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Perfetti sconosciuti – La nostra recensione

Una variazione hi-tech sul tema del mascheramento sociale e personale nel nuovo film di Paolo Genovese

Perfetti sconosciuti

15.02.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
In un film che vuole inserirsi nel filone cinematografico della commedia da salotto, cioè quel tipo di cinema che fa emergere le ipocrisie, il veleno e la falsità dei rapporti umani in una cornice da middle class, più che la meta è importante il viaggio.

Così accade in Perfetti sconosciuti, dove l'obbiettivo - ovvero quello di far saltare gli schemi dell’ipocrisia e del politically correct di una certa categoria di esistenze -  possiamo individuarlo fin da subito, ma il come arriveremo a scoperchiare la falsità dei rapporti personali e sociali è il vero terreno sul quale si gioca la partita. Quindi per portarci in un susseguirsi dinamico di equivoci, colpi di scena e disvelamenti repentini, il regista sceglie il tono della commedia e un cast di attori noti – Marco Giallini, Anna Foglietta, Valerio Mastandrea, Kasia Smutniak, Edoardo Leo, Alba Rohrwacher e Giuseppe Battiston - che insieme ci restituiscono l’atmosfera familiare e calda di una cena tra amici fino al tempo della scoperta dei segreti e dei drammi che ciascuno dei commensali nasconde.


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Ed è interessante come Genovese – qui al suo decimo lungometraggio – scelga una storia classica e la trasformi in un prodotto davvero divertente e attraversato da una riflessione moderna e originale sul ruolo della tecnologia nelle nostre vite.

Perché l’ospite inatteso, l’intruso che con il proprio asettico candore fa saltare gli equilibri perbenisti del gruppo, qui l’archetipo filmico è il celebre Indovina chi viene a cena, non è un personaggio ma piuttosto un oggetto di uso comune come lo smartphone.

Perfetti sconosciuti passa quindi dalla riflessione sul ruolo del telefonino nelle nostre vite – che per il regista rappresenta una sorta di contenitore di doppiezze umane – per realizzare un film dal tono meno ‘isterico’ e più melodrammatico rispetto agli illustri esempi precedenti, l’ultimo in ordine cronologico è il Dobbiamo parlare di Sergio Rubini, e giocato sul ritmo giusto di comicità e dramma e alternanza di riflessioni sull’amore, il senso di colpa, il tradimento, la solitudine provata anche in gruppo e persino l’omofobia.



Tutto condotto con intelligenza e maestria fino a consegnare al pubblico una nuova divagazione agrodolce sul tema del mascheramento unita all’idea che la misura della paura di mostrarsi per come si è realmente sia oggi dettata dal contenuto di un piccolo, potente e letale, telefonino. 
 
Perfetti sconosciuti in uscita il prossimo 11 febbraio è distribuito da Medusa