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Stasera in TV 4 agosto: A qualcuno piace caldo, il classico di Billy Wilder

L'indimenticabile commedia di Wilder resta uno di quei film che vale la pena rivedere sempre...

04.08.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Un Oscar e tre Golden Globe per uno dei capolavori della Commedia statunitense, A qualcuno piace caldo di Billy Wilder torna sul piccolo schermo per ricordarci la grandezza di un autore prolifico e geniale, le qualità di uno dei più grandi attori di sempre, Jack Lemmon, e la bellezza sincera e a tratti amara, per molti sensi, della divina Marilyn Monroe, in uno degli ultimi film prima della sua drammatica scomparsa

Il film. Testimoni involontari del massacro di San Valentino a Chicago, per opera di Al Capone & Co., due suonatori d'orchestra scappano, travestiti da donna, e si aggregano a un'orchestra femminile di jazz diretta a Miami... Joe e Jerry, così, diventano Josephine e Daphne. I due, pur cercando di salvare la pelle inseguiti dai gangster sulle loro tracce, finiscono il primo per innamora perdutamente di 'Zucchero', suonatrice di ukulele un po' svampita, e il secondo per dover difendersi dalla corte spietata di uno strambo miliardario in vacanza.



Dietro le quinte. Durante la lavorazione ci si riferiva al film con il titolo di Not Tonight Josephine, ma in quello definitivo il riferimento e al tipo di jazz - "caldo" appunto - più ricco e caratterizzato di improvvisazioni. Un cambio ormai divenuto storia, come anche quelli negli interpreti, che in origine avrebbero potuto essere Bob Hope per il ruolo di Josephine (Tony Curtis), Mitzi Gaynor (solo fino a che Marilyn non accettò) e Frank Sinatra, Danny Kaye o Anthony Perkins per il ruolo di Daphne (Jack Lemmon), oltre a Jerry Lewis, che rifiutò per non doversi travestire (a lungo Lemmon gli mandò cioccolatini ogni anno per ringrazialo di avergli permesso di raggiungere la nomination all'Oscar). Oggi fa sorridere la scelta del Kansas di bandire il film dalle proprie sale perché "troppo disturbante per il Kansas". Come anche scoprire i dietro le quinte legati alla divina Marilyn, allora incinta e che spinse per girare interamente all'Hotel Del Coronado di San Diego proprio per non doversi muovere troppo. Leggendari sono rimasti i suoi infiniti ciak, durante la lavorazione: 47 per la sola battuta "It's me, Sugar" e ancor più per il "Where's the bourbon?" che costrinse Wilder prima a scrivere la frase corretta in un cassetto, poi in tutti i cassetti (perché l'attrice non ricordava quale fosse quello giusto) e infine a rinunciare, facendola doppiare, dopo che al cinquantanovesimo tentativo, quello buono, la Monroe aveva finito per dare le spalle alla macchina da presa! Fu grazie a lei, però, se il film è in bianco e nero, come voluto dal regista, che la convinse a non far valere una clausola del contratto per cui tutti i suoi film sarebbero dovuti essere girati a colori (evitando così il problema del colorito innaturale assunto dai due protagonisti maschili con il trucco).

Perché vederlo. C'è bisogno di un motivo specifico per consigliare una tale pietra miliare della Storia del Cinema e della Commedia americana? Una lezione unica e indimenticabile del grande Billy Wilder, semplice e irresistibile e forte di interpretazioni incredibili da parte di attori protagonisti e non. Talenti diversi e immensi agli ordini di un perfezionista geniale danno come risultato un meccanismo a orologeria che procede per situazioni e dialoghi brillanti, sarcasmo e fatalismo, fino a rivelare - ai più attenti - alcune modernità (come nell'accettazione finale di un amore 'diverso' dal solito, dopo il lungo gioco en travesti) e più di una ombra…



La scena da antologia. Senza 'rivelare' il leggendario e citatissimo finale (con la frase affidata a Joe E. Brown), ai pochi fortunati che non lo avessero mai visto (e che avranno il piacere di goderselo per la prima volta), tutti noi abbiamo sognato di essere su quel treno verso la Florida, con Marilyn Monroe, Tony Curtis e Jack Lemmon. E di poter partecipare alla divertita e scanzonata jam session delle Society Syncopators.

I premi. Purtroppo delle sei nomination agli Oscar, il film vinse solo quella per i Migliori costumi (a Orry-Kelly), pur assicurandosi il Golden Globe per la Miglior Commedia o Musicale e per i Migliori Attore (Jack Lemmon, vincitore anche del BAFTA) e Attrice (Marilyn Monroe). Consolatoria per Billy Wilder fu la vittoria della Miglior Sceneggiatura da parte dell'associazione di categoria (WGA) dopo un numero interminabile di candidature che non portarono a nulla…

Dove e quando. Alle 21.10 su Rai Movie, canale 24 del digitale terrestre e 14 della piattaforma satellitare TivùSat.