Che non tutti abbiano visto Killer Joe di William Friedkin è un vero peccato, considerato l'entusiasmo che suscitò nel suo passaggio in concorso alla 68ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, nel 2011. Basata sulla piece teatrale del Pulitzer Tracy Letts (qui anche sceneggiatore e del quale il regista aveva già adattato Bug nel 2006), la dark comedy segna una delle interpretazioni migliori di Matthew McConaughey.
Il film. Quando lo spacciatore ventiduenne Chris scopre che la madre ha fatto sparire la sua scorta di droga, si trova costretto a raccogliere al più presto seimila dollari per non essere eliminato dai suoi stessi fornitori. Disperato, il ragazzo si rivolge a Killer Joe per far eliminare la madre e riscuotere la sua polizza sulla vita. Nonostante Joe si faccia sempre pagare in anticipo per le sue prestazioni, stavolta l'uomo cambia le sue abitudini affascinato da Dottie, la bella sorella di Chris, che offre all'uomo prestazioni sessuali in attesa del denaro... se mai arriverà.
Dietro le quinte. Se Kurt Russell e Billy Bob Thornton erano stati considerati per il ruolo del protagonista, va ricordato quanto - come lo stesso Friedkin scrisse nelle proprie memorie - Jennifer Lawrence cerco' di ottenere la parte di Dottie, dovendo poi abbandonare a causa di altri impegni. La parte, come noto, andò a Juno Temple, altra presenza femminile insieme a quella di Gina Gershon. Alla quale, curiosamente, era stato offerta in passato (20 anni prima, per la versione teatrale) proprio la parte di di Sharla. E la quale, in una intervista, confessò di aver utilizzato nelle riprese un 'merkin' (parrucca pubica) cui aveva dato il nome di 'Bertha'. Un altro insospettabile protagonista, però, fu sicuramente il cane che vediamo tenuto alla catena: lo stesso che venne usato nell'Alpha Dog del 2006 (ancora con Emile Hirsch).
Perché vederlo. "Mi piace pensare che sia un po’ come la storia di Cenerentola: e cioè una ragazza che sogna di incontrare il suo principe azzurro… sfortunatamente, però, finisce per incontrare un serial killer!" erano state le parole di Friedkin nel presentare il suo film, purtroppo l'ultimo - ad oggi - dell'ottantunenne "regista del Male". Una storia divertente, cinica, violenta e scorretta che qualcuno ha definito "fiaba horror", ma che nel suo raccontare una realtà grottesca e pulp non perde mai il contatto con il terreno. In tutti i sensi. Con un cast particolarmente ispirato e una scrittura impeccabile, resta davvero un regalo del quale essere grati al 'papà' di Il braccio violento della legge, L'esorcista e Cruising.
La scena da antologia. Stando a Matthew McConaughey, Friedkin difficilmente dovette girare più di tre volte ogni singola scena. Probabilmente anche per lo stato di grazia di tutti i partecipanti al progetto, che purtroppo venne distribuito come NC-17 negli Stati Uniti per i suoi "contenuti esplici e aberranti, comprendendo violenza, sessualità e scene brutali". E proprio una di queste è quella che marchiò indissolubilmente - quanto positivamente - il film, quella del "Chicken Job", come la definì un esimio critico al Festival: in cui assistiamo alla 'fellatio' con coscia di pollo alla quale Joe costringe Sharla, che fu sostanzialmente il motivo per cui la Gershon rifiutò (come detto), in passato, la parte per non dover ripetere l'atto otto volte a settimana sul palcoscenico del teatro.
I Premi. A conferma dell'entusiasmo suscitato all'epoca, il film vinse il Mouse d'Oro della critica web alla Mostra di Venezia, che lo ignorò nel Palmares finale. Come fecero, purtroppo, in molti; ma non la Toronto Film Critics Association (che premiò Gina Gershon), la Central Ohio Film Critics Association, la Austin Film Critics Association e la Academy of Science Fiction, Fantasy & Horror Films statunitense (che premiarono Matthew McConaughey, oltre al film).
Dove e quando. Alle 22.45 su Rai 4, canale 21 del digitale terrestre e 10 della piattaforma satellitare TivùSat.
Il film. Quando lo spacciatore ventiduenne Chris scopre che la madre ha fatto sparire la sua scorta di droga, si trova costretto a raccogliere al più presto seimila dollari per non essere eliminato dai suoi stessi fornitori. Disperato, il ragazzo si rivolge a Killer Joe per far eliminare la madre e riscuotere la sua polizza sulla vita. Nonostante Joe si faccia sempre pagare in anticipo per le sue prestazioni, stavolta l'uomo cambia le sue abitudini affascinato da Dottie, la bella sorella di Chris, che offre all'uomo prestazioni sessuali in attesa del denaro... se mai arriverà.
Dietro le quinte. Se Kurt Russell e Billy Bob Thornton erano stati considerati per il ruolo del protagonista, va ricordato quanto - come lo stesso Friedkin scrisse nelle proprie memorie - Jennifer Lawrence cerco' di ottenere la parte di Dottie, dovendo poi abbandonare a causa di altri impegni. La parte, come noto, andò a Juno Temple, altra presenza femminile insieme a quella di Gina Gershon. Alla quale, curiosamente, era stato offerta in passato (20 anni prima, per la versione teatrale) proprio la parte di di Sharla. E la quale, in una intervista, confessò di aver utilizzato nelle riprese un 'merkin' (parrucca pubica) cui aveva dato il nome di 'Bertha'. Un altro insospettabile protagonista, però, fu sicuramente il cane che vediamo tenuto alla catena: lo stesso che venne usato nell'Alpha Dog del 2006 (ancora con Emile Hirsch).
Perché vederlo. "Mi piace pensare che sia un po’ come la storia di Cenerentola: e cioè una ragazza che sogna di incontrare il suo principe azzurro… sfortunatamente, però, finisce per incontrare un serial killer!" erano state le parole di Friedkin nel presentare il suo film, purtroppo l'ultimo - ad oggi - dell'ottantunenne "regista del Male". Una storia divertente, cinica, violenta e scorretta che qualcuno ha definito "fiaba horror", ma che nel suo raccontare una realtà grottesca e pulp non perde mai il contatto con il terreno. In tutti i sensi. Con un cast particolarmente ispirato e una scrittura impeccabile, resta davvero un regalo del quale essere grati al 'papà' di Il braccio violento della legge, L'esorcista e Cruising.
La scena da antologia. Stando a Matthew McConaughey, Friedkin difficilmente dovette girare più di tre volte ogni singola scena. Probabilmente anche per lo stato di grazia di tutti i partecipanti al progetto, che purtroppo venne distribuito come NC-17 negli Stati Uniti per i suoi "contenuti esplici e aberranti, comprendendo violenza, sessualità e scene brutali". E proprio una di queste è quella che marchiò indissolubilmente - quanto positivamente - il film, quella del "Chicken Job", come la definì un esimio critico al Festival: in cui assistiamo alla 'fellatio' con coscia di pollo alla quale Joe costringe Sharla, che fu sostanzialmente il motivo per cui la Gershon rifiutò (come detto), in passato, la parte per non dover ripetere l'atto otto volte a settimana sul palcoscenico del teatro.
I Premi. A conferma dell'entusiasmo suscitato all'epoca, il film vinse il Mouse d'Oro della critica web alla Mostra di Venezia, che lo ignorò nel Palmares finale. Come fecero, purtroppo, in molti; ma non la Toronto Film Critics Association (che premiò Gina Gershon), la Central Ohio Film Critics Association, la Austin Film Critics Association e la Academy of Science Fiction, Fantasy & Horror Films statunitense (che premiarono Matthew McConaughey, oltre al film).
Dove e quando. Alle 22.45 su Rai 4, canale 21 del digitale terrestre e 10 della piattaforma satellitare TivùSat.