Life, Animated

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La Sirenetta, Il Re Leone, Aladdin, i classici Disney hanno scandito l'infanzia di noi tutti, ma per qualcuno hanno avuto un significato particolarmente importante. E' il caso di Owen, che all'età di tre anni ha iniziato a manifestare i sintomi di una grave forma di autismo. Chiuso in se stesso, incapace di elaborare le proprie emozioni, Owen trova proprio nei film Disney un tramite per fare breccia nella barriera che lo separa dal mondo, sviluppando un modo del tutto alternativo ed eccezionale di esprimersi attraverso la voce dei suoi eroi.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Life, Animated
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
I Wonder Pictures
DURATA
91 min.
USCITA CINEMA
02/02/2017
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2017
Più che di tecnica mista, nel documentario Life, Animated di Roger Ross Williams sarebbe più indicato parlare di approccio, o racconto, misto, visti i diversi canali e modalità scelti per mettere in scena l'incredibile storia di Owen Suskind, già descritta nel libro del padre - premio Pulitzer - Ron Suskind: Life, Animated: A Story of Sidekicks, Heroes, and Autism. Di fondo, la descrizione di un quasi miracolo, quello accaduto al piccolo Owen, suo figlio, che all'età di tre anni iniziò a manifestare segni di autismo per poi riuscire a tornare a comunicare - anni dopo - grazie alla sua grande passione per i film della Disney.

Un valido concorrente - come si può facilmente immaginare, 'conoscendo' l'Academy e visto il precedente Oscar vinto dal regista afroamericano della South Carolina per il corto-documentario Music by Prudence del 2009 - per il nostro Fuocoammare candidato nella stessa categoria, ma non certo un film esente da difetti. Diviso inevitabilmente in due parti (quella della malattia e quella relativa alle sfide affrontate da questo nuovo giovane essere umano) e condizionato dalla presenza sullo schermo dello stesso autore Ron Suskind, il viaggio raccontato finisce con l'essere disomogeneo in vari aspetti.

Certo, la vita lo è, tanto più una come quella raccontata. Ma è difficile ignorare l'inevitabile 'recitazione' nella ricostruzione di alcuni punti non banali della vita del giovane protagonista e un rallentamento successivo al 'colpo di scena' principale, che permette più di una distrazione - non tutte valide o consigliabili - dalla linea centrale. Peccati veniali, in fondo, in una storia commovente ed edificante per sua natura e che - per una volta, in barba alla retorica e all'attenzione nell'evitarla - ci mostra realizzata l'influenza e il potere che il cinema e l'arte possono avere nelle nostre vite, come molti millantano o vaneggiano, spesso a sproposito.

E che riesce a farlo senza perdere di vista il quadro complessivo, nel quale diversi interventi e livelli di partecipazione e di dramma vengono resi con diversi tipi di animazioni, di riprese e di testimonianze. Nel quale al pathos della madre di Owen fanno da contraltare l'analisi quasi cronachistica del padre e la paura del futuro del fratello, (guarda caso) Walt. E dove - grazie a lezioni come quelle di Hercules ('non arrendersi'), Mowgli (sui 'nuovi amici'), Pinocchio ('diventare un bambino vero') o Dumbo (sull'affrontare 'sfide difficili') - sarà l'esempio e il coraggio dell'ormai cresciuto Owen - autore di The Land of th Sidekicks e oggi impiegato da ToysRus - a dimostrare con i fatti quanto sciocco sia a volte sentirsi costretti a corrispondere certe aspettative o a farsi dire da altri cosa 'valga la pena' nella nostra vita