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Paul Haggis: “I giornalisti che non chiedono a Tom Cruise di Scientology si vergognino”

Il regista, testimone contro Scientology nel documentario Going Clear, attacca quanti hanno accettato di non parlare del culto nelle interviste per Mission: Impossible

Mission: Impossible - Rogue Nation

24.08.2015 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Dopo la sua apparizione nel documentario di Alex Gibney Going Clear, che svela i segreti più oscuri di Scientology, l'ex membro della chiesa Paul Haggis, regista di Crash, Nella valle di Elah e Third Person, è tornato alla carica contro il culto di L. Ron Hubbard e il suo principale portavoce tra le celebrità, Tom Cruise. Il regista ha infatti attaccato, durante un'intervista rilasciata a The Daily Beast, i giornalisti che non hanno fatto a Cruise domande su Scientology durante la promozione di Mission: Impossible – Rogue Nation.

“I suoi PR sono molto furbi, ma non so come i giornalisti possano continuare a chiamarsi tali se non sono abbastanza coraggiosi da fare una domanda. Voglio dire, quanto deve essere grosso l'elefante nella stanza prima che ci si decida a parlarne?”. A Haggis viene poi spiegato che, se non avessero accettato le condizioni degli agenti di Cruise, non avrebbero potuto fare le interviste. “Ok, però c'è una cosa chiamata integrità giornalistica, e a volte ci sono cose più importanti della promozione di un film. Era così ovvio, c'era questo enorme elefante e tutti i giornalisti hanno accettato di non discuterne. Perché? A quel punto sei solo un PR. Vergogna”.

Le accuse fatte a Cruise in Going Clear sono abbastanza forti: l'attore ne esce come un pezzo grosso del culto a cui Miscavige, capo di Scientology, ha fornito, negli anni, proprietà e donne in cambio della pubblicità positiva che la star può fornire. Prima o poi, però, la bolla è destinata a scoppiare.

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