Festiva di Cannes 2015
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Prime recensioni di Mad Max: Fury Road, un action movie “rivoluzionario”

La critica loda quasi all'unanimità il “C'era una volta il West di George Miller”, un blockbuster personalissimo in cui testosterone e girl power vanno a braccetto

Mad Max: Fury Road

12.05.2015 - Autore: Marco Triolo
George Miller ha svergognato il moderno cinema action. In poche parole, questo è il miglior action movie che abbia visto nell'ultimo decennio”. “Questo non è solo uno dei migliori film d'azione dell'anno: potrebbe essere ricordato come uno dei migliori mai realizzati”. “Più veloce, più grosso, più cattivo e migliore di qualunque altra cosa vedrete sul grande schermo nel 2015”. Sono solo alcune delle opinioni espresse dalla critica su Mad Max: Fury Road, quarto capitolo della saga post-apocalittica ideata dal genio dell'action George Miller e iniziata nel lontano 1979 con Interceptor. A trent'anni esatti dall'ultimo film, Mad Max oltre la sfera del tuono, il Guerriero della Strada è tornato e, apparentemente, è in forma smagliante.


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“Sì, sono passati trent'anni e sì, Mel Gibson non interpreta più il protagonista, ma le abilità di Miller sono cresciute nel frattempo – scrive Alonso Duralde di The Wrap – Fury Road è un'opera di violenza e caos veicolare che toglie il fiato”. “Se l'originale Mad Max era il Quarto potere del cinema exploitation australiano, Fury Road potrebbe essere il Götterdämmerung del cinema da drive-in”, perché Miller “sfida chiunque a seguire le impronte dei suoi pneumatici”. E se Tom Hardy è un'ottima scelta nei panni dell'anti-eroe vagabondo Max Rockatansky, Charlize Theron non è da meno nel ruolo di Furiosa: “Theron e Hardy lottano in uno dei duelli tra uomo e donna più potenti dopo Faster, Pussycat! Kill! Kill!”.


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Un film in cui “testosterone” e “girl power” hanno lo stesso peso, secondo Drew McWeeny di Hitfix. Miller “dipinge un quadro in cui tre generazioni di donne combattono fianco a fianco per il loro futuro” e le cinque mogli del cattivo di turno, Immortan Joe (interpretato da Hugh Keays-Byrne, già Toecutter nel primo Interceptor), Rosie Huntington-Whiteley, Zoe Kravitz, Riley Keough, Abbey Lee e Courtney Eaton, non sono mai damigelle in pericolo da soccorrere. Il giornalista definisce Fury Road “rivoluzionario”, per come “aggira l'attuale definizione di blockbuster”, “cercando di creare un nuovo linguaggio per un genere che è diventato routine”. “Sia George Miller che il suo direttore della fotografia John Seale hanno compiuto settant'anni, eppure c'è più energia nella messa in scena dell'azione di quanta ne abbia visto in tutti gli ultimi film d'azione prodotti dagli Studios”. “Se Interceptor è Per un pugno di dollari e Il guerriero della strada è Il buono, il brutto, il cattivo, allora chiaramente Fury Road è C'era una volta il West, il momento in cui i film di George Miller passano dall'archetipico al profondo”.


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Il plot vero e proprio si prende una vacanza rispetto alla messa in scena e alle coreografie d'azione. D'altro canto Max è sempre stato un uomo di poche parole e tanti fatti, e il cinema di Miller è lo stesso. Ma per alcuni questo è un problema: “Il risultato è un film rumoroso, esplosivo e visivamente spettacolare, ma tristemente vuoto – sentenzia David Edwards di Mirror – Gli effetti sono stupefacenti, ma questo reboot di Mad Max lascia troppo poco spazio al temibile Guerriero della Strada, con il regista e sceneggiatore George Miller intento più che altro a creare una compilation di vecchie glorie”. “Per un po', il completo disinteresse di Fury Road per i fondamentali della scrittura è liberatorio”, ma “può diventare monotono”, scrive invece Tim Grierson di Screen Daily, che ha comunque apprezzato un film “stupendamente fisico, fortunatamente privo della scoraggiante assenza di peso dei blockbuster fatti con la CGI”.

In uscita il 14 maggio, Mad Max: Fury Road è distribuito da Warner Bros. in 2D e 3D e sarà presentato in anteprima al Festival di Cannes. Qui il trailer.