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Pacific Rim – La nostra recensione

Tra Real Steel e il 2012 dell’Apocalisse un film d’altri tempi, fatto di scontri anfibi, tormenti ideologici e le creature di del Toro

 pacific rim la recensione

08.07.2013 - Autore: Mattia Pasquini
Difficile che in un film di Guillermo del Toro possano non esserci delle creature di qualche tipo, e che queste possano lasciare delusi…
E’ lui l’uomo dei sogni, i suoi e i nostri, anche quando non riesce a realizzarli (come per Frankenstein, Pinocchio o il mastodontico Alle Montagne della Follia tratto da Lovecraft), E’ l’uomo che ci ha mostrato la Guerra di Spagna attraverso ‘Diavoli’ e rappresentazioni fantastiche, che ha portato sulla terra Hellboy e che dietro le quinte abbiamo visto in una mezza dozzina di altri film – soprattutto nelle loro creature, appunto – a partire dalla recente Trilogia de Lo Hobbit, in corso d’Opera.

Pacific Rim era l’occasione perfetta per mettere a frutto le sue passioni e capacità. Registiche e scenografiche. Mescolando fantascienza umana, robotica (con evidenti e graditissimi richiami ai cartoni della nostra infanzia e con una capacità di unire design e combattimento che i Transformer continuano a non avere o saper gestire) e mutante.
Gli alieni Kaiju sono dei moderni Godzilla, per dinamiche e implicazioni allegoriche, che si muovono in una cornice molto classica, sin dall’ottusità e incomprensibilità (a parte le necessità di sceneggiatura) delle decisioni prese dai governi mondiali.

Non un film che sorprende per originalità, ma un blockbuster capace di equilibrare gli immancabili dilemmi e traumi dei protagonisti (ci sono tutti: separazione, morte, adozione, orgoglio, vendetta, ripensamento, conquista, panico, nobiltà) con scene epiche di colossali scontri, che in tanti – da Bay a Emmerich – ci avevano fatto sognare senza rispettare le promesse. E le premesse.

I personaggi, in questo senso (e senza nulla togliere alla compagine attoriale, compreso Idris Elba, purtroppo in un ruolo più stereotipato e 'imposto' degli altri), difficilmente rubano la scena ai poderosi Jaegers.
I vari Gipsy Danger (Usa, l’unico alimentato dal nucleare), Coyote Tango (Giappone), Cherno Alpha (Russia), Crimson Typhoon (Cina), Striker Eureka (Australia) sono più caratterizzati dei loro piloti, in un gioco di stereotipi e anacronismi che richiama fortemente il Mr. Freedom del 1968. E che lascia spazio soprattutto alla Mako Mori della giapponese Rinko Kikuchi (nominata all’Oscar come migliore attrice non protagonista nel 2006 per Babel) e al sempre unico Ron Perlman (ai fan del quale consigliamo di attendere la fine dei titoli di coda).

Pacific Rim, in uscita l'11 luglio, è distribuito dalla Warner Bros.

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