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Going Clear: Scientology e la prigione della fede – La nostra recensione

Un documentario che denuncia il lato oscuro del culto fondato da L. Ron Hubbard

Going Clear


23.06.2015 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
“La prigione della fede” è un sottotitolo perfetto per Going Clear, il nuovo film di Alex Gibney – autore di documentari d'indagine come The Armstrong Lie, We Steal Secrets: The Story of WikiLeaks ed Enron. Basato sul libro omonimo di Lawrence Wright, il documentario ci scaraventa dritti nel mezzo dei più sordidi segreti di Scientology, la chiesa fondata da L. Ron Hubbard ormai più di sessant'anni fa e riconosciuta in tempi recenti come religione a tutti gli effetti.


Tom Cruise con l'ex moglie Katie Holmes. Scientology ebbe molto a che vedere, si dice, con il loro divorzio.

Gibney non risparmia nulla a nessuno e fa nomi e cognomi, coinvolgendo alcuni celebri fuoriusciti dalla setta, tra cui il regista Paul Haggis e alcuni importanti membri del direttivo estromessi negli ultimi anni. Naturalmente c'è spazio per sezioni dedicate a Tom Cruise e John Travolta, i due più famosi adepti del culto di Hubbard che, negli anni, sono diventati due testimonial di lusso per Scientology, facendo proselitismo e, soprattutto, donando i loro guadagni da star di Hollywood. Dei due si parla senza mezzi termini: Cruise fa un po' la figura dell'ingenuo manipolato da David Miscavige, erede auto-proclamato di Hubbard, una sorta di burattino sfruttato per il suo incredibile appeal e tenuto all'oscuro dei segreti più sconvolgenti. Nel film si racconta anche la sua breve storia d'amore con Nazanin Boniadi, attrice di Homeland che sarebbe stata letteralmente “allevata” come sua nuova compagna, dopo la separazione da Nicole Kidman architettata, secondo Gibney, dallo stesso Miscavige. Al contrario, John Travolta sarebbe in totale balia dei piani di Miscavige, che avrebbe raccolto un dossier su di lui allo scopo di ricattarlo se dovesse decidere di lasciare la chiesa.

Di storie come queste – manipolazioni, pene umilianti per chi si ribella all'autorità, corruzione – ce ne sono tantissime altre. Colpisce molto l'esperienza di Haggis, che si confessa apertamente davanti alle telecamere raccontando di come quella che sembrava una semplice terapia di auto-aiuto si sia trasformata in un delirio pseudo-fantascientifico fatto di alieni e reincarnazioni. Così come sconvolge scoprire come, attraverso le giuste pressioni politiche, Scientology sia riuscita a proclamarsi religione a tutti gli effetti e sia ora esente dal fisco – e questo nonostante gli introiti impressionanti che ogni anno ne riempiono le casse.


Il regista Alex Gibney.

Ne esce dunque un ritratto ben poco lusinghiero del culto, un vero e proprio stato nello stato con le sue regole e leggi, basato sulla sudditanza psicologica ottenuta attraverso metodi repressivi ben distanti da quello che Scientology predica, ovvero la completa liberazione dai propri demoni interiori con un metodo alternativo alla psichiatria. Non manca una riflessione sulle altre religioni organizzate, basate su mitologie altrettanto bizzarre, se viste a posteriori. La parola d'ordine che Gibney vuole traghettare è “inquietudine”. E lo fa alla grande: si esce dalla visione decisamente turbati, chiedendosi come sia possibile che tanta gente cada in tranelli così palesi.

In uscita il 25 giugno, Going Clear è distribuito in Italia da Lucky Red.

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