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Kasia Smutniak donna soldato in Limbo

L'attrice vince il Roma Fiction Fest nei panni di una reduce dell'Afghanistan. E racconta un mondo militare che conosce bene

Kasia Smutniak 

17.11.2015 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Manuela Paris, la sergente al quale l'attrice Kasia Smutniak dà corpo e voce in Limbo, ha vinto il Premio assegnato dal Roma Fiction Fest 2015, come migliore attrice in una nuova serie televisiva. E non c'è da stupirsi, perché questa volta la sfida era di quelle davvero ardue. Ovvero raccontare per il film tv Rai prodotto con Fandango Tv, che andrà in onda il prossimo 2 dicembre, le passioni, le tragedie e le lotte, di un ex sergente in missione di pace in Afghanistan, così come le ha narrate la scrittrice Melania Mazzucco nel suo bestseller Limbo, dal quale è stata tratta la sceneggiatura firmata anche da Francesco Piccolo.

Kasia è quindi una donna che vive il suo lavoro con passione e che in seguito ad un incidente, dovrà tornare a vivere tra handicap fisici e ferite soprattutto dell'animo. Nel cast, oltre all'attrice polacca, anche Adriano Giannini, Domenico Diele e Filippo Nigro. Per interpretare Manuela Paris, la Smutniak ha scelto un'interpretazione sofferta e minimale, che ha potuto realizzare anche grazie ispirazione venuta dalla propria storia personale.



"Per tutti e due gli aspetti della costruzione del personaggio - ci racconta l'attrice durante la presentazione in anteprima al Roma Fiction Fest 2015 - sia quello del tempo romano, sia quello afghano, ho pensato a quella sensazione di ore che scorrono ma che non scorrono, di tempo che però non è un tempo. Anche la parte militaresca è stata divertente. Io vengo da una famiglia militare. Mia nonna lo era. E ricordo che mi portava al lavoro e per lei era una cosa come un'altra. Qui in Italia non è così diffusa questa cultura, ma nel mio paese è la normalità". E continua raccontando il lavoro di preparazione per girare le scene ambientate in un'operazione di peace keeping nel paese del Medio Oriente: "Abbiamo lavorato con soldati che sono stati veramente in missione in quei luoghi. E abbiamo visto dei filmati dai quali potevamo in qualche modo capire come fosse la vita lì. Anche una ripresa del traffico di Kabul, dice molto della quotidianità di quel paese.". E conclude così il suo intervento. Fredda, distante, elegantissima. 
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