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Stasera in TV, 11 novembre: Qualunquemente, la vittoria (o la sconfitta) di tutti noi

Il personggio più folle e delirante di Antonio Albanese torna ad apparire in un momento molto caldo.

11.11.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
L'uomo qualunque raccontato da Antonio Albanese, ovviamente attraverso la sua solita caustica lente deformante. E deformata è la satira sociale di Qualunquemente, film dominato dalla figura di Cetto La Qualunque (riapparso poi in Tutto tutto niente niente), politico che si supponeva dover stigmatizzare certe deteriori abitudini del nosto popolo, ma che potrebbe facilmente assumere connotati universali.

Il film. Perché Cetto La Qualunque torna in Italia dopo una lunga latitanza all'estero? È stata una sua scelta? O qualcuno trama nell'ombra? Con lui rientrano anche una bella ragazza di colore ed un bambina di cui non riesce a ricordare il nome: la sua nuova famiglia. Al ritorno in patria Cetto ritrova il fidato braccio destro Pino e la famiglia di origine: la moglie Carmen e il figlio Melo. Ovviamente far convivere il tutto non sarà facile. I suoi vecchi amici lo informano che le sue proprietà sono minacciate da una inarrestabile ondata di legalità che sta invadendo la loro cittadina. Le imminenti elezioni potrebbero avere come esito la nomina a sindaco di Giovanni De Santis, un "pericoloso" paladino dei diritti. Così, Cetto, dopo una lunga e tormentata riflessione in compagnia di simpatiche ragazze non ha dubbi e decide di "salire in politica" per difendere la sua città. La campagna elettorale può cominciare...



Dietro le quinte. "Prima voti e poi rifletti", dice Cetto, personaggio nato nel 2003, come raccontavamo nel 2010 anticipando le riprese del film, durate un paio di mesi e tenutesi tra Lamezia Terme, Palmi, Scilla e la provincia di Roma (come nel caso della scena della chiesa, filmata nella cappella dell'area di servizio Feronia sulla A1). "Mi sono ispirato alla micropolitica, paradossalmente, non alla macro. - raccontò il regista e attore pugliese della nascita del personaggio. - Poi è arrivata di conseguenza, perché dalla micropolitica si fa anche la macropolitica. Mi sono ispirato a quei piccoli politici che improvvisavano la politica, che per interesse si impossessavano di comunità, delle nostre idee, del nostro futuro", chiosando: "Molti politici sono veramente ridicoli". Conclusione alla quale sembravano esser giunti anche i milioni di spettatori che nei primi tre giorni di programmazione permisero al film di spodestare persino il Che bella giornata di Checco Zalone e di diventare alla fine uno dei maggiori successi italiani della stagione.

Perché vederlo. Oggi sarebbe "un moderato", secondo il suo stesso ideatore, ma il personaggio volgare, disonesto e maschilista creato da Antonio Albanese non sembra più così imbarazzante. La costruzione immaginaria di quel contesto - provinciale e corrotto - viene trascesa dal trionfo di ignoranza e menefreghismo dal quale emerge, come dicemmo allora, "il ghigno sghembo di una realtà che va oltre la fantasia". E non fa mai male ricordarsi quanto riusciamo a essere ridicoli a volte, soprattutto quando cerchiamo di elevarci al di sopra degli altri, di sentirci diversi, migliori. A patto di imparare la lezione.



I Premi. Solo il premio per la miglior campagna promozionale (a Federico Mauro e Gianluca Pignataro) conquistato alla IX edizione del Trailers FilmFest per il film. Che per il resto raccolse solo nomination: 3 ai David di Donatello (Miglior attore protagonista, Migliori acconciature, Miglior canzone originale), 2 ai Nastri d'argento (Migliore commedia e Migliori costumi), 1 ai Globi d'oro (Miglior musica, alla Banda Osiris) e 3 anche ai Ciak d'oro (Miglior attrice non protagonista, Migliori costumi e Miglior scenografia).

Dove e quando. Alle 21.20 su Rai Movie, canale 24 del digitale terrestre e 14 della piattaforma satellitare TivùSat.