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Stasera in TV 4 settembre: La bellezza del somaro, una sorpresa shock per Sergio Castellitto

La classe media, le sue ipocrisie e i suoi tabù nella commedia diretta dall’attore romano 

La bellezza del somaro

La bellezza del somaro

04.09.2017 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
È noto come il duo artistico formato da Margaret Mazzantini e Sergio Castellitto, la prima spesso autrice dei film diretti dal secondo - come in questo caso - abbia di frequente trattato al cinema diversi temi da una prospettiva squisitamente ‘borghese’. Anzi è spesso la borghesia con i suoi tic ad essere vero e proprio oggetto di racconto principale. 

Sono borghesi i personaggi che da outsider in Non ti muovere si confrontano con la realtà degradata della prostituta Italia (Penelope Cruz), come allo stesso modo appartiene alla classe media il personaggio Gemma di Venuto al mondo, una donna precipitata in una guerra e in un conflitto che non fanno parte di certo dell’equilibrato universo nel quale è cresciuta. E sono borghesi anche i personaggi del film del 2010. Qui il duo dimostra ancora una volta volersi muovere in un ambiente ben preciso caratterizzandolo con humor salvo poi compiere frequenti evasioni dalla claustrofobia di una vita conformista e spesso troppo rigida nelle proprie regole di classe. 
 
Il film. In questo senso anche il La bellezza del somaro rappresenta una fuga dalla visione perbenista della classe media in materia di ‘diversità’. Un’alterità di incontro con l’altro, di morale, di valori. Nella pellicola infatti tutta una serie di caratteri che sulla carta dovrebbero essere anticonformisti, l’archistar, la psicoterapeuta, vengono messi di fronte a un evento personale che ne smaschera con forza tutte le ipocrisie e svela infine il vero tabù discriminante dei nostri tempi.

Ciò che oggi divide non è più la paura del diverso inteso come differente rispetto al colore della propria pelle o al ceto economico ma l’età anagrafica. Per farlo il film sceglie una narrazione semplice con attori che già in passato hanno interpretato con successo personaggi nevrotici e ipocriti, la coppia centrale del film è formata dallo stesso Castellitto e da Laura Morante, con l’aggiunta di un personaggio estraneo al cinema duro e puro che con la sua poetica presenza regala il vero tocco da maestro al film: lo scomparso Enzo Jannacci. Siamo quindi di fronte ad una commedia di tipico impianto teatrale che con un’idea centrale provocatoria mette a disagio tutte le certezze dei suoi personaggi principali. Certo non aspettatevi che questa rappresentazione non sia esente da compiacimento, narcisismo, voglia di fare satira ma anche di autocelebrarsi senza freni. 
 
Dietro le quinte. Sottile è l’omaggio del film al cantautore Jannacci che nella pellicola interpreta un personaggio, Armando, che ha lo stesso nome di una sua celebre canzone, L’Armando.  
 
Perché vederlo. Se amate le provocazioni, i film molto dialogati e le opere che si interessano delle ipocrisie che caratterizzano la nostra società, allora questo è il film che fa per voi. 
 
La scena da antologia. L’esilarante presentazione alla famiglia del settantenne Armando. 
 
Dove e quando. Lunedì 4 settembre alle ore 21:00 su Iris.