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Oliver Stone alla Festa del Cinema di Roma: “Snowden mi somiglia”

Dalla guerra militare a quella cibernetica: Stone parla del suo ultimo lavoro Snowden

Oliver Stone

Oliver Stone

14.10.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
La Festa del cinema di Roma non possiede abbastanza argini per riuscire a contenere la dirompente verve antisistema del regista Oliver Stone. Con Snowden, presentato oggi durante la kermesse cinematografica capitolina, l’autore americano ha cercato di ricostruire in maniera realistica, accurata, lo scandalo politico e mediatico che seguì le preziosi rivelazioni sulla NSA americana e sulla sorveglianza di massa da parte dell’ex informatico Edward Snowden.

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É un mondo, quello che caratterizza il caso Snowden, che ben si incontra con i temi cari al regista di Platoon e World Trade Center. Sono i capisaldi di un cinema insomma politico, perché degli equilibri politici si interessa, che intuisce quanto tematiche come quelle del controllo, del racconto del potere e delle guerre che scaturiscono per controllarlo e mantenerlo, si siano adesso spostate su altri campi. La cyberguerra per esempio. Stone ha così parlato della sua carriera e del suo ultimo lavoro di fronte ad una platea di giornalisti. 
 
Ha avuto dei problemi per girare questo film dal punto di vista degli ostacoli produttivi?
 
Sì. Nessuno voleva finanziarlo negli Stati Uniti. Siamo andati in Francia e Germania per produrlo. Abbiamo girato poi in Germania, un po’ negli Stati Uniti e a Hong Kong. É stato un film difficile perché le informazioni erano complesse. La difficoltà era capirle e poi trasmetterle al cinema. Il film negli Stati Uniti ha ricevuto un’accoglienza mista da parte dei critici. Non è un film di spionaggio assolutamente. Però è realistico perché non mostriamo nulla che non sia realmente accaduto. 
 
Lei oggi direbbe ancora di stare attenti al telefonino? 
 
Sì consiglio di fare attenzione. Tutti noi sappiamo cosa succede con le informazioni che custodiamo nei telefoni. Cioè oggi magari non siamo dei sospettati ma domani qualunque forma di protesta potrebbe essere considerata come oggetto di pressione da parte dei governi. Quindi credo sia importante cominciare a utilizzare la criptografia. Molte società prima di Snowden erano complici nella collaborazione con il Governo. Adesso invece molte di loro per riprendersi agli utenti che hanno abbandonato i servizi stanno usando la crittografia. 
 
Un suo commento su Donald Trump?
 
In Europa siete molto sconcertati di fronte a Donald Trump. Non credo possa farcela. Eppure l’alternativa è la Clinton che rappresenta la mentalità americana del ‘O sei con noi o contro di noi’. É più militarista di Obama, più ostile nei confronti di alcuni paesi, come Libia e Honduras, ma dovremmo vedere in futuro cosa succede.  
 
Ha compiuto 70 anni, come si sente?
 
Dobbiamo essere pronti a dire quello che vogliamo dire perché non vivremo molto a lungo oltre questa tappa. 
 
Snowden ha visto il film?
 
Snowden ha visto il film e ci ha aiutato con la sceneggiatura correggendola e dando dei dettagli sulla NSA. Snowden ha amato il film e ha detto che era davvero realistico. 
 
L’attacco che fa nei confronti di Barack Obama nel film, come mai?

Non ho aggiunto ho tolto nulla rispetto a quello che è avvenuto davvero. Obama poteva cambiare le cose e non l’ha fatto. Il caso Snowden ha delle analogie con la mia storia personale. Io come Snowden sono cresciuto come conservatore e poi ho cambiato idea. In Snowden racconto la storia della fidanzata di Edward. Credo sia importante perché la ragazza ha il compito di non fargli perdere l’anima in un sistema che lo costringe a fare violazioni delle quali non è consapevole. Lui all’inizio era favorevole alla sorveglianza mirata, quella dei terroristi, dei sospettati. Improvvisamente poi l’America ha deciso di utilizzare un meccanismo di sorveglianza di massa. É assurdo che abbiano detto di averlo fatto per scovare i terroristi. Guardando quanto successo per l’11 settembre noi sapevamo che cosa stavano facendo i terroristi. L’NSA lo sapeva ma non ha diffuso l’informazione all’FBI. L’FBI l’ha saputo separatamente ma non ha fatto poi nulla. Tutte queste informazioni si sono poi fermate a Washington. La sorveglianza non ha lo scopo di colpire i terroristi, ma di osservare tutto e tutti e poi usare questo potere per facilitare i cambi di regime del mondo scegliendo tra i più favorevoli all’America. Snowden dice di stare attenti a questo potere. É una cyberguerra.
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