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La recensione di Maze Runner: La rivelazione - Si chiude la trilogia young adult 

Si aspettavano risposte sin dai tempi del Labirinto, ma il capitolo finale della saga non tocca quei livelli e non offre molto più di quanto già visto.

24.01.2018 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
La fuga da Il labirinto si è conclusa, oggi è il momento di Maze Runner - La rivelazione, terzo film di Wes Ball e della trilogia della quale è stato regista sin dall'inizio. Ma ogni rivelazione presuppone delle conseguenze, anche se la saga originale - nata dai romanzi di James Dashner - continuava poi con dei prequel e qui il franchise sembra chiudersi con un finale sufficientemente elegiaco e consolatorio, per quanto potenzialmente aperto. Il problema è semmai che per arrivarci il percorso si è andato facendo sempre più prevedibile e forzato da rendere quanto meno poco consigliabile insistere sull'argomento.



L'attacco al treno iniziale lascia ben sperare, ma l'azione è talmente iperbolica e incredibile che anche la sospensione dell'incredulità viene messa a dura prova, e forse miete già le prime vittime tra gli spettatori. Ben disposti a proseguire, per scoprire l'esito di questo annunciato "capitolo finale". Che non lesina azione, dramma e i piani articolati che nel secondo avevano fatto la fortuna del Thomas di Dylan O'Brien (persino infortunatosi su questo set). Ma che purtroppo viene meno proprio nella varietà delle soluzioni offerte.

Onore al merito del trentasettenne regista, che imparando dai propri sbagli - e memore della buona prova offerta tra le mura del Labirinto del primo Maze Runner - torna a restringere l'orizzonte e ambienta le sequenze migliori all'interno della tanto vituperata W.C.K.D., in corridoi claustrofobici e lucasiani. Ridotti i rischi di agorafobie pericolose, si nota la cura visiva dedicata alle scene, rese più facili da gestire e fotografare (soprattutto da un ex visual effect supervisor come lui), che purtroppo non fa che lasciare la sensazione di aver perso una buona occasione.



Il film, infatti, si allontana nel suo incedere. Per il ripetuto sfruttamento di alcuni strumenti narrativi ed escamotage, che uccidono ogni possibile thrilling, e per la trasformazione dell'eroe in un messia aggressivo e determinista poco credibile e privo di un effettivo physique du rôle. Il risultato finale è una confezione vuota, una raccolta della quale già conosciamo il contenuto e che - dopo aver mostrato fin troppo pudore - concentra i suoi drammi maggiori nel momento di minor impatto emotivo. Più interessante, per chi riuscirà a vedere il film in originale, l'attenzione al linguaggio dei ragazzi, molto diversi tra loro per inflessioni, provenienza ed estrazione e (ammesso che fosse voluta) la citazione del Billy Wilder di A qualcuno piace caldo.

Maze Runner - La rivelazione, in sala dal 26 gennaio 2018, è distribuito dalla 20th Century Fox.