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Ancora auguri per la tua morte - La ripetizione non giova al sequel horror (Recensione)

Meglio ricordare il precedente Auguri per la tua morte, ben più riuscito di questo approssimativo secondo capitolo

27.02.2019 - Autore: Mattia Pasquini
Non è l'inizio a sorprendere, trovandoci in presenza del sequel di un film che aveva raccontato il drammatico ripetersi della giornata del proprio omicidio. Il fatto che la sequenza d'apertura sia funzionale al gioco già visto stimola immediatamente un senso di familiarità e di complicità. Quel che sorprende sono semmai le preoccupanti avvisaglie di quello che verrà. Una impressione iniziale di poca cura che purtroppo verrà confermata dal successivo svolgersi del Ancora auguri per la tua morte di Christopher Landon.



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Il regista e sceneggiatore non sembra davvero aver fatto tesoro dell'esperienza vissuta con la prosecuzione della saga di Paranormal Activity (di cui ha sceneggiato gran parte dei sequel e diretto lo spin-off). Almeno stando alle evidenti difficoltà creative nel portare avanti la decisione di insistere sulle dinamiche del precedente anche in questo nuovo capitolo. Una crisi che non appare risolta dalle successive scelte, via via sempre più confuse, scollegate e insensate.

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Dopo il prologo suddetto, nel quale l'avventura sembrava aver trovato un nuovo protagonista, il testimone passa alla Tree Gelbman interpretata da Jessica Rothegià vista nel primo film, che qui sembrava essere stata richiamata solo per un divertente cameo. In realtà è di nuovo lei a dirigere le danze, altro elemento che suscita qualche perplessità, e che replicando lo schema che fu, finisce con il dimostrarsi controproducente.

La prosecuzione dell'azione diventa presto ridondante e i tentativi di variazione sono affidati a una sequela di scene scritte male e di momenti privi di senso, singolarmente e nel complesso. La priorità sembra essere quella di assemblare una serie di scenette, senza troppo preoccuparsi delle loro conseguenze o verosimiglianza dal punto di vista narrativo. Paradossalmente ci si diverte di più con i diversi suicidi della protagonista, anche se abbastanza mal gestiti e a tratti dalla qualità visiva e tecnica piuttosto discutibile.

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Il film diventa rapidamente la parodia di sé stesso. Accompagnando al comedy-thriller un'anima familiare, materna (con annessi senso di colpa ed elaborazione del lutto), che sfiora il livello televisivo delle produzioni parareligiose di certi santoni statunitensi. Per fortuna si gioca, e si ammicca ai nerd di Big Bang Theory addirittura con la citazione del divano e del salotto di Sheldon e Leonard, ma i discorsetti su "leap of faith" e crescita sono fastidiosamente didattici. Lezioni di vita che forse nessuno avrebbe chiesto di ricevere. Per il resto, tutto come previsto: si salva chi deve, muore chi deve, a ogni costo. E senza troppo curarsi dei mezzi. Sinceri complimenti al buon Landon per aver strappato questo contratto, la sorpresa finale semmai è proprio quella che sia riuscito ad arrivare nelle nostre sale.

Ancora auguri per la tua morte, in sala dal 28 febbraio, è distribuito dalla Universal Pictures.