NOTIZIE

Stasera in TV 21 agosto: Rocky Balboa, l'ultimo incontro di Sylvester Stallone

Sylvester Stallone torna sul ring per chiudere la carriera del pugile entrato nella Storia del cinema.

21.08.2018 - Autore: Mattia Pasquini
Anche il leggendario Sly è dovuto venire a patti con la modernità, e in Rocky Balboa (da lui diretto, sceneggiato e interpretato) vediamo il nostro Stallone italiano alle prese con il mondo del virtuale e con una sfida contro il tempo il cui esito viene lasciato all'interpretazione dei singoli spettatori…

[CREED II, STALLONE E' ROCKY BALBOA PER L'OTTAVA VOLTA]

Il film. Il leggendario campione di pugilato Rocky Balboa (Sylvester Stallone) dalla morte dell'amata Adriana conduce una vita solitaria e gestisce un piccolo ristorante nella natia Filadelfia. Tuttavia, la forza della sua leggenda spinge una tv locale a realizzare una simulazione digitale in cui Rocky si scontra - sconfiggendolo - Mason Dixon, campione in carica dei pesi massimi. L'orgoglio di questi e l'amore per i guantoni del 50enne pugile italoamericano spinge i due sul ring, insieme, per una sfida dalla conclusione molto più incerto del previsto.



Dietro le quinte. Il ritorno sul ring costò a Stallone almeno sei mesi di allenamento per poter interpretare di nuovo il suo ruolo. Chi avrebbe dovuto (o voluto) esserci, invano, fu invece Tommy Morrison, il Tommy Gunn di Rocky V, che cercò di contattare il regista ché non lo richiamò. Questi volle invece Milo Ventimiglia nella parte di suo figlio dopo aver riscontrato delle somiglianze con il proprio modo di muovere bocca e labbra nel parlare. Una curiosità - ancora relativa a una assenza - è quella che riguarda la tomba della indimenticata Adriana raffigurata in questo film e Creed, realmente esistente a Filadelfia, nel Laurel Hill Cemetery di Ridge Avenue.

[DA ROCKY A CREED: I DIECI FILM IMPERDIBILI DI SYLVESTER STALLONE]

Perché vederlo. La debolezza - ma forse sarebbe più corretto parlare di naïveté o di calcolo sbagliato - della premessa è rapidamente e prevedibilmente emendata dall'effetto Sly, che fa anche di questo sesto capitolo un elegia accorata ed esemplare, una storia piena di anima e sentimento che fa della conoscenza del personaggio e dell'ambientazione (la solita Filadelfia) due pilastri capaci di resistere a ogni scossa. E che guardando alla semplicità delle origini ed evitando eccessi e artificiosità raggiunge una onestà particolare che rende il risultato finale più forte dei cliché.



La scena da antologia. Consentiteci di generalizzare e di elevare un'ode alle scene di combattimento in generale, secondo molti le migliori e più realistiche dell'intera saga. A proposito dei momenti relativi all'allenamento, invece, è interessante sapere che vennero tutti girati in palestra in un'unica sessione di diciassette ore. La scena che non vedremo mai, invece, è quella relativa al previsto cameo di Ivan Drago, che Rocky andava a visitare in ospedale per trovarlo morente, ammalato di AIDS (e nella quale citava la stessa battuta detta dal russo ad Apollo Creed nel quarto film: "Se muore, muore" - in italiano poi trasformata in "È quello che cercava").

[ASPETTANDO CREED: LE SEI SCENE PIU' BELLE DELLA SAGA]

I premi. Il film non vinse nemmeno il Satellite Award per la Miglior edizione Blu-ray multidisco, comprendente tutti gli altri film della saga (sconfitto dai tre Blu-ray di Star Trek), né il Golden Schmoes Award come 'Biggest Surprise of the Year'… Ma in compenso venne superato anche da Doogal, Zoom nella categoria di Peggior Attore Non Protagonista agli Stinkers Bad Movie Awards, dove Chevy Chase 'sconfisse' Burt Young.

Dove e quando. Alle 21.15 su Rai 3, canale 3 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.