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Transformers: i film della saga classificati dal peggiore al migliore

In attesa di Transformers – L'ultimo cavaliere, rispolveriamo la serie diretta da Michael Bay per scoprire quale sia il capitolo migliore e quale il peggiore

Transformers

09.06.2017 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Nel panorama dei franchise moderni, quello di Transformers è unico nel suo genere. Si tratta di una proprietà che, lanciata come adattamento di una linea di famosi giocattoli, ha assunto vita propria, ha creato una mitologia completamente slegata dai giocattoli stessi (e dalle serie animate da essi tratte) e ha pure ridefinito il look dei robot protagonisti in un modo che le appartiene in esclusiva. Andate nei negozi e troverete una linea di action figures ispirate ai personaggi dei film, diversissimi dai più classici Transformers. Il merito va alla lungimiranza del produttore Lorenzo di Bonaventura e ovviamente a Michael Bay, che ha plasmato la saga nel bene e nel male.
 
“Nel bene e nel male”, nel senso che Bay ha grandissimi pregi ed altrettanto evidenti difetti che la serie Transformers ha messo sempre in evidenza in maniera smaccata. Da un lato c'è un impianto visivo senza paragoni: Bay è uno che, non contento di aver posizionato svariate macchine da presa in contemporanea, si aggira anche sul set facendo da operatore in mezzo al caos. Un caos controllato che lui sa gestire come nessun altro. Poi, però, ha grande difficoltà nel misurarsi con la commedia e, di conseguenza, gli elementi della saga che dovrebbero risultare frizzanti e divertenti finiscono inevitabilmente per suonare posticci, volgari e per nulla divertenti.
 
Morale della favola: la saga dei Transformers ci intrattiene da anni tra alti e bassi. Quando si eleva, ci lascia a bocca aperta. Quando invece sbaglia, sbaglia in maniera spettacolare. In attesa di Transformers – L'ultimo cavaliere, quinto capitolo della serie e forse ultimo diretto da Bay, riscopriamo la saga finora, classificandone i capitoli dal peggiore al migliore.

 
Lo scettro di peggiore capitolo della saga va senza dubbio alcuno a Transformers 2. Scritto in fretta e mandato in produzione durante il devastante sciopero degli sceneggiatori del 2007-2008, il film raggiunge il punto più basso possibile della comicità, tra robot palesemente costruiti su stereotipi razzisti, gag scatologiche (c'è persino un robot con i testicoli) e John Turturro che si rende ridicolo in ogni modo possibile. Un film lungo (150 minuti) e con ben poca fantasia persino nelle scene d'azione, che sono il piatto forte di Bay. Tutte le sequenze più grosse sono ambientate nel deserto e questo le rende terribilmente ripetitive. Fu una grande delusione.

 
Con il successivo capitolo, Bay aggiustò il tiro. Certo, la sceneggiatura (sempre di Ehren Kruger, ma stavolta senza Alex Kurtzman e Roberto Orci) è ancora una volta ridicola, la comicità mal posizionata ed eseguita. John Malkovich prende il posto di John Turturro nel ruolo del grande caratterista che si rende ridicolo. E Shia LaBeouf è come sempre insopportabile, mentre Rosie Huntington-Whiteley, modella di Victoria's Secret scelta da Bay per sostituire Megan Fox, è tanto bella quanto incapace. Ma il finale con la mega-battaglia a Chicago, è il non plus ultra della distruzione filmica, un'apoteosi di effetti speciali ed esplosioni che avrebbe dovuto costituire film a sé. Il tutto in un 3D per una volta glorioso, che in più costringe Michael Bay ad allentare il suo solito montaggio frenetico.

 
La sintesi perfetta delle due anime della saga arriva però con il quarto capitolo. L'era dell'estinzione si libera finalmente di Shia LaBeouf (sostituendolo con un buffo ma accattivante Mark Wahlberg) e di buona parte dell'umorismo più irritante (che però sopravvive: a scrivere è ancora Ehren Kruger), in favore di una trama con un po' più di senso e di un uso più misurato dell'azione. Ciò non significa che Bay non ci regali ancora una volta i suoi lunghi e densi finali. Stavolta, gli Autobot e i Decepticon si scontrano sullo sfondo di Hong Kong (per accontentare i finanziatori cinesi) e la sequenza è orchestrata e diretta ancora meglio del finale del terzo capitolo. Tutto è rigorosamente da ammirare sullo schermo più grande a vostra disposizione, e perde clamorosamente se rivisto a casa. Ma resta il fatto che Transformers 4 è il sequel migliore della saga, finora.

 
Michael Bay + Steven Spielberg. Il primo capitolo della serie resta ancora il migliore. Perché è qui, e solamente qui, che l'anima di Spielberg (produttore) viene a galla e si impone. Bay è palesemente a disagio nel gestire le parti più romantiche e sentimentali, ma il rapporto tra Sam e Bumblebee funziona comunque e infonde gravitas a tutto il film. Che per il resto si perde già tra mille gag malriuscite e puerili (Bumblebee e “urina” in testa a John Turturro in primis). Ma che dalla sua ha una maggiore sincerità e il fattore novità: mai prima d'ora avevamo visto dei robot così credibili darsi battaglia sul grande schermo. E, non essendoci nemmeno la necessità di superare quanto già visto, le battaglie non vanno mai oltre il limite di tolleranza dello spettatore. Transformers 4 è forse quello che si avvicina maggiormente al modello. Speriamo che il quinto lo riesca addirittura a superare.
 
Transformers - L’ultimo cavaliere, in uscita il 22 giugno, è distribuito in Italia da Universal Pictures. Qui il trailer finale.