Colpa delle stelle

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Hazel e Augustus sono due giovani che condividono una svelta intelligenza acerba, uno sdegno per tutto ciÒ che È convenzionale e un amore che li porta a fare un viaggio insieme. La loro relazione È molto piÙ che un miracolo, considerato che l'altro vero compagno di Hazel È una bombola di ossigeno e che Gus fa battute sulla sua gamba prostetica. E soprattutto che i due giovani si sono conosciuti nel corso di una riunione presso un gruppo di supporto per malati di cancro. E lÌ si sono innamorati.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
The Fault in Our Stars
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
CAST
DISTRIBUZIONE
20th Century Fox
DURATA
126 min.
USCITA CINEMA
04/09/2014
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2014
Hazel e' Shailene Woodley. Shailene Diann Woodley (classe 1991) era la figlia di George Clooney in Paradiso amaro (2011) e - piu' recentemente - 'Tris' nello Young Adult Divergent. Una dozzina di film, altrettante apparizioni televisive piu' o meno brevi in serie piu' o meno note, eppure il suo e' uno dei nomi che si fanno spesso in questo momento a Hollywood. Ovviamente parlando di giovani promesse, magari gia' in parte mantenute.

Hazel e' la protagonista di Colpa delle stelle / Fault in Our Stars, trasposizione cinematografica dell'omonimo libro del 2012 di John Green, e narratrice della propria storia. Quella di una sedicenne malata di cancro ai polmoni che scopre l'amore, il senso della vita e della morte e la propria forza nell'affrontarle e nell'autodeterminarsi. Non poco, insomma, e non facile da rendere sullo schermo senza incorrere nei trabocchetti classici di questo genere.

E infatti il film non ne sfugge, almeno in parte; ma il peccato e' veniale che' anche l'affacciarsi di retorica e stereotipi resta sullo sfondo di una storia comunque equilibrata e soprattutto dominata dall'interpretazione della protagonista e dalle facce sorridenti dei due giovani al centro della vicenda. Compreso Ansel Elgort, gia' in Lo sguardo di Satana - Carrie e con Shailene in Divergent (come suo fratello).

Josh Boone, alla sua opera seconda, sembra confermarsi come regista capace di sfruttare il materiale a disposizione al meglio, senza eccedere o gettarlo in pasto al pubblico. Forse avrebbe potuto glissare su un prologo quasi 'sognante' e su una regia a tratti troppo scolastica e da cartolina, rallenty compresi, ma nel bene e nel male un suo pregio sembra esser quello di sapersi fare da parte e mettersi al servizio della storia e della maniera migliore di raccontarla. Attraverso gli attori, quindi. E senza preoccuparsi troppo delle scivolate che la storia conserva, nella tentazione di mostrare una adolescente forte nonostante le avversita' e anticonformista nel suo affrontare le fasi della terapia e del recupero, che possiamo ascrivere soprattutto al testo originario.

All'amico un po' nerd, destinato alla cecita', son affidate alcuni intermezzi 'comici' - e anche questo rientra in uno stereotipo visto - che fanno da contraltare all'incontro tra Mr. Right e l'eroina. Anche la parentesi olandese - con il duro e deludente incontro con il proprio mito (Willem Dafoe),  il cosiddetto 'assaggio alle Stelle' e l'omaggio a Anna Frank - segue questa direzione. Verso una conclusione che lascia molto (forse troppo) alla sensibilita' degli spettatori molte domande, o considerazioni, sulla necessita' di provare il dolore fino in fondo e sull'accettazione della propria mortalita', con quanto ne discende: dal timore di non aver lasciato alcun segno su questo mondo alla necessita' per chi resta di certi riti funerari…
di Mattia Pasquini