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Serie Cult: 10 ragioni per recuperare Narcos

Gli aspetti più violenti del mondo della droga promettono una seconda stagione, ma intanto...

19.04.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Solo dieci episodi, distribuiti da Netflix a partire dal 28 agosto 2015, per Narcos, la serie creata da Chris Brancato, Carlo Bernard e Doug Miro che torna a parlare di Pablo Escobar. Un soggetto già raccontato dal Paradise Lost di Andrea Di Stefano, con un immenso Benicio Del Toro particolarmente coinvolto nel progetto, forse anche in quanto portoricano di nascita (naturalizzato spagnolo). Ma a parlare di quell'angolo di mondo, e della stessa piaga, aveva pensato anche Oliver Stone in Le bestie (Savages). In attesa dei vari progetti di Ridley Scott (The Cartel, basato sul romanzo di Don Winslow), Roger Spottiswood (Hyperbaric) o Brian Kirk (Narco Sub) varrà comunque davvero la pena approfondire il tema. E con una produzione della quale, solo lo scorso settembre sul profilo twitter ufficiale @NetflixUK, è stato annunciato che "tornerà per una seconda stagione". E i motivi per farlo sono molti! Ve ne proponiamo alcuni, con una coda polemica…



Pablo Escobar. È impossibile comprendere una storia folle e complessa come quella del Padrino della droga in un film, una miniserie o una stagione. Tra cronaca sanguinaria e cultura popolare, il personaggio aveva bisogno di una ulteriore trattazione. E di più spazio.

Jose Padilha. Il regista brasiliano ci ha convinto nelle sue prove per il grande schermo, da Elite Squad a Robocop, ed è un piacere ritrovarlo anche per il piccolo. Sua la direzione dei dieci episodi proposti da Netflix.

Il cast. Su tutti Wagner Moura, interprete principale e dominatore assoluto ogni volta che appare. Forte del carisma del personaggio interpretato e della scrittura stessa, certo, ma che non si sottovaluti la sua presenza scenica! Al suo fianco, o meglio alle sue calcagna, l'agente Javier Pena che ci permette di ammirare di nuovo il cileno Pedro Pascal di Il trono di spade (era Oberyn Martell, la vipera rossa di Dorne).

Un classico. Una narrazione che ha fatto citare Quei bravi ragazzi, una cornice che rimanda a I diari della motocicletta e criminali che conquisteranno i fan di Breaking Bad promettono di inserire - e senza rischi di imitazione - la serie tra i classici di più di un genere.



A suo modo, un impresario. Questo potrebbe apparire lo stesso Escobar a osservarlo da un punto di vista diverso. La definizione di mero "Criminale" in fondo va stretta a un personaggio che ha saputo creare dal nulla il proprio impero.

L'America, da Sud a Nord. Sono pochi gli show che si permettono di descrivere gli Stati Uniti del rissoso Ronald Reagan in una maniera tanto fedele, dal suo odio per i comunisti ai vari aspetti della sua politica estera degli anni '80. Arrivando - con un utilizzo di notiziari e immagini d'archivio - a farne un documento onesto di quel che abbiamo vissuto.

Gatto e topo. Cosi è stato definito lo scontro protratto tra i narcotrafficanti e i tutori della legge cui si assiste sullo schermo. Ma nel quale è spesso difficile identificare chi sia la vittima e chi l'inseguitore… in una dinamica che a molti ha ricordato quel gioiello che fu The Wire.

Colonna sonora. Proprio come fu per l'opera di Gustavo Santaolalla nel succitato I diari della motocicletta, uno degli elementi migliori in questo caso sono sicuramente le musiche di Pedro Bromfman.

Realismo magico. Un must, spesso citato a sproposito parlando di America Latina e della sua tradizione culturale moderna. Uno dei motivi per cui non sono stati pochi i fan del compianto Gabriel Garcia Marquez ad amare Narcos e a riconocerlo come uno dei rari e riusciti tentativi di portare quei toni sul piccolo schermo.



Lo spagnolo. Per l'uso di certi diminutivi e di un lessico molto 'local' colombiano (sia per vocabolario, sia per 'slang'), nel quale non potrà non notarsi l'uso caratteristico del 'Vos', la versione originale della serie, per il suo rispetto della lingua e il limitato abuso dell'inglese, si è rivelata fortemente consigliata a chi stesse studiando lo spagnolo o avesse voglia di approfondirne le differenze.


Eppure - a onor del vero e per dovere di cronaca - ci sono molti, altrettanti motivi per i quali alcuni abitanti della Colombia si sono scagliati contro la serie, rea di offrire una immagine scorretta del loro Paese. Una Nazione splendida, bellissima ed econmica, ricca di gente gentile e caffe' e graffiti imbattibili, dove (non a caso?) sembrano essere gli 'yankees' a non godere di ottima fama, e soprattutto niente affatto pericolosa come mostrato… Ma d'altronde, stereotipi e accuse di 'sciacallaggio' a parte, è facilmente immaginabile che la Colombia del 2016 sia ben diversa da quella degli anni '80.