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Clip: In pista con Stefano Accorsi - Il nuovo cinema italiano corre Veloce come il vento

Una performance dell'attore già definita strepitosa nel nuovo film di Matteo Rovere. Dopo Suburra e Jeeg Robot, un altro tassello nella rinascita del genere in Italia

Veloce come il vento

23.03.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
E' possibile una rinascita del genere in Italia? Una domanda che ultimamente ci si è posti spesso, non solo tra chi scrive di cinema, ma anche tra gli spettatori più attenti. Negli ultimi anni ci sono stati dei segnali forti, che dimostrano come in Italia ci sia un certo appetito per dei prodotti di genere nostrani realizzati con un occhio alla qualità delle produzioni internazionali. Pensiamo alle serie TV di Stefano Sollima, Romanzo Criminale e Gomorra. Sollima è poi passato al cinema, portando con sé il proprio bagaglio noir/poliziesco in ACAB, prima, e nel recente, ottimo Suburra. E poi c'è Lo chiamavano Jeeg Robot, che ha già incassato più di due milioni di euro al botteghino in Italia e ha sbancato le nomination dei David di Donatello.

Qualcosa si muove. E poi c'è qualcos'altro che, invece, corre Veloce come il vento. Il film di Matteo Rovere (Gli sfiorati) approderà in sala il 7 aprile, e ora ne possiamo vedere una clip.



Veloce come il vento si inserisce in questo discorso di prepotenza: non è la prima volta che da noi si tenta la strada del cinema a quattro ruote - si pensi a Velocità massima di Daniele Vicari - eppure Rovere ha sposato pienamente il genere, non solo in termini di estetica, ma anche di plot. Da un lato, infatti, c'è la voglia di mettersi in gioco con stunt ben realizzati e soluzioni visive di grande impatto (Fast & Furious docet), dall'altra una struttura di trama che pesca a piene mani da quella collaudata dal cinema americano, in cui un giovane campione si ritrova a dover collaborare con un mentore disilluso e in preda ai propri demoni, a cui improvvisamente viene data una seconda chance per rimettere a posto le cose.

Nel caso di Veloce come il vento si tratta di una coppia di fratelli: la protagonista Giulia De Martino (Matilda De Angelis, esordiente di belle speranze) e Loris, fratello inaffidabile e fallito, che intende allenarla per la sfida finale. In quest'ultimo ruolo troviamo Stefano Accorsi che, in un parallelismo tra cinema e vita quotidiana, sembra pronto a una rinascita di carriera grazie a una performance già definita "strepitosa". C'è, come in Jeeg Robot e Suburra, un nuovo modo di lavorare con gli attori, troppo spesso lasciati a se stessi nel cinema italiano, e che ora invece ricominciano a essere diretti come si fa nel resto del mondo, da registi con una visione chiara e determinati a modellarli, fino a trasformarli nei personaggi che vivono nella loro testa e in quella degli sceneggiatori.



Per capire il rinnovato approccio a questo tipo di produzioni che si sta facendo strada in Italia, dobbiamo anche prendere in considerazione un dettaglio che, a un primo sguardo, potrebbe apparire minore: i character poster. Una pratica comunissima all'estero, America in primis, ma non in Italia. Di recente li abbiamo trovati nella campagna marketing di Lo chiamavano Jeeg Robot, e il cerchio si chiude: sta nascendo un nuovo modo di ragionare sul cinema italiano di largo consumo. Finalmente si stanno producendo film italiani che non mirano solo a far sorridere o a denunciare i mali della società, ma sono consapevoli della propria natura di cinema popolare, nascono per intrattenere e dunque vengono venduti con questo preciso scopo.

E' l'alba di un nuovo giorno, forse. I prossimi mesi, e il successo di Veloce come il vento, saranno fondamentali per capire se questo spirito attecchirà o se, come è già accaduto in passato, lo sforzo di produrre cinema di genere in Italia non si concretizzerà oltre questi esperimenti. Incrociamo le dita e ingraniamo la marcia.



In uscita il 7 aprile, Veloce come il vento è distribuito da 01 Distribution.