
Marvel, le dieci serie più bizzarre mai realizzate

Iron Fist (2017)
Coreografie di arti marziali discutibili, riunioni in lussuosi uffici di New York preponderanti su azione, arti magiche, nemici sopra le righe. La serie Netflix dedicata al supereroe Iron Fist (interpretato da Finn Jones) è una sequela di decisioni incomprensibili che ci ha portato la peggiore serie Marvel/Netflix vista finora. Ma non è l'unico caso in cui qualcosa è andato storto a livello creativo, nella lunga storia della Marvel in TV. Scopriamo insieme gli altri casi più eclatanti...
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The New Fantastic Four (1978)
Nel 1978, per una questione legale, i diritti della Torcia Umana dei Fantastici Quattro erano bloccati alla Universal. Fu così che, per realizzare una nuova serie di cartoni animati dedicati al quartetto dei comics, Marvel Entertainment dovette inventarsi il robottino H.E.R.B.I.E. come quarto membro del gruppo. Ma è impossibile immaginare i Fantastici Quattro senza Johnny Storm, e la serie chiuse dopo tredici episodi.

Supaidâman (1978-1979)
La palma di serie Marvel più bizzarra in assoluto va probabilmente a questa versione giapponese di Spider-Man, che rientra nel filone tokusatsu, quel genere di serie che ha dato i natali anche ai Power Rangers. Questa serie nacque da un accordo tra Marvel e Toei, grazie al quale la casa giapponese poteva usare i personaggi Marvel nelle proprie produzioni. Ma i legami con l'Uomo Ragno americano si fermano al nome e al costume: qui Spidey è Takuya Yamashiro, un motociclista che ottiene i poteri dal sangue di un alieno morente e combatte una potente forza interstellare con l'aiuto del suo robot gigante Leopardon. Sì, è un'idea totalmente assurda. E sì, totalmente vincente, al punto da durare per ben 41 episodi.

Captain America e Captain America II: Death Too Soon (1979)
Sul finire degli anni '70, l'accordo tra Marvel e Universal Television non produsse solo L'incredibile Hulk, ma anche una progettata serie TV dedicata a Capitan America, che alla fine si ridusse a due film televisivi interpretati da Reb Brown. Si tratta di un esempio lampante di come, all'epoca, la televisione non credesse davvero al potenziale degli eroi a fumetti: i due film TV modificano radicalmente le origini e il costume di Cap, eliminando tutta la parentesi nella Seconda Guerra Mondiale e appiattendo di fatto il personaggio. Non sorprende, dunque, che la serie sia morta sul nascere.

Generation X (1996)
Ah, gli anni '90. Un'epoca in cui ancora i supereroi faticavano a fuoriuscire dalle pagine dei fumetti o dalle avventure animate concepite per bambini. Un'epoca in cui, tuttavia, i titoli a fumetti degli X-Men andavano forte e, tra essi, una serie dedicata ai giovani mutanti nota come Generazione X. A questa si ispira il pilot commissionato da Fox e poi trasmesso come film per la TV. Un film per la TV maledetto da valori di produzione neanche lontanamente paragonabili a quelli delle attuali X-serie Legion e The Gifted. Per fortuna che non abbiamo dovuto sorbirci un'intera serie...

Night Man (1997-1999)
Nasce da un fumetto della linea Ultraverse di Malibu Comics, acquistata dalla Marvel negli anni '90, la serie Night Man, in cui un sassofonista jazz (Matt McColm) viene colpito da un fulmine e acquisisce il potere di "vedere" telepaticamente il male. Il lato negativo è che non può più dormire, così si fabbrica un costume e diventa l'improbabile supereroe Night Man. La serie è creata dal leggendario Glen A. Larson (Magnum P.I., Supercar) ed è decisamente un prodotto di altri tempi. Durò comunque due stagioni, nonostante la premessa sia davvero bizzarra e il superpotere del protagonista tra i più assurdi di sempre, anche per gli standard dei fumetti americani.

The Avengers: United They Stand (1999)
Oggi è difficile immaginare che qualsiasi cosa con il marchio Avengers stampato sopra possa non funzionare, ma nel 1999 l'epoca d'oro dei Marvel Studios doveva ancora arrivare. In più, The Avengers: United They Stand ce la mise tutta per fallire dopo una sola stagione di tredici episodi, basando le storie sui Vendicatori della West Coast e dunque escludendo tutti i personaggi più celebri, come Capitan America, Thor e Iron Man, in favore di Occhio di Falco, Scarlet Witch, Tigra, Visione e Wonder Man. Non certo eroi amatissimi al di fuori della cerchia di appassionati (almeno all'epoca).

Mutant X (2001-2004)
L'accordo produttivo tra Marvel e Fox per l'utilizzo degli X-Men (risoltosi da poco con la fusione Disney/Fox) risale a metà anni '90. Nel 2000 esce X-Men di Bryan Singer e si rivela un successo. Così il produttore Avi Arad, all'epoca chief creative officer di Marvel Entertainment, decide di scavalcare gli accordi e produrre una serie intitolata, senza tanti giri di parole, Mutant X. La Fox ovviamente fece causa, perché non era stata coinvolta nella produzione. Il risultato? Mutant X durò la bellezza di tre stagioni (un miracolo all'epoca) distanziandosi sempre più dal concetto di "mutante" così come espresso nei fumetti Marvel. Vale a dire, non più individui nati con abilità straordinarie, ma cavie di esperimenti governativi. Restava l'idea di una squadra di individui dotati di superpoteri impegnati a trovare e proteggere gli altri "mutanti".

Blade - La serie (2006)
Nel 2006 la trilogia di Blade interpretata da Wesley Snipes era ancora fresca e tutti sapevano quanto avesse contribuito a rilanciare i supereroi al cinema. Per questo, Spike TV scelse di realizzarne una versione TV che però, priva del cast dei film e soprattutto di Snipes nel ruolo, non raggiunse mai un livello sufficiente per proseguire oltre la prima stagione. E questo nonostante il coinvolgimento dello sceneggiatore dei film, David S. Goyer.

Inhumans (2017)
Nell'epoca d'oro dei fumetti Marvel al cinema e in TV, pochi si sarebbero aspettati una serie come Inhumans. I celebri Inumani, creati sulle pagine di Fantastic Four da Stan Lee e Jack Kirby, avrebbero dovuto inizialmente essere protagonisti di un film. Ma il loro utilizzo nella serie TV Agents of S.H.I.E.L.D. convinse i Marvel Studios a cancellare il progetto, ripensandolo come una serie di lusso da distribuire parzialmente in IMAX. Solo che il "lusso" deve essere rimasto incastrato da qualche parte durante il processo di realizzazione, e alla fine ci siamo ritrovati con una serie chiaramente al risparmio, con scenografie di cartone, costumi che sembrano usciti da una gara di cosplayer di serie B e un cast poco convincente. Oltretutto, l'idea di spostare l'azione alle Hawaii spoglia il concetto originale di tutta la sua epicità sci-fi. E infatti la serie ha chiuso i battenti dopo una sola stagione.