Ammaliante. Come la scelta di rappresentare uno dei momenti più crudeli della storia britannica attraverso il confronto tra la potente e solitaria Elisabetta I e la sua controparte e cugina… Alla quale è dedicato il Maria regina di Scozia di Josie Rourke, quarantaduenne regista esordiente di Salford con una lunga esperienza teatrale presso la Donmar Warehouse (e non solo) di Londra. Un emozionante confronto, soprattutto, tra due donne.
Molto diverse, e più vicine di quanto le si ricordi o immagini, almeno nella versione che ne rendono magnificamente Margot Robbie e la tanto attesa Saoirse Ronan: coppia di regine, tragiche e costrette a dividersi tra un ruolo obbligato, le responsabilità e le conseguenze che comporta, e il loro desiderio di comunione. Una umanità che a sprazzi emerge in una vicenda che, ripercorrendo le tappe di una storia che il cinema ha sfruttato, spesso ci offre un punto di vista diverso per affrontarla.
Leggi anche: Le migliori donne al potere del grande e del piccolo schermo
Intimo, forse, a patto di consentire a noi stessi di empatizzare con un elemento femminile tanto forte. E insistito, a voler considerare anche l'azione delle ancelle e del David Rizzio di Ismael Cruz Cordova. Soprattutto a voler seguire il corso parallelo degli eventi che vediamo svilupparsi nelle due corti e nelle vite delle due protagoniste, un doppio binario evidenziato da scelte di inquadrature e movimenti, ben lungi dal risultare leziose e ridondanti.
Consigli.it per voi: Anche nel Crimine la regina era inglese...
Un gioco di prestigio nel quale forma ed estetica paiono a tratti soffocare la sostanza o rischiare di confondere lo spettatore, che si ritroverà invece colpito - a sorpresa - dalla malìa di questa o quella. Da un lato o dall'altro dell'ipotetico specchio nel quale le vediamo riflettersi. Perfetta allegoria del paradossale continuo incrociarsi delle suddette parallele, tangenti nel bisogno di condivisione di dolori e frustrazioni, sogni di maternità e delusioni, fino al drammatico e inevitabile confronto.
D'altronde geometrie e architettura sono fondamentali nella interminabile partita a scacchi nella quale vediamo le regine muovere a difesa di se stesse e del proprio mondo. Anche scambiandosi Re e colpi di ogni genere, e osservando dal fondo della scacchiera i tradimenti, gli intrighi, i cliché che il film non manca di alternare a momenti più ritmati. Non i più frequenti o riusciti, né i più importanti, tutto sommato. Visto che anche il finale, piuttosto sintetico, nulla toglie alla attenta ed emotiva costruzione messa in scena.
Maria regina di Scozia, in sala dal 17 gennaio 2019, è distribuito da Universal Pictures.
Molto diverse, e più vicine di quanto le si ricordi o immagini, almeno nella versione che ne rendono magnificamente Margot Robbie e la tanto attesa Saoirse Ronan: coppia di regine, tragiche e costrette a dividersi tra un ruolo obbligato, le responsabilità e le conseguenze che comporta, e il loro desiderio di comunione. Una umanità che a sprazzi emerge in una vicenda che, ripercorrendo le tappe di una storia che il cinema ha sfruttato, spesso ci offre un punto di vista diverso per affrontarla.
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Intimo, forse, a patto di consentire a noi stessi di empatizzare con un elemento femminile tanto forte. E insistito, a voler considerare anche l'azione delle ancelle e del David Rizzio di Ismael Cruz Cordova. Soprattutto a voler seguire il corso parallelo degli eventi che vediamo svilupparsi nelle due corti e nelle vite delle due protagoniste, un doppio binario evidenziato da scelte di inquadrature e movimenti, ben lungi dal risultare leziose e ridondanti.
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Un gioco di prestigio nel quale forma ed estetica paiono a tratti soffocare la sostanza o rischiare di confondere lo spettatore, che si ritroverà invece colpito - a sorpresa - dalla malìa di questa o quella. Da un lato o dall'altro dell'ipotetico specchio nel quale le vediamo riflettersi. Perfetta allegoria del paradossale continuo incrociarsi delle suddette parallele, tangenti nel bisogno di condivisione di dolori e frustrazioni, sogni di maternità e delusioni, fino al drammatico e inevitabile confronto.
D'altronde geometrie e architettura sono fondamentali nella interminabile partita a scacchi nella quale vediamo le regine muovere a difesa di se stesse e del proprio mondo. Anche scambiandosi Re e colpi di ogni genere, e osservando dal fondo della scacchiera i tradimenti, gli intrighi, i cliché che il film non manca di alternare a momenti più ritmati. Non i più frequenti o riusciti, né i più importanti, tutto sommato. Visto che anche il finale, piuttosto sintetico, nulla toglie alla attenta ed emotiva costruzione messa in scena.
Maria regina di Scozia, in sala dal 17 gennaio 2019, è distribuito da Universal Pictures.