NOTIZIE

Top Ten: Come s'intitola?

Viaggio tra i dieci più allucinanti titoli italiani di film stranieri, in occasione dell'uscita di "Un poliziotto da Happy Hour"

Un poliziotto da happy hour - Brendan Gleeson

22.10.2011 - Autore: Marco Triolo
Di titoli scemi ne sono stati fatti tanti nella storia degli adattamenti made in Italy, anche se gli ultimi anni sono stati segnati da una vera esplosione. Un poliziotto da Happy Hour” (titolo originale, “The Guard”) è solo l'ultimo esempio di questa tradizione tutta nostrana. Per restare in tema, abbiamo scelto i dieci titoli che secondo noi scavano più in basso tra i peggiori doppi sensi e le trovate più discutibili.

Maya Rudolph e John Krasinski in American Life

10. “American Life” (“Away We Go”)
Cominciamo con un esempio che ricade nella categoria “Titoli-for-dummies”. Ovvero, il pubblico è considerato una massa di beoti, perciò si tende a richiamare i titoli di altri film più famosi dello stesso regista. In questo caso, “Away We Go” diventa “American Life”, perché Sam Mendes aveva fatto “American Beauty”. Capito l'ideona? “American Life” rappresenta anche il filone dei vari “American” (“American School”, “American Trip”, ecc.) che ci ha afflitto dopo “American Pie” (su cui torneremo).

De Niro e Pacino in Sfida senza regole

9. “Sfida senza regole” (“Righteous Kill”)
Ecco un altro esempio di richiamo: “De Niro e Pacino di nuovo insieme dopo 'Heat – La sfida'? - avrà pensato qualche genio del marketing – Allora lo chiamiamo 'Sfida senza regole'! Genialata!”. E invece no: Sfida senza regole” è quanto di più blando, sterile e insipido si possa pensare, e in questo senso beh... si adatta perfettamente al film! Non che il titolo originale, “Righteous Kill”, fosse tanto meglio...

Downey Jr. e Galifianakis in Parto col folle

8. “Parto col folle” (“Due Date”)
Da qualche parte, qualcuno deve essersi dato una sonora pacca sulla spalla per aver ideato questo “brillante” doppio senso. Vedete, “Parto col folle” racconta di come, per raggiungere la moglie prima che partorisca (il “parto” del titolo), Robert Downey Jr. sia costretto a partire (ancora il “parto”) in viaggio con Zach Galifianakis (il “folle”)! Fate due più due, cari lettori.

Rhys Ifans e Bill Nighy in I Love Radio Rock

7. “I Love Radio Rock” (“The Boat That Rocked”)
Siamo davvero convinti che mettere “I Love” nel titolo sia una trovatona imbattibile? No, perché l'espediente viene usato spessissimo e in maniera totalmente gratuita. Va bene “I Love Shopping” (c'è una che davvero ama lo shopping nel film), ma “I Love Radio Rock”? Seriamente? Less is more: “Radio Rock” o l'americano “Pirate Radio” sarebbero stati meglio. “I Love Radio Rock” rappresenta anche la categoria dei titoli “wazzamerica”, quelli che in inglese fa più fico: pensate a “The Pusher” (alias “Layer Cake”) e al già citato “American Life”.

Denzel Washington in Codice: Genesi

6. “Codice: Genesi” (“The Book of Eli”)
Alzi la mano chi non ha subito pensato all'immagine di un improbabile thriller biblico, con Caino e Abele a capo di due famiglie mafiose rivali che si fanno guerra per lo spaccio delle mele. Codice: Genesi” è anche uno di quei titoli che spoilerano il film in partenza (come “La donna che visse due volte”): nessuno doveva sapere che “il libro di Eli” è (SPOILER) la Bibbia, ma ringraziamo chi di dovere per averci tolto un fastidioso dubbio che avrebbe anche potuto – Dio ce ne scampi! – tenerci in ansia durante il film.

Clooney e Zeta-Jones in Prima ti sposo poi ti rovino

5. “Prima ti sposo poi ti rovino” (“Intolerable Cruelty”)
Entriamo in campo Top Five con questa commedia sofisticata dei Coen. Avete capito bene: SOFISTICATA. Proprio come l'acuto titolo italiano che ci rimanda a capolavori come “Se scappi ti sposo” e “Se cucini, ti sposo” (sì, esiste). Molto meglio dei film con Cary Grant e Katharine Hepburn a cui facevano riferimento i Coen. Quelle robe vecchie in bianco e nero che guarda solo mio nonno.

Simon Pegg e la gang de L'alba dei morti dementi

4. “L'alba dei morti dementi” (“Shaun of the Dead”)
Ecco un titolo chiaramente dato senza aver visto il film. Shaun of the Dead” non è certo un film demenziale alla stregua di “Scary Movie, ma una geniale commedia horror dal trio Edgar Wright/Simon Pegg/Nick Frost, capace di essere allo stesso tempo esilarante, spaventosa e drammatica quando serve. L'effetto collaterale è che adesso, ogni volta che uno cerca di proporre il film agli amici con il sorrisetto di chi la sa lunga, gli altri non si fidano e lo guardano con sospetto. “Ma no, giuro che è bello!”.

Hayden Christensen in Decameron Pie

3. “Decameron Pie” (“Virgin Territory”)
Di questa commediaccia goliardica con Hayden “Anakin Skywalker” Christensen non se ne sentirebbe più parlare, se non fosse per quel titolo che, ogni volta che lo si legge, procura spasmi gastrici. Armati di Maalox, ci avviciniamo a questo curioso oggetto: si ambienta effettivamente in luoghi e tempi simili ai nostri “Decamerotici”, nella campagna fiorentina durante la peste bubbonica. L'aggiunta di “Pie” serve per richiamare i “ggiovani con due g”, quelli cresciuti con le gesta di Stifler e soci. Una mossa patetica da cui la domanda spontanea: pensavano davvero che avrebbe funzionato?

Ashton Kutcher e Seann William Scott in Fatti, strafatti e strafighe

2. “Fatti strafatti e strafighe” (“Dude, Where's My Car?”)
Abbiamo voluto includere questo titolo perché è troppo abominevole per non essere riportato. Ma, attenzione, se il resto della classifica cita delle sozzure senza possibilità di redenzione, questo è talmente oltre da diventare arte. Il titolo originale (“Amico, dov'è la mia macchina?”) è qualcosa di inarrivabile, e per una volta i traduttori hanno pensato bene di sceglierne uno altrettanto demenziale e di pessimo gusto, e dire che calza il film come un guanto è un eufemismo.

Jim Carrey e Kate Winslet in Se mi lasci ti cancello

1. “Se mi lasci ti cancello” (“Eternal Sunshine of the Spotless Mind”)
Ed eccoci arrivati al nostro vincitore, il titolo più detestato che ci sia. Talmente brutto e sbagliato che ci si vergogna a pronunciarlo, in grado di banalizzare il film ancora più del già orribile “L'alba dei morti dementi”. E poi sembra una minaccia fatta da un bambino di sei anni alla sua fidanzatina di scuola, “Se mi lasci ti cancello, gnè gnè”. Rientriamo anche nella categoria “Titoli-for-dummies”, tanto è palese la volontà di stringere all'osso il contenuto del film senza cogliere tutti gli altri livelli di lettura. Sarebbe come chiamare “Paura e delirio a Las Vegas”, “Se ti droghi diventi scemo”.

Un poliziotto da Happy Hour” è distribuito nei nostri cinema da Eagle Pictures. Per saperne di più, guardate il trailer.

Se volete conoscere tutti i segreti del nuovo film di Steven Spielberg “Le avventure di Tintin”, non esitate a cliccare qui per seguire il nostro speciale!