Fahrenheit 9/11

michael moore - Locandina

Michael Moore esamina cosa è successo agli Stati Uniti dopo l'11 Settembre. Inoltre descrive i rapporti tra Bush e Bin Laden e come siano diventati nemici mortali... "...È un cinema che dà notizie quello di Michael Moore e che graffia. Ma non lo fa con gli artigli dell'offesa o degli slogan preconfezionati. Le sue armi sono una lucida ironia e le informazioni circostanziate dalle quali scaturiscono domande le cui risposte sconcertano per..."(FILMUP)

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Fahrenheit 9/11
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DURATA
110 min.
USCITA CINEMA
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2004
La grande qualità del lavoro di Michael Moore, a prescindere dall'effettiva riuscita dei suoi lavori, è quella di costringere lo spettatore a prendere posizione, a schierarsi. Invece di realizzare delle opere che presentino soltanto dei fatti in maniera distaccata, l'autore propone invece una sua tesi riguardo ciò che sta trattando, ed esplicita sempre la sua posizione rispetto alla materia.

Il maggior esempio di questo suo metodo – discutibile certo, ma comunque sempre efficace – è stato “Farhenheit 9/11” (Id., 2005), il documentario di maggior successo commerciale della storia del cinema (addirittura 120 milioni di dollari incassati solo in America) ed acclamata Palma d'Oro a Cannes.

Ebbene, questo suo nuovo “Sicko”, che mette in luce le enormi ambiguità del sistema sanitario americano, si muove attraverso gli stessi procedimenti logici, ed adotta di conseguenza lo stesso schema narrativo. C'è da dire che rispetto al precedente lavoro ci troviamo ad un'opera molto più lineare e coerente nello sviluppo di determinate problematiche, che colpisce nel segno grazie soprattutto ad una fluidità di esposizione che, se anche – giustamente – schierata, non diventa mai pamphlet gratuitamente accusatorio.

Certo, Moore si concede sempre le sue piccole divagazioni personali per attaccare questo o quell'avversario, ma nel complesso sta attaccato al nucleo principale della sua indagine. Che il sistema sanitario statunitense sia un meccanismo intento a far arricchire le compagnie assicurative e farmaceutiche a discapito dei cittadini, soprattutto quelli meno abbienti, è una cosa risaputa: ed in questo il regista è molto intelligente, nel non calcare la mano per evidenziare una piaga già scoperta. “Sicko” sembra invece voler scuotere la mente dello spettatore a svegliarsi e non accettare più tale vessazione, ed il sistema adoperato con furbizia è quello del paragone. Se confrontato con il sistema sanitario gratuito – o meglio, sovvenzionato dallo stato – vigente in paesi come Canada, Inghilterra o Francia, ecco che ciò che accade nella Nazione più potente e ricca del pianeta assume connotati davvero assurdi.

Ma il genio di Moore viene fuori soprattutto nell'ultima parte del documentario, quando “pilotando” a suo piacimento i fatti narrati arriva ad evidenziare come alcune società e paesi considerati “nemici” degli United States si rivelino invece avere sistemi sociali molto più umani di quello americano – non vi sveliamo di più per permettervi di gustare la grande satira socio/politica di questa parte. Insomma, “Sicko” è un lungometraggio assolutamente riuscito, soprattutto nel suo essere atto accusatorio contro un sistema che si rivela totalmente antidemocratico. Rimane qualche dubbio sul fatto che un prodotto di Michael Moore possa essere definito integralmente un documentario, vista la sagacia e la forza con cui l'autore si schiera a favore o pro ciò che ritiene giusto (e non è una critica alle scelte, che condividiamo in pieno, bensì alle intenzioni). La sua sincerità e la sua potenza espressiva lo rendono comunque degno di essere ascoltato, analizzato, applaudito. E soprattutto, come sembra volere lo stesso autore, di schierarsi con lui…