Lo spagnolo Nacho Vigalondo si è già costruito una reputazione solida tra gli appassionati del cinema di genere, avendo diretto cult come Timecrimes ed Extraterrestre. Ora, al Toronto Film Festival, ha presentato Colossal, il suo nuovo film interpretato da Anne Hathaway e Jason Sudeikis. Un film bizzarro, che mescola indie e disaster movie e racconta la storia di Gloria, una donna che lascia New York dopo aver rotto con il suo ragazzo e si vede costretta a tornare nella sua cittadina natale in New Jersey. Lì ritrova Oscar (Sudeikis), un vecchio amico di infanzia che la invita a lavorare al suo bar come cameriera. Tornando a casa ubriaca tutte le mattine, scopre presto che, se cammina in un recinto di sabbia nel parco giochi locale alle 8:05, un mostro gigante che si comporta esattamente come lei appare in Corea del Sud e porta morte e distruzione a Seoul. Una trama assurda che si fa metafora dei veri mostri, quelli che non hanno l'aspetto di una lucertola gigante e si aggirano insospettabili tra noi e dentro di noi.
Joshua Rothkopf di Time Out definisce il film “grintosamente bizzarro, psicologicamente inquisitorio”, una “commedia nera straordinaria” che può essere considerata “una via di mezzo tra Un disastro di ragazza e Pacific Rim”. “Ogni volta che sembra destinato a scadere in un'auto-parodia hipster, l'intrigo si complica e il film diventa più acuto e crudo”. E tutto si conclude in un “finale lirico appropriato e genuinamente catartico”.
“Nacho Vigalondo riesce a costruire un film drammatico sul prezzo e i demoni dell'alcolismo in cui una lucertola gigante ha grande peso nel plot – scrive Adam Chitwood di Collider – tenuto insieme dalle performance notevoli di Anne Hathaway e Jason Sudeikis, capaci di vendere la parte drammatica in maniera convincente”. “Colossal è esilarante. Colossal è terrificante. Colossal è triste” e “sovverte le aspettative a ogni svolta, mantenendo sempre l'attenzione verso il personaggi”. Il film è “Unico e personale”, secondo Angie Han di Slashfilm. “La forte visione di Vigalondo unita alla recitazione sottile di Hathaway e Sudeikis, fa sì che Colossal non assomigli mai a nient'altro che a se stesso”.
Non mancano i critici meno convinti: per John DeFore di The Hollywood Reporter, il film è “sci-fi divertente ma poco sviluppata”. “La storia viene superata dalla sua vertiginosa inventiva”, secondo Wendy Ide di Screen Daily. “Il trucco, quando si racconta una storia così folle – come ad esempio un portale nella testa di John Malkovich – è mantenere il realismo nel resto del film. Ma una serie di salti logici e inconsistenze evidenti nei personaggi mina la fluidità della storia”.
Joshua Rothkopf di Time Out definisce il film “grintosamente bizzarro, psicologicamente inquisitorio”, una “commedia nera straordinaria” che può essere considerata “una via di mezzo tra Un disastro di ragazza e Pacific Rim”. “Ogni volta che sembra destinato a scadere in un'auto-parodia hipster, l'intrigo si complica e il film diventa più acuto e crudo”. E tutto si conclude in un “finale lirico appropriato e genuinamente catartico”.
“Nacho Vigalondo riesce a costruire un film drammatico sul prezzo e i demoni dell'alcolismo in cui una lucertola gigante ha grande peso nel plot – scrive Adam Chitwood di Collider – tenuto insieme dalle performance notevoli di Anne Hathaway e Jason Sudeikis, capaci di vendere la parte drammatica in maniera convincente”. “Colossal è esilarante. Colossal è terrificante. Colossal è triste” e “sovverte le aspettative a ogni svolta, mantenendo sempre l'attenzione verso il personaggi”. Il film è “Unico e personale”, secondo Angie Han di Slashfilm. “La forte visione di Vigalondo unita alla recitazione sottile di Hathaway e Sudeikis, fa sì che Colossal non assomigli mai a nient'altro che a se stesso”.
Non mancano i critici meno convinti: per John DeFore di The Hollywood Reporter, il film è “sci-fi divertente ma poco sviluppata”. “La storia viene superata dalla sua vertiginosa inventiva”, secondo Wendy Ide di Screen Daily. “Il trucco, quando si racconta una storia così folle – come ad esempio un portale nella testa di John Malkovich – è mantenere il realismo nel resto del film. Ma una serie di salti logici e inconsistenze evidenti nei personaggi mina la fluidità della storia”.