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Golden Globe 2018: grandi esclusi e vincitori morali di una premiazione “politica”

Il tema delle molestie sessuali ha aleggiato come uno spettro per tutta la serata di consegna dei Globe 2018, un'edizione votata al cambiamento

The Disaster Artist

08.01.2018 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
“Buonasera, signore e gentlemen rimasti”. Ha salutato così la platea di star il presentatore dei Golden Globe, Seth Meyers, tirando immediatamente in ballo uno dei grandi temi della serata: gli scandali sessuali che hanno colpito Hollywood. Uno spettro che ha aleggiato nel corso della consegna dei premi, i settantacinquesimi. “Siamo nel 2018, la marijuana è finalmente legale, le molestie sessuali no”. Una sfilza di accuse che hanno investito nomi di grosso calibro, a partire ovviamente dal mega-produttore Harvey Weinstein: “Per gli uomini candidati in questa stanza stasera sarà la prima volta in tre mesi in cui non sarà terrificante sentire il proprio nome pronunciato a voce alta”.

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Le star che hanno preso parte alla serata, tra cui le accusatrici di Weinstein Salma Hayek, Angelina Jolie e Ashley Judd, hanno vestito di nero e indossato la spilla “Time's Up” (“Il tempo è scaduto”) per supportare la causa. Una grande dimostrazione di lutto, un funerale a una vecchia Hollywood che, si spera, non tornerà più. E i Globe si sono adattati di conseguenza, premiando film e serie TV guidate da donne forti, come Tre manifesti a Ebbing, Missouri, Lady Bird, La forma dell'acqua, The Handmaid's Tale, The Marvelous Mrs. Maisel e Big Little Lies. E molti dei premiati hanno utilizzato il tempo dei loro discorsi per parlare di temi politici e sensibili. Ad esempio Elisabeth Moss, vincitrice del premio come migliore attrice in una serie TV drammatica (The Handmaid's Tale), che ha dedicato il suo premio alle donne “abbastanza coraggiose da attaccare intolleranza e ingiustizia e combattere per uguaglianza e libertà”.
 
Nicole Kidman, premiata per il suo ruolo in Big Little Lies, ha lodato sua madre, attivista per i diritti delle donne: “La mia vittoria è la sua vittoria”. E Laura Dern, premiata come attrice non protagonista sempre per Big Little Lies, ha detto: “Dobbiamo insegnare ai nostri figli che parlare senza temere conseguenze è la nuova stella polare della nostra società”. Anche Oprah Winfrey, premiata con il Cecil B. DeMille Award alla carriera, ha parlato dei grandi cambiamenti a Hollywood: “Per troppo tempo, le donne non sono state ascoltate o non è stato creduto loro quando hanno osato dire la verità sul potere di quegli uomini. Ma il loro tempo è scaduto. Il loro tempo è scaduto”.
 
I premi sono stati così politicizzati, quest'anno, che alcuni dei film dati come grandi vincitori sono stati totalmente ignorati. The Post di Steven Spielberg, Dunkirk di Christopher Nolan e Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino non hanno ricevuto nemmeno un premio. Certo, il potere di previsione dei Golden Globe nei confronti degli Oscar è stato fortemente ridimensionato negli ultimi anni. L'anno scorso in effetti Moonlight è stato premiato come miglior film drammatico e ha poi ottenuto l'Oscar come miglior film. Ma negli anni precedenti né BirdmanIl caso Spotlight erano stati riconosciuti ai Globe.
 
Tra i momenti più bizzarri della serata va incluso il “Beep” erroneo sul discorso di Frances McDormand, censurata per sbaglio per aver ringraziato la Fox – evidentemente la regia si aspettava un “Fuck” dall'attrice, che in genere non lesina in parolacce! E anche il discorso di ringraziamento di James Franco, premiato come migliore attore in una commedia per il suo The Disaster Artist. Franco ha portato con sé sul palco il fratello Dave, abbracciandolo e suggellando la loro collaborazione cinematografica paragonandola a quella dei fratelli Coen. Ha poi ringraziato collaboratori di vecchia data e amici come Seth Rogen ed Evan Goldberg, e ha chiamato sul palco Tommy Wiseau, regista di The Room, il film sulla cui lavorazione è incentrato The Disaster Artist. The Room è noto come “il Quarto potere dei film brutti”, e il fatto che Wiseau sia salito sul palco dei Globe è una bella rivincita, per quanto simbolica. Il cambiamento passa anche attraverso il ribaltamento delle gerarchie vigenti e i Golden Globe 2018 lo hanno ampiamente dimostrato.