Dramma storico. Anche solo per le polemiche montate negli scorsi mesi a causa del ritardo della sua distribuzione italiana, iniziamo da “Agora”, nuovo film di Alejandro Amenàbar. Dopo aver firmato un film eticamente controverso come “Mare Dentro”, il regista porta sul grande schermo la storia di Ipazia e della messa a fuoco dell’immensa biblioteca di Alessandria d’Egitto da parte dei cristiani. Il Vaticano non ha gradito e pare abbia cercato di impedire la vendita dei diritti del lungometraggio in Italia. Qualcosa di strano è successo, il film esce a distanza di un anno dalla presentazione a Cannes. Al di là delle polemiche, vale la pena vederlo? Sì, secondo Alessandro De Simone che nella recensione di Film.it scrive “Interpretata da una straordinaria Rachel Weisz, Ipazia è il simbolo della cecità della fede rispetto alla ragione, uccisa perché faceva paura, proprio come oggi si cerca di tappare la bocca a chi vuole essere una sensata voce di dissenso costruttivo (e parliamo di uomini e donne che hanno a cuore l’idea di vivere in un mondo migliore, senza riferimenti all’attualità politica italiana) e Amenàbar ci presenta la sua parabola ricostruendo la polis di Alessandria con grande dispendio scenografico, sfoggiando il suo indubbio talento visivo con movimenti di macchina e inquadrature ardite, vivacizzando un racconto che ha comunque la sua forza nelle idee e nella tremendamente non violenta mazzata che oggi un’opera simile infligge all’anacronismo teologico della Chiesa di Roma”.
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Movie Style: Rachel Weisz
Horror. L’attesa era grande per il remake di “La città verrà distrutta all’alba” celebre capolavoro del terrore di George Romero del 1973. Bisogna purtroppo abbassare le aspettative. La riproposizione della storia di un virus fuggito al controllo del governo che rende gli abitanti di una cittadina delle sorte di zombie stavolta non convince. Come scrive Marco Triolo nella nostra recensione: “Il film di Breck Eisner è ben girato, ben fotografato, ben montato: tutti valori che oggi sono la norma, visto che in America si lavora con budget che difficilmente consentono errori sotto il punto di vista tecnico. Eppure, nonostante la professionalità esibita, è anche una pellicola inutile, un banale survival horror dove regnano i cliché, una tediosa ripetitività, e dove sono totalmente assenti l’approfondimento sociale e politico presenti invece nel film originale”.
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La nostra intervista a George Romero
Cinema italiano. Il film della settimana è la commedia “Matrimoni e altri disastri”. Margherita Buy, Fabio Volo e Luciana Littizzetto danno vita ad una storia al femminile sulla mezza età e sull’esigenza di tenere in pugno la propria vita, anche quando non tutto è andato negli anni secondo i piani. Nel titolo non c’è la parola “amore”, ma “matrimoni” si può considerare una sorta di sinonimo, anche se almeno c’è qui una ragione narrativa per questo titolo. Qualche risata e un po’ di critica sociale, ma il cinema brillante sia americano che europeo rimane distante.
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Storia vera di denuncia. Un sempre più imbolsito Harrison Ford, accompagnato da uno degli attori più indefinibili dei nostri anni, ovvero Brendan Fraser (è simpatico, ma ci si chiede sempre perché sia diventato famoso), è protagonista di “Misure straordinarie”. Si parla del confronto tra due medici, interpretati dai suddetti attori, in lotta contro il sistema per trovare una soluzione ad una rara malattia genetica. Le lobby farmaceutiche e alcuni dottori remano nella direzione opposta e, come si può immaginare, non si faranno troppi scrupoli a ricattare i buoni.
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Docufiction. Il film “Secondo Tempo” utilizza scene vere e filmati ricostruiti, per raccontare dall’interno la pazzia che regna tra alcuni teppisti che si ritengono ogni domenica anche dei tifosi. Argomento più che mai attuale alla luce della pazzia imbecille dimostrata da alcuni delinquenti dopo il derby romano. Vale la pena tenerlo in considerazione se si vuole affondare lo sguardo in questa piaga della nostra società.
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