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Arriva La ragazza senza nome: I Fratelli Dardenne in cinque film

Il decimo lungometraggio dei due registi e sceneggiatori belgi arriva nelle sale italiane dopo aver affascinato Cannes, rispettando la tradizione

26.10.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Registi, sceneggiatori e produttori belgi, Jean-Pierre e Luc Dardenne vanno senza ombra di dubbio considerati due tra i più importanti cineasti viventi. La loro filmografia parla chiaro, compresa l'ultima fatica che abbiamo potuto ammirare allo scorso Festival di Cannes dove ha concorso per la Palma d'Oro: La ragazza senza nome (La Fille inconnue). Distribuito da Bim a partire dal 27 ottobre, il film continua una tradizione narrativa che alla spettacolarità e l'effetto predilige la materialità e la quotidianità, e racconta un'altra emozionante storia individuale. Ancora una volta di una donna, come loro stessi amano sottolineare… "Un’eroina dimessa, senza eccessi", come la definisce la sua interprete Adèle Haenel, una donna "colpevole, responsabile", ma che "si rifiuta di non fare niente", come ha dichiarato Luc Dardenne, una donna che appartiene "a quella parte della società che è stata brutalmente esclusa" e che ora si ritrova a essere "ossessionata, quasi posseduta, da quella ragazza sconosciuta".

[I DARDENNE A CANNES: LE DONNE CI SALVERANNO]

Il primo, dei sette lungometraggi presentati in Concorso (su nove totali), a non aver vinto nessun premio. Una sconfitta? Difficile definirla così, anche senza guardare il Palmares raccolto dai due, che - dopo i primi documentari degli anni '70 (Le chant du rossignol è del 1978) al corto del 1987 Il court, il court, le monde - sin dai tempi del primo Falsch (1987) sono di casa sulla Croisette. Che da La promessa (del 1996, proiettato alla Quinzaine des Réalisateurs) è di fatto loro 'terra di conquista'. Ma il Grand Théâtre Lumière del Palais des Festivals è sempre stato più una sorta di trampolino, dal quale i Dardenne hanno esteso il suddetto dominio a ben altri lidi, facendo a modo loro la storia della Settima Arte, passo dopo passo. E proprio tra quei 'passi' abbiamo scelto di segnalarvene cinque che proprio non possono mancare nella vostra videoteca e nella vostra cultura cinematografica…



ROSETTA (1999)
La sedicenne con madre alcolista conquistò la Palma d'Oro praticamente in extremis, insieme al premio per la miglior interpretazione femminile vinto (ex aequo con Séverine Caneele per L'umanità) dalla protagonista Emilie Dequenne. Il film in patria è diventato un simbolo della disoccupazione al punto da ricevere statue simboleggianti la lotta contro il lavoro precario e di ispirare una legge sul lavoro minorile (la "Legge Rosetta").




L’ENFANT – UNA STORIA D’AMORE (2005)
L'assenza più lunga dei due fratelli dalla Croisette, che riconoscente lì insignì di un'altra Palma d'Oro per il miglior film del 58º Festival di Cannes. Stavolta la protagonista è la Sonia di Déborah François (La voltapagine, Tutti pazzi per Rose), madre irriducibile di un figlio venduto alla malavita dal proprio compagno…




IL MATRIMONIO DI LORNA (2008)
Lorna è una giovane immigrata albanese invischiata in una storia di matrimoni di necessità e di soluzioni tragiche al problema, protagonista (insieme al Jérémie Renier di L'Enfant e La Promesse) del film che avrebbe segnato - secondo alcuni - un nuovo corso del cinema dei Dardenne. Probabilmente per l'uso maggiore di dialoghi e, tecnicamente, della camera a 35mm invece di quella a mano. Di certo c'è che il film vinse il premio per la miglior sceneggiatura alla 61ª edizione del Festival di Cannes.




IL RAGAZZO CON LA BICICLETTA (2011)
Eccezionalmente, in questo caso è il giovane Thomas Doret a interpretare il Cyril Catoul protagonista, 'relegando' a ruoli 'secondari' il solito Jérémie Renier e quella Cécile de France che sorprese molti, in quanto prima attrice di fama voluta dai fratelli per un loro film. Girato principalmente nella città di Seraing in Belgio (invece che nella amata Liegi), Le Gamin au vélo si meritò il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes del 2011.




DUE GIORNI, UNA NOTTE (2014)
Ma quanto ad attrici di grido, nessuno ha di certo lamentato la scelta di Marion Cotillard (candidata all'Oscar come Miglior Attrice) per questa storia di crisi lavorativa e depressione con il quale i due parteciparono in concorso alla 67ª edizione del Festival di Cannes. Quello che per molti è l'ultimo Capolavoro dei Dardenne vinse allora il Premio della Giuria Ecumenica. Riconoscimento (in realtà una menzione speciale, in questo caso) che accomuna il film a Il figlio (Le fils, 2002), permettendoci di nominarlo, anche per il Premio per il Miglior attore vinto allora da Olivier Gourmet.