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La recensione di Io sono tempesta, Daniele Luchetti gioca a confonderci… 

Il film incentrato sul finanziere di Marco Giallini è la terza collaborazione del regista con Elio Germano, di nuovo in un ruolo ambiguo e tutto da scoprire.

09.04.2018 - Autore: Mattia Pasquini
Sedersi in sala, pronti a scoprire la nuova storia scelta dal regista di Il portaborse, Mio fratello è figlio unico, La nostra vita o Chiamatemi Francesco, ed essere accolti dalla Ho visto un re di Enzo Iannacci e Dario Fo è una sorpresa tra le più belle che si possano avere. Ma alza le aspettative, e rischia di configurarsi come 'spoiler' considerato il testo della canzone e le vicende del Marco Giallini protagonista del nuovo Io sono tempesta.



È lui il Numa Tempesta del titolo, intorno al quale ruota la presunta farsa, un intreccio di fiaba e affresco sociale e morale del nostro tempo. Un mosaico complesso da rendere, quello progettato, pur ammettendo l'ambiguità di fondo - e insita nella natura umana - che più o meno tutti i personaggi riescono a rendere. Ma per una volta, e coerentemente con ciò che viene scelto di mostrare, sono gli ultimi a rubare la scena. Tanto la 'sporca decina' di diseredati quanto il piccolo Nicola dell'espressivo Francesco Gheghi, piacevole scoperta del film.

[Io sono Tempesta, nel trailer le prime immagini di Marco Giallini ai servizi sociali]

Che per il resto - sul lato attoriale - approfitta di un Marco Giallini vecchio 'sòla' chiamato a gigioneggiare, di una Eleonora Danco discontinua, poco a suo agio con i momenti meno nelle proprie corde, e un Elio Germano sempre convincente ma ancora nei panni del figlio del popolo, ricco dei nostri difetti. Nella inevitabile - per quanto non intenzionale, a sentire l'autore - interpretazione pedagogica dell'operetta, infatti, sono molte le lezioni, nemmeno troppo sottintese. Nulla di nuovo, purtroppo, almeno per la cinematografia (e la cronaca) italiana contemporanea.



Evasione fiscale, leggi ad personam, solitudine, paternità difficili, desiderio del superfluo e del lusso, invidia, vendetta occhieggiano qui e lì nell'educazione reciproca di questi 'Ricco e Povero', come anche i diversi paradisi artificiali dai quali siamo circondati, sale slot e bingo compresi, ultimi lidi per tanti disperati in cerca di Isole del Tesoro. Temi e riferimenti che affollano quello che Daniele Luchetti stesso ha definito "un film sulla confusione", privo di schematismi e indifferente a ogni naturalismo. Coerentemente, dicevamo, con la crisi di ideologie e le carenze dei protagonisti, con il tono favolistico della storia… e con il generale disordine della narrazione (non a caso, dichiaratamente "pop").


Io sono tempesta, in sala dal 12 aprile, è distribuito da 01 Distribution.