Mentre dal Festival di Cannes e dagli Stati Uniti arrivano incredibili notizie sull'esordio in lingua inglese di Paolo Virzì (in questi giorni sulla Croisette con La Pazza Gioia), vale la pena recuperare il film che gli ha aperto le porte del cinema americano: Il capitale umano con il quale era arrivato a un passo dal concorrere per l'Oscar e con il quale ci ha raccontato splendori e miserie della nostra provincia - brianzola, in questo caso - e dei nostri tempi.
Il film. I progetti faciloni di ascesa sociale di un immobiliarista, il sogno di una vita diversa di una donna ricca e infelice, il desiderio di un amore vero di una ragazza oppressa dalle ambizioni del padre. E poi un misterioso incidente, in una notte gelida alla vigilia delle feste di Natale, a complicare le cose e a infittire la trama corale di un film dall’umorismo nero che si compone come un mosaico.
Dietro le quinte. Liberamente ispirato al romanzo omonimo di Stephen Amidon, il film ha scatenato le ire degli abitanti delle zone rappresentate. La comunità brianzola, indignata, ha contestato al regista la rappresentazione non realistica di quel tessuto sociale e di quella gente. E dire che la storia, per comodità produttive, è stata girata in gran parte tra Varese e Como (dove è il Teatro Politeama, nella realtà quello di via Tolomeo Gallio) - per le scene cittadine - e tra Osnago, Arese e la Provincia di Lecco per quelle della villa della famiglia Bernaschi (a Fortunago, in provincia di Pavia). Quanto al titolo, si rifà al concetto introdotto per la prima volta dall’economista inglese Adam Smith e che definisce "l'insieme di conoscenze, competenze, abilità, emozioni, acquisite durante la vita da un individuo e finalizzate al raggiungimento di obiettivi sociali ed economici, singoli o collettivi"… oltre alla quantificazione del valore di un uomo anche solo in termini monetari.
Perché vederlo. "Avete scommesso sulla rovina di questo Paese e avete vinto" è la frase che chiude un'epopea drammatica di frustrazioni e vergogne interpretata magistralmente da un cast di attori italiani nel quale spiccano Fabrizio Bentivoglio e Valeria Bruni-Tedeschi, affiancati e sostenuti dagli ottimi Fabrizio Gifuni e Valeria Golino. Un film che probabilmente avrebbe meritato ulteriori fortune, e la visione del quale continua a catturare, anche a distanza di tempo (e anche nella sua interessante edizione homevideo). Sia per l'attualità di certe dinamiche nazionali - umane e commerciali - sia per la sua importanza nella carriera del regista, che finalmente sembra star riscuotendo il premio di tanto impegno.
La scena da antologia. Probabilmente quella che non vedremo, e della quale lo stesso Virzì ha parlato quando invitato al Tribeca Film Festival di New York nel 2014. Ossia il finale alternativo, girato e poi tagliato, nel quale si vedeva Carla fuggire dalla sua vita, dalla villa e da quel mondo borghese e falso, correndo scalza nella campagna circostante.
I premi. Quasi impossibile elencarli tutti, vista la messe di nomination e di riconoscimenti raccolti nel 2014. Dal successo di pubblico del Tribeca (e il premio per la Miglior Attrice a Valeria Bruni Tedeschi) alla possibilità di concorrere all'Oscar come Miglior Film Straniero per l'Italia, negli annali resteranno i sette David di Donatello, i sette Nastri d'argento, il Globo d'oro per il Miglior film, i quattro Ciak d'oro, il cinque prestigiosi titoli raccolti al Bari International Film Festival e il Premio Flaiano Pegaso d'oro.
Dove e quando. Alle 21:05 su Rai 3, canale 3 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.
Il film. I progetti faciloni di ascesa sociale di un immobiliarista, il sogno di una vita diversa di una donna ricca e infelice, il desiderio di un amore vero di una ragazza oppressa dalle ambizioni del padre. E poi un misterioso incidente, in una notte gelida alla vigilia delle feste di Natale, a complicare le cose e a infittire la trama corale di un film dall’umorismo nero che si compone come un mosaico.
Dietro le quinte. Liberamente ispirato al romanzo omonimo di Stephen Amidon, il film ha scatenato le ire degli abitanti delle zone rappresentate. La comunità brianzola, indignata, ha contestato al regista la rappresentazione non realistica di quel tessuto sociale e di quella gente. E dire che la storia, per comodità produttive, è stata girata in gran parte tra Varese e Como (dove è il Teatro Politeama, nella realtà quello di via Tolomeo Gallio) - per le scene cittadine - e tra Osnago, Arese e la Provincia di Lecco per quelle della villa della famiglia Bernaschi (a Fortunago, in provincia di Pavia). Quanto al titolo, si rifà al concetto introdotto per la prima volta dall’economista inglese Adam Smith e che definisce "l'insieme di conoscenze, competenze, abilità, emozioni, acquisite durante la vita da un individuo e finalizzate al raggiungimento di obiettivi sociali ed economici, singoli o collettivi"… oltre alla quantificazione del valore di un uomo anche solo in termini monetari.
Perché vederlo. "Avete scommesso sulla rovina di questo Paese e avete vinto" è la frase che chiude un'epopea drammatica di frustrazioni e vergogne interpretata magistralmente da un cast di attori italiani nel quale spiccano Fabrizio Bentivoglio e Valeria Bruni-Tedeschi, affiancati e sostenuti dagli ottimi Fabrizio Gifuni e Valeria Golino. Un film che probabilmente avrebbe meritato ulteriori fortune, e la visione del quale continua a catturare, anche a distanza di tempo (e anche nella sua interessante edizione homevideo). Sia per l'attualità di certe dinamiche nazionali - umane e commerciali - sia per la sua importanza nella carriera del regista, che finalmente sembra star riscuotendo il premio di tanto impegno.
La scena da antologia. Probabilmente quella che non vedremo, e della quale lo stesso Virzì ha parlato quando invitato al Tribeca Film Festival di New York nel 2014. Ossia il finale alternativo, girato e poi tagliato, nel quale si vedeva Carla fuggire dalla sua vita, dalla villa e da quel mondo borghese e falso, correndo scalza nella campagna circostante.
I premi. Quasi impossibile elencarli tutti, vista la messe di nomination e di riconoscimenti raccolti nel 2014. Dal successo di pubblico del Tribeca (e il premio per la Miglior Attrice a Valeria Bruni Tedeschi) alla possibilità di concorrere all'Oscar come Miglior Film Straniero per l'Italia, negli annali resteranno i sette David di Donatello, i sette Nastri d'argento, il Globo d'oro per il Miglior film, i quattro Ciak d'oro, il cinque prestigiosi titoli raccolti al Bari International Film Festival e il Premio Flaiano Pegaso d'oro.
Dove e quando. Alle 21:05 su Rai 3, canale 3 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.