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Invasioni aliene, nostalgia e gare di birre. L'intervista al regista Edgar Wright

La fine del mondo - Simon Pegg

24.01.2014 - Autore: P. F.
Alla voce “film ingiustamente sottovalutati nel 2013 in Italia” o “film più belli del 2013” troviamo certamente La fine del mondo, terzo capitolo della serie di film diretta da Edgar Wright e ribattezzata dagli aficionados “Trilogia del Cornetto” (un riferimento al celebre gelato che appare in qualche modo in tutti e tre i film). Tre pellicole spassose, un interessante mix tra film di genere e British humour per riflettere sul tema dell'amicizia tra uomini declinata in tre diverse forme: lo zombie-movie Shaun of the Dead (e il titolo italiano L'alba dei morti dementi non gli rende giustizia), il poliziesco Hot Fuzz e adesso il capitolo finale interpretato da uno dei cast più azzeccati visti negli ultimi tempi: Simon Pegg, Nick Frost, Martin Freeman de Lo Hobbit, Paddy Considine e il grande Eddie Marsan.

L'uscita de La fine del mondo in DVD e Blu-Ray è l'occasione per recuperare un film che può anche essere letto come trattato nostalgico su un gruppo di amici e il loro disperato tentativo di restare giovani. Il tutto durante una rimpatriata attraverso una decina di pub... mentre fuori si prepara un'invasione aliena.



Direi che il vero cattivo del film è la nostalgia in sé – ci racconta Wright – Parliamo proprio di quel pericolo rappresentato dal guardarsi indietro o dal tornare indietro. Ci sono cinque protagonisti, quattro dei quali sono adulti e uno invece (Pegg) che li vuole trascinare indietro per far loro riassaporare la gioventù. Naturalmente è un grande errore. Quando lo scrivevo con Simon Pegg, discutevamo sempre di questo tema dell'eterna giovinezza e dei suoi effetti negativi”.

Dunque il tuo film può anche essere considerato terapeutico? O almeno lo è stato per te?
In un certo senso sì. Uno dei grandi poteri del cinema è che ti permette di discutere di cose di cui magari non parleresti nella vita vera. Ma il tema è reale e personale anche. Io sono nato in una piccola cittadina, mi sono trasferito a Londra e tutte le volte che torno a casa mi sento subito alienato. Ci metto poco a pensare: “Non appartengo più a questo posto”.

Alla base però, La fine del mondo è un film in cui commedia e fantascienza si incontrano. Quanto è dura combinare questi due aspetti?
Non è difficile. Credo, infatti, che la commedia si presti perfettamente alla fantascienza. L'intero film parla di una questione di identità e realtà: il protagonista Simon Pegg non vuole credere di essere diventato un uomo, di essere cambiato, quindi è felice di dare la colpa all'invasione aliena. La verità, però, è che sia lui sia i tempi sono cambiati. In quanto alla fantascienza, ovviamente mi sono ispirato a Terrore dallo spazio profondo, il remake de L'invasione degli ultracorpi diretto da Philip Kaufman. Allo stesso tempo, l'ispirazione mi è venuta dagli sci-fi degli anni Cinquanta e Sessanta ambientati in piccole cittadine. Il messaggio di quelle storie era proprio il nostro sentimento verso il posto da cui veniamo. Sottolineavano un semplice concetto: mai tornare indietro.



Uno degli elementi più interessanti del film, però, è proprio il legame forte ma complesso che c'è tra questi uomini...
Alla base di questa trilogia c'è la necessità di raccontare l'amicizia tra uomini. Ogni volta in un modo diverso: la priorità de La fine del mondo era quella di parlare di due amici che si separano a causa di una lite. L'intenzione era quella di stravolgere le dinamiche amicali viste ne L'alba dei morti dementi e Hot Fuzz. Simon Pegg e Nick Frost sono grandi amici nella vita, però è più interessante metterli l'uno contro l'altro.
 
I protagonisti del tuo film sono over 40. Questo però non ti ha proibito di far loro interpretare scene d'azione sul set. Come hanno reagito i tuoi attori quando hai detto loro cosa avrebbero dovuto fare?
Sono molto orgoglioso delle loro performance action! Sì, hanno più di quarant'anni e io ho chiesto loro di dare il massimo nelle sequenze fisiche. Ricordo ancora quando Simon Pegg, in fase di preparazione, citava uno dei miei film precedenti, Scott Pilgrim vs. the World, e mi diceva: “Bello, non posso più fare quello che un ventenne è in grado di fare!”. Ma alla fine sono stati proprio loro a interpretare le scene d'azione: potete vederli nel film. Si sono presi davvero sul serio. Prendete ad esempio uno come Nick Frost. È incredibile, ha dei tempi perfetti. Si tratta proprio di questo: tempi e coreografie.

Il tuo film mette in scena un epico tour di pub, in cui i protagonisti cercano di bere una dozzina di pinte di birra. Mi chiedo quanto questo abbia contagiato le riprese. In altre parole, vi siete mai ubriacati sul set?
No. Simon Pegg ha smesso di bere. A dir la verità tre dei cinque protagonisti non bevono più, ma si ricordano esattamente come ci si sente da ubriachi. In quanto a me, anche io ho smesso di bere, proprio durante le riprese. Mi sono concesso solo un momento alla fine del film, quando ho bevuto un bicchiere di champagne!



La fine del mondo è distribuito in DVD e Blu-Ray da Universal. A seguire, le caratteristiche tecniche dei due supporti.

DVD

CONTENUTI AUDIO: Inglese, Italiano, Francese, Spagnolo Surround 5.1.

SOTTOTITOLI: Inglese n/u, Francese, Italiano, Spagnolo, Arabo, Danese, Olandese, Finlandese, Islandese, Norvegese, Portoghese, Svedese, Hindi.

BLU-RAY

CONTENUTI AUDIO: Inglese DTS-HD MASTER AUDIO 5.1;
taliano, Francese, Tedesco, Spagnolo DTS DIGITAL SURROUND 5.1.

SOTTOTITOLI: Inglese n/u, Italiano, Francese, Tedesco, Spagnolo, Danese,
Olandese, Finlandese, Islandese, Norvegese, Portoghese, Svedese, Hindi, Arabo.

CONTENUTI EXTRA: Scena eliminata; Completare il Golden Mile - Il Making Of di The World's End; Commento al film degli Autori Edgar Wright e Simon Pegg.