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La Llorona - Le lacrime del male, la recensione del nuovo horror dell'universo Conjuring

Nonostante le poche sorprese, il nuovo spin-off di The Conjuring è il più godibile e riuscito

18.04.2019 - Autore: Mattia Pasquini
Un idilliaco quadretto familiare è quello che ci accoglie nella prima scena di La Llorona - Le lacrime del male di Michael Chaves… inutile illudersi. Un prologo classico per un film del genere, nel quale troviamo accennate - più che poste - le premesse di quel che sarà. Sostanzialmente una storia come tante, forse meglio di altre, ma non abbastanza da riuscire a distinguersi. D'altronde la 'tara' è 'genetica', appartenendo a un franchise che continua a crescere su sé stesso.

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Quello di The Conjuring, ovviamente, che dopo il primo riuscitissimo titolo e l'accettabile prequel/sequel ha cominciato - come da tradizione di James Wan - a raschiare il possibile finendo per mettere insieme bambole maledette o suore demoniache. E - oggi - la povera madre divorata dai sensi di colpa per la morte dei figli. Lei è il demone con cui prosegue la saga, e contro il quale devono combattere una madre separata e i suoi due figli… e noi, nell'arco della narrazione.

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Lo smaccato tentativo di affidarsi a una leggenda messicana esistente non riesce a superare i confini del folclore, condizionata com'è dai limiti della timeline del Conjurverse. E dal fungere da palestra per i due sceneggiatori (in precedenza all'opera solo sullo Young Adult A un metro da te) e per l'esordiente regista. Per non parlare della location casalinga, che certo non permette di spaziare, fisicamente quanto tematicamente, o per quel che riguarda le soluzioni realizzative.

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'Due camere e cucina' - che negli States comportano soffitta e seminterrato - protette da immancabili barriere preposte a difenderci magicamente dal male. Invano. Ma la speranza va abbandonata entrando in sala, nonostante la presenza dell'ennesimo sacerdote 'fuoriuscito' dalla Chiesa regolare. Attenzione, non che visivamente il racconto abbia delle delle vere e proprie pecche… anzi! Rispetto agli ultimi capitoli del franchise, questo è sicuramente più godibile e meglio riuscito.



Gli evitabilissimi spiegoni e la piattezza di certi snodi non aumentano il pathos, né l'aderenza al canone e ai soliti cliché non regaleranno grandi sorprese, ma si percepisce una sorta di particolare attenzione e un impegno maggiore in alcune scelte. Oltre a un paio di elementi meno ricorrenti, che tutto sommato potrebbero fare la fortuna di questa donna piangente. In primis la verve eroica dei due ragazzini, meno passivi del solito, e soprattutto la caratterizzazione del sacerdote (interpretato dal Raymond Cruz di Better Call Saul), capace di uscire dal convenzionale più che per la strategia adottata per un paio di chicche in linea con lo stile western del finale.

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Bene che la citazione agli altri film della saga - pur inserita a forza - risulti meno invadente a livello narrativo che in passato. Sarà così anche per i programmati Annabelle Comes Home, il "divertente" The Nun 2 e l'annunciato The Crooked Man? Speriamo…

La Llorona – Le lacrime del male è distribuito nei cinema da Warner Bros.