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I vent'anni di Blade, ricordiamo il film da cui sono nati i moderni cinecomics

Senza l'action-horror con Wesley Snipes, i supereroi non avrebbero mai conquistato il cinema

Blade

21.08.2018 - Autore: Marco Triolo
Era il 7 gennaio 2000 quando Blade uscì in Italia. Molti lo videro come l'ennesimo sottoprodotto della “Matrix-mania”: un tizio vestito di nero e con gli occhiali da sole combatte i cattivi a colpi di arti marziali. Facile vedere le innegabili somiglianze nel look e nello stile della regia, del montaggio e della colonna sonora.
 
Ma, sorpresa sorpresa, Blade era arrivato nei cinema italiani con quasi due anni di ritardo. In realtà, in America era uscito il 21 agosto 1998, ben sette mesi prima di Matrix. Oggi compie dunque vent'anni, un anniversario che lascerà di stucco molti (convinti di essere ancora giovani... rassegnatevi!) e che è doppiamente importante. Perché non compie vent'anni solo Blade, ma anche tutto il moderno cinema di supereroi. La nascita vera e propria del filone sarebbe avvenuta due anni dopo con X-Men, ma, senza il successo di un personaggio minore come Blade (45 milioni di dollari di budget, 131 di incassi), nessuno avrebbe trovato il coraggio di scommettere sugli eroi Marvel al cinema. In Blade c'è persino il primo cameo di Stan Lee, poi tagliato al montaggio.

 
Il progetto di Blade risale ai primi anni '90, quando Marvel Films (il nome dei Marvel Studios a quell'epoca) mise in cantiere un film basato sul personaggio creato da Marv Wolfman e Gene Colan nella serie a fumetti “Tomb of Dracula” (anno 1973). Inizialmente, lo Studio pensava al rapper LL Cool J nel ruolo, ma David S. Goyer, assunto in seguito come sceneggiatore, scrisse il film con Wesley Snipes in mente, e Snipes fu.
 
Piccola parentesi. Se avete già sentito questo nome, David S. Goyer, è perché in seguito sarebbe diventato una firma di tutto rispetto nel mondo dei supereroi cinematografici. Nel suo curriculum si contano, oltre ai due sequel di Blade, Batman Begins, Ghost Rider – Spirito di vendetta, L'uomo d'acciaio, Batman v Superman e le serie TV Constantine e Flashforward. Nel 1998 non era che un “mercenario” con velleità d'autore – e infatti aveva da poco scritto due cose molto diverse come Dark City (il thriller distopico di Alex Proyas) e Nick Fury, pilot per una serie TV mai realizzata con David Hasselhoff nel ruolo che sarebbe poi stato ricoperto da Samuel L. Jackson nei film Marvel.

 
Al terzo lato della “trinità” di Blade troviamo Stephen Norrington, regista inglese che pareva destinato a sfornare prodotti come questo a ripetizione, ma che dopo l'orrendo La leggenda degli uomini straordinari del 2003 non ha più diretto nulla. Eppure qui aveva dimostrato un discreto occhio per l'azione.
 
Blade è senza ombra di dubbio un figlio dei suoi tempi, un film che, rivisto oggi, è visivamente datato. Eppure anticipò, come detto, la palette visiva di Matrix e diede a Wesley Snipes il suo ruolo più iconico. Non solo: per la prima volta dai Batman di Tim Burton dimostrò come non fosse necessario inserire dello humour forzato per far digerire al pubblico una storia di supereroi. Certo, qui i vampiri aiutano ad ancorare il film in un filone esterno ai fumetti, ma Blade si sbarazza di quasi tutti i cliché romantici del vampirismo per presentarlo sotto una luce nuova, fresca e moderna, calibrata sulle esigenze action della Generazione X. Non stupisce scoprire che, in origine, New Line Cinema avrebbe preferito produrre una action comedy piuttosto che un action-horror dalle tinte fosche. Fu Goyer a convincere lo Studio del contrario.

 
Il film di Norrington fu un tale successo che, per la prima volta, i fumetti Marvel stessi dovettero adattarsi (una pratica inusuale all'epoca, molto diffusa oggi). Nei fumetti originali, infatti, Blade non aveva superpoteri, ma solo un'immunità al morso dei vampiri. Il Blade di Snipes, dotato dei poteri dei vampiri e immune ai raggi solari, fu introdotto nei fumetti tramite uno stratagemma: in una storia pubblicata su “Peter Parker: Spider-Man” numero 8 (agosto 1999), Blade viene morso dal vampiro vivente Morbius e assume nuovi poteri. Non a caso Morbius avrebbe dovuto essere, nell'idea iniziale di Goyer, l'antagonista di Blade II, ma i diritti del personaggio erano già in mano alla Sony in quanto nemico di Spider-Man.
 
I sequel di Blade hanno portato a termine una delle prime trilogie del filone supereroi. Blade II è diretto da Guillermo del Toro ed è il capitolo migliore della saga. Blade: Trinity fa scontrare l'eroe con una versione di Dracula, ma Goyer viene promosso regista e dimostra di non saperci fare sul set quanto sulle pagine del copione (e una documentata faida con Snipes non aiutò a salvare la baracca). Nel 2006, Goyer crea persino una serie TV che, però, ha durata molto breve.

 
C'è un'altra nota interessante. Nel 2018, vent'anni dopo Blade, esce nei cinema Black Panther, ennesimo capitolo dell'ormai rodato Universo Marvel. Wesley Snipes si era avvicinato a Blade, per caso, proprio mentre stava lavorando a un possibile adattamento di Black Panther. Negli ultimi anni, Snipes ha dichiarato di essere disposto a tornare nella parte di Blade. I diritti del personaggio sono ora tornati in mano alla Marvel, che prima o poi ne approfitterà, anche se quasi sicuramente senza Snipes nel ruolo. Eppure sarebbero dei veri ingrati a non includerlo in qualche forma: se il cinema di supereroi è un efficace vampiro immortale succhiasoldi, lo si deve anche a lui.