Nuove uscite al cinema, i dieci consigli di Film.it: Toy Story contro Jon Snow

Questo fine settimana sembra destinato a essere dominato da Toy Story 4. Il quarto capitolo della saga animata Pixar, quella che ha dato i natali all'animazione al computer ormai ventiquattro anni fa, sta ricevendo lodi unanimi, e non mancherà di centrare il bersaglio degli incassi come già fatto in America. A competere con il film non c'è in realtà nessuno. O meglio: nessun film altrettanto “grosso”. Ma di uscite interessanti ce ne sono, a partire da La mia vita con John F. Donovan, il nuovo film di Xavier Dolan che potrebbe far scoprire a molti nuovi spettatori il cinema del regista canadese. Perché? Perché è interpretato niente meno che da Jon Snow, alias Kit Harington. Ecco le uscite del weekend...

 

 

La Pixar ci ha riprovato e, a giudicare dalle recensioni, ci è anche riuscita. Nessuno si aspettava che Toy Story 4 potesse essere bello quanto i precedenti. La storia sembrava conclusa in Toy Story 3, e molti pensavano che un quarto capitolo sarebbe stato solo un mezzuccio per battere cassa. E invece siamo di fronte a un altro film toccante e commovente, nonché l'ennesima profonda riflessione sulla famiglia, sull'identità e sul trovare se stessi in un mondo che tende a etichettarti. Da non perdere per nessuna ragione.

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Rupert Turner (Ben Schnetzer), giovane attore, decide di raccontare la vera storia di John F. Donovan (Kit Harington), star della televisione americana scomparsa dieci anni prima, che in una corrispondenza epistolare gli aveva aperto le porte del cuore, svelando i turbamenti di un segreto celato agli occhi di tutti. Ne ripercorre così la vita e la carriera, dall’ascesa al declino, causato da uno scandalo tutto da dimostrare. Xavier Dolan, regista prodigio canadese, ha diretto con questo film la sua prima opera in lingua inglese. Si è affidato a un cast di alto profilo che include, oltre a Kit Harington, Jessica Chastain, Natalie Portman, Thandie Newton, Jacob Tremblay e Susan Sarandon. La critica non è stata troppo favorevole, ma Dolan è un autore di grande talento. E ogni occasione è buona per scoprire il suo cinema.

 

 

 

 

Alla sua opera terza come regista, Ralph Fiennes gira tutto un film in russo (cosa che si perderà inevitabilmente nel doppiaggio). Lui stesso recita in russo nella parte del mentore di Rudolph Nureyev (l'esordiente Oleg Ivenko), in un film che ne racconta l'ascesa fino alla defezione dall'Unione Sovietica durante una tournée a Parigi. Nel cast anche Adèle Exarchopoulos, protagonista de La vita di Adele. Non un film riuscitissimo, ma un must per gli amanti del balletto.

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Da Jason Blum, guru degli horror a basso budget (come Split e Scappa – Get Out), arriva questo thriller diretto da Tate Taylor (The Help) e interpretato da Octavia Spencer. Che si diverte un mondo a fare la pazza psicopatica nella vena di Misery non deve morire. Qui le sue vittime sono un gruppo di adolescenti a cui lei permette di tenere una festa a casa sua. Ma poi inizia a comportarsi da stalker, e i ragazzi, e le loro famiglie, dovranno trovare il modo di tenerle testa.

 

 

 

I thriller ambientati nei sottomarini sono uno dei capisaldi dell'action. Solitamente di quello americano, ma stavolta si tratta di un film francese. Wolf Call, interpretato da star d'oltralpe come François Civil, Omar Sy, Mathieu Kassovitz e Reda Kateb, racconta le disavventure dell'equipaggio di un sottomarino nucleare francese che, in un vicino futuro, si ritrova ad affrontare una situazione di crisi.

 

 

 

L'attrice e regista televisiva Roxann Dawson dirige questo dramma interpretato da Topher Grace, Chrissy Metz, Josh Lucas eMike Colter, in cui una madre prega per la salvezza del figlio quattordicenne John, quasi annegato in un lago ghiacciato. Tutta la sua fede riuscirà a salvarlo e inspiegabilmente - nonché miracolosamente - il cuore di John riprenderà a battere. Ma dopo essere morto per un'ora è possibile che il giovane sia ancora vivo? Atto di fede fa parte di quella nicchia di film americani intesi per un pubblico cristiano, dunque non aspettatevi un film che rifletta sul significato della Fede, quanto piuttosto uno che parte proprio da essa per raccontare una storia edificante.

 

 

 

Carmen e Lola sono due ragazze appartenenti alla comunità gitana di Madrid. La prima sembra rassegnata al destino che l'aspetta: come tutte le giovani donne della comunità, dovrà sposarsi presto e crescere il maggior numero di bambini possibile. La seconda è invece una ribelle, che vuole andare all'università, ama realizzare graffiti e non nasconde la sua omosessualità. Tra loro scatta una complicità che potrebbe salvarle da un destino segnato e aiutarle a compiere l'unico passo possibile: scappare dalle loro famiglie.

 

 

 

Lorenzo Giovenga, co-regista dell'horror La progenie del diavolo, debutta da solista con una commedia che, sulla carta, sembra appartenere al nuovo filone del cinema italiano pensato per essere più fresco, giovane e internazionale. La storia è quella di Loris Daitona, scapestrato scrittore romano noto per aver pubblicato un solo best-seller. Una mattina, Daitona si sveglia in una camera da letto sconosciuta, ignaro di ciò che è accaduto la sera precedente. Una macchia di sangue sul casco, un messaggio sul cellulare, una chiamata che gli ricorda di portare un certo Passero Rosso in un luogo stabilito e poco più. In una Capitale che sembra Los Angeles, popolata da maschere grottesche e caricature endemiche, Daitona deve risolvere una serie di questioni: cosa diavolo è successo la sera precedente? Cos’è il Passero Rosso? Cosa vogliono tutti da lui?

 

 

 

Torna nelle sale Chucky, la bambola assassina nata in un cult del cinema horror del 1988. Nel remake del film, diretto dal regista di Polaroid, Chucky diventa però una bambola integrata con la rete, e dunque la minaccia non è più solamente fisica ma anche virtuale. Nel cast Aubrey Plaza e Bria Tyree Henry. A doppiare Chucky in originale c'è Mark “Luke Skywalker” Hamill.

 

 

 

 

Una crime comedy per raccontare le origini della Sindrome di Stoccolma. Ethan Hawke è un rapinatore eccentrico che irrompe in una banca nella città svedese, nel 1973. Il rapporto che instaurerà con i suoi ostaggi, Mark Strong e Noomi Rapace, servirà a definire la famosa sindrome, uno stato di dipendenza psicologica della vittima nei confronti dell'aggressore.