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Buon anniversario Resistenza!: 10 film per festeggiare il 25 aprile

Dai capolavori del neorealismo alle pellicole più recenti, il compleanno della Liberazione visto dal cinema

Roma città aperta

Roma città aperta

25.04.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Libertari e ribelli. Rivoluzionari appassionati che con la loro determinazione hanno aperto la strada alla Liberazione d’Italia celebrata ogni 25 aprile a partire da quel lontano giorno di 71 anni fa.

E allora, visto che la giornata di oggi viene celebrata da Istituzioni, politica e media, anche il cinema fa la propria parte ricordando 10 film che hanno raccontato la Resistenza italiana e che nella storia della nostra cinematografia, sono spesso coincisi con l’espressione di quello stile narrativo chiamato neoralismo. Scopriteli con noi. 

 
Roma città aperta di Roberto Rossellini (1945). Opera simbolo del neorealismo italiano, racconta la tragedia dell’occupazione tedesca di Roma dopo l’armistizio di Cassabile dal punto di vista di una comunità che cerca di reagire alla violenza di torti, soprusi e fucilazioni quotidiane in attesa di riacquistare la libertà. E i ribelli, piccoli e grandi, hanno il volto di attori come Anna Magnani (Pina), Aldo Fabrizi (Don Pietro Pellegrini) e Marcello Pagliero (Giorgio Manfredi). 
 
Paisà (1946). Roberto Rossellini torna con questa pellicola, la seconda pellicola della Trilogia della guerra antifascista dopo Roma città aperta, che rievoca l'avanzata delle truppe alleate dalla Sicilia al Nord Italia. È costituito da 6 episodi: Sicilia, Napoli, Roma, Firenze, Appennino Emiliano, Porto Tolle.

Ogni episodio dipinge una dinamica strettamente locale, per accenti dei protagonisti, per ambientazione, e una legata invece alla grande battaglia collettiva della Resistenza. In mezzo la relazioni tra persone, l’amicizia tra il soldato americano e la ragazza siciliana, la storia d’amore tra la prostituta romana e un altro soldato statunitense, che provano a incontrarsi, anche solo per un attimo, prima di votarsi ancora una volta alla guerra e alla Liberazione

 
Il generale della Rovere (1959). Film diretto da Roberto Rossellini, realizzato su un soggetto di Indro Montanelli, racconta la metamorfosi di Emanuele Bardone (Vittorio De Sica) da truffatore che sfrutta il clima di divisione prodotto dalle autorità nazifasciste a Genova, a sostenitore dei valori della dignità e del patriottismo tipici della Resistenza. 

 
Il partigiano Johnny (2000). Il regista Guido Chiesa gira la versione cinematografica dell’omonimo romanzo di Beppe Fenoglio con l’attore Stefano Dionisi nei panni del soldato disertore che si unisce alla Resistenza e che insieme a Fabrizio Gifuni (Ettore) racconta quegli anni, dal 1943 al 1945 circa, da un punto di vista umano e personale.
 
Il terrorista (1963). Film di Gianfranco De Bosio ed interpretato, fra gli altri, da Gian Maria Volonté, Philippe Leroy e Raffaella Carrà. Il regista si rifà alla sua esperienza nella Resistenza veneta, nella quale ha partecipato a Padova per dare a questo film – come descrive il critico Gianni Rondolino - un impianto ideologico molto forte e uno stile asciutto che racconta la storia di un uomo che prova a fondare un GAP (Gruppo di azione patriottica) a Venezia nel 1943. 
 
Un giorno da leoni (1961). Nanny Loy descrive i sentimenti della Resistenza da un punto di vista umano e popolare. I suoi giovani, i personaggi di Michele, Gino e Danilo, che decidono di abbracciare la lotta oppure no, sono umani, a volte eroici e a volte indifferenti ma molto iconici del clima di quel periodo e delle scelte che fecero molti ragazzi. Per i quali spesso l’adesione alla Resistenza fu anche momento di crescita personale dopo un primo sentimento di naturale paura
 
A luci spente (2004). Diretto da Maurizio Ponzi il film racconta l’evoluzione di un set cinematografico romano sullo sfondo della primavera-estate del 1944. Nel cast l’attrice Giuliana De Sio e Giulio Scarpati partecipano ad una storia di trasformazione personale e artistica, dove anche il cinema capisce di non poter più girare lo sguardo di fronte alla realtà della guerra ma deve in molti casi farsi racconto ‘impegnato’ dell’attualità. 
 
La ragazza di Bube (1963). La storia d’amore tra la contadina Mara (Claudia Cardinale) e il partigiano Bube (George Chakiris) vista dal regista Luigi Comencini e tratta dal romanzo di Carlo Cassola. Un ritratto umano e sentimentale di come venivano vissuti i rapporti amorosi divisi dalla guerra. 

 
Una vita difficile (1961). Alberto Sordi diretto da Dino Risi interpreta il ruolo di un ex partigiano come Silvio Magnozzi nei panni di una figura che assiste alla transizione del periodo post-Resistenza condividendone i valori libertari. E porta così lo spettatore nel racconto della storia dell'Italia e degli italiani; soprattutto ne narra con spirito dolceamaro il profondo senso di sconfitta che molti di loro provarono di fronte alla modernità spesso lontana dai valori stessi della lotta partigiana
 
La notte di San Lorenzo (1982). I fratelli Taviani raccontano la loro Toscana nell’estate del 1944. Il film, scritto da Tonino Guerra, racconta la fuga di un gruppo di cittadini dell’immaginaria città di San Martino, mentre fuggono dai tedeschi e corrono incontro ai soldati americani in cerca della finale libertà.