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Woody Allen contro le accuse di molestie: “Dovrei essere io il testimonial del Me Too”

Il regista è tornato a parlare delle accuse sollevategli contro dalla figlia Dylan Farrow, che hanno scatenato contro di lui l'opinione pubblica

05.06.2018 - Autore: Marco Triolo
Woody Allen contrattacca chi è tornato ad accusarlo di molestie alla figlia Dylan Farrow, con una dichiarazione che non mancherà di sollevare un putiferio. Il regista e attore ha infatti detto, nel corso di un'intervista pubblicata da un media argentino, Periodismo Para Todos, che proprio lui dovrebbe essere il “poster boy”, cioè il testimonial, del movimento Me Too.
 
Allen si è definito un grande sostenitore del movimento e ha dichiarato: “Dovrei essere io il testimonial del movimento Me Too, perché ho lavorato nel cinema per cinquant'anni, ho lavorato con centinaia di attrici e nemmeno una di loro – famosissime, famose, esordienti – ha mai suggerito comportamenti inappropriati da parte mia. Ho sempre avuto un rapporto esemplare con loro”.
 
Le accuse ad Allen sono riemerse quando sua figlia adottiva Dylan Farrow è tornata a puntare il dito contro di lui, rivangando un caso di presunte molestie sessuali. All'epoca, Woody Allen era stato indagato da due diverse entità, la Child Sexual Abuse Clinic dell'ospedale Yale-New Haven e il New York State Child Welfare, e assolto. La tesi ritenuta corretta, e supportata anche dal fratello di Dylan, Moses Farrow, è che la madre Mia Farrow fosse una donna violenta e determinata a fare il lavaggio del cervello ai figli. Ciononostante, l'intervista rilasciata da Dylan Farrow ha scatenato una reazione imprevedibile, con donne famose che si sono schierate apertamente con lei (come Natalie Portman, Reese Witherspoon e Shonda Rhimes) e attrici e attori che hanno giurato di non lavorare mai più con Allen (Mira Sorvino, Ellen Page, Greta Gerwig e Colin Firth). Timothée Chalamet e Rebecca Hall hanno persino donato i soldi ricavati dall'aver lavorato con lui.
 
“Questa accusa è stata esaminata scrupolosamente venticinque anni fa dalle autorità e tutti sono arrivati alla conclusione che fosse falsa – ha aggiunto Allen nel corso dell'intervista – La cosa è finita lì e io sono andato avanti con la mia vita. Ora è riemersa ed è un'accusa terribile da fare a una persona. Ho una famiglia e dei bambini, perciò è ovvio che sia sconvolgente”. Infine, si è scagliato contro chi lo ha paragonato a Harvey Weinstein: “Io, che sono stato accusato da una sola donna in un caso di affidamento che è stato esaminato e provato falso, vengo gettato nella mischia con questa gente che è stata accusata da venti, cinquanta, cento donne di abusi, abusi e abusi”.
 
Fonte: Variety
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