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Prime recensioni di The Post: Spielberg, Streep e Hanks arrivano con il film giusto al momento giusto 

Il dramma sui Pentagon Papers è ambientato negli anni Settanta ma punta il dito verso il nostro presente. Lo ritroveremo sicuramente ai prossimi Oscar

07.12.2017 - Autore: Pierpaolo Festa (Nexta)
Quando Steven Spielberg ha accettato di dirigere The Post, lo ha fatto a una condizione: il film sarebbe dovuto uscire nelle sale americane entro il 2017. Questa è stata la richiesta del regista ai produttori. E la risposta di questi ultimi è stata positiva dopo un calcolo logistico fatto al millimetro. Come se girare il film in tempo avesse significato vincere una guerra. A quel punto Spielberg ha rimandato le riprese del film su Edgardo Mortara, una produzione che avrebbe quasi interamente realizzato in Italia. E ha battuto il primo ciak sul set di The Post il 30 maggio 2017. Il film, girato e montato in tempi record, arriva negli USA adesso (in Italia lo vedremo a febbraio) e prenota immediatamente un posto ai prossimi Oscar.  

Guarda il trailer di The Post

Perché il regista ha avuto fretta di far arrivare The Post nei cinema adesso? Perché la storia dei Pentagon Papers - i documenti che rivelarono come il governo americano avesse segretamente allargato il conflitto con il Vietnam, bombardando Cambogia, Laos, le coste del nord del Vietnam e organizzato una serie di attacchi dei Marines, il tutto senza informare l'opinione pubblica - è più attuale che mai. The Post si concentra sulla pubblicazione dei documenti da parte del Washington Post e sulla battaglia dell'editore Kay Graham (Meryl Streep) e del direttore Ben Bradlee (Tom Hanks) contro il governo federale, per il diritto a pubblicare la storia.



Il film è stato accolto praticamente all'unanimità dalle principali testate statunitensi: ha infatti ottenuto l'86% di qualità sul sito RottenTomatoes, una percentuale ricavata da cinquantacinque recensioni. "E' una gioia vedere Meryl Streep e Tom Hanks recitare insieme. Due grandi star che si uniscono a vicenda nel loro campo gravitazionale" - scrive David Edelstein su Vulture.  David Ehrlich di Indiewire afferma: "Esiste l'attuale. Esiste il puntuale. E poi c'è The Post che sembra meno un thriller storico ambientato nel 1971 e più una caricatura coinvolgente dell'anno 2017".
 
Secondo Alonso Duralde di The Wrap: "Il film offre suspense e una rappresentazione ricca dei fatti. Si tratta di un esame necessario sull'importanza di avere una stampa libera e sull'obbligo costante di dire la verità davanti al potere". Rodrigo Perez di The Playlist parla di: "Concetti stimolanti di speranza, determinazione e coraggio. Idee che si trovano tutte in prima linea in questo progetto convincente e dalle ottime intenzioni". 
 
Tim Grieson di Screen International parla di "Intrattenimento scoppiettante realizzato con precisione e a scopo politico. The Post analizza un momento cruciale del giornalismo americano, sebbene il film inviti gli spettatori a considerare il materiale come se fosse di importanza contemporanea". 
 
Owen Gleiberman scrive su Variety: "Il film va avanti con un tocco da detective perfetto per i drogati di notizie. E lo fa presentando brillanti parallelismi con il presente". Todd McCarthy dell'Hollywood Reporter si concentra sul genio del regista: "Spielberg ha compiuto 70 anni ma non ha il suo tocco. The Post contiene quella stessa energia e forza del cinema che ha il regista ha realizzato nei decenni precedenti".


Peter Bradshaw del Guardian mette il punto definendo il film: "Una chiamata alle armi. Le armi del principio".

The Post arriverà nei cinema italiani dall'1 febbraio, distribuito da 01 Distribution