione che non ha reale ragion d'essere. E che speriamo abbia avuto il suo canto del cigno nel frettoloso quanto approssimativo lieto fine di una vicenda sostanzialmente noiosa.


Magic Mike XXL, in sala dal 24 settembre 2015, è distribuito da Warner Bros.



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